lunedì 8 dicembre 2014

​Un modo diverso, intenso e forte, di vivere al magia della Scala e delle note del Fidelio di Beethoven. (Daniela Pozzoli)
Scontri fuori dal teatro

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​Il muro scrostato della scenografia di “Fidelio” è lo stesso della “piazza” del carcere milanese di San Vittore sul quale è montato il mega schermo che trasmette la diretta Rai dalla Scala dell’opera di Beethoven. E se sullo schermo appare il carcerato Florestan accanto al suo carceriere, anche in Piazza Filangeri ci sono, seduti a poche file di distanza, il pluriomicida che mesi fa ha spaventato Milano e il magistrato Alberto Nobili che a San Vittore ce lo ha mandato. Ospiti e detenuti insieme per tre ore e mezza. Ed è in un clima di grande emozione che i 120 detenuti hanno seguito ieri sera quest’opera che li tocca nel profondo perché parla di carcere, ingiustizia, amore e riscatto, e alla quale sono arrivati preparati dagli educatori. La lingua tedesca non ha rappresentato un ostacolo alla comprensione di una storia così potente ed esplicita. “In questo posto una serata così lascia il segno perché è un  momento d’incontro vero tra la città e il carcere e poi il bello educa e riscatta”, commenta il cappellano don Marco Recalcati. Un videomessaggio porta in questa “piazza” singolare anche il breve saluto dell’aricivescovo Angelo Scola. “Viviamo di queste cose – spiega la direttrice Gloria Manzelli -, San Vittore vuole essere considerato un quartiere della città e non un luogo scomodo da dimenticare”. Una direttrice donna e un capo delle guardie donna non potevano che applaudire Leonore/Fidelio che rischia la vita per ristabilire la giustizia e liberare il marito. Tante le ragazze detenute impegnate nel catering e nell’organizzazione dell’evento, curato da Lina Sotis, anima dell’associazione “Quartieri tranquilli”. E se c’è già chi dà l’arrivederci all’anno prossimo (la prima edizione era stata nel dicembre scorso con la Prima di “Traviata”) il presidente della Corte d’Appello, Giovanni Canzio, saluta lanciando una proposta: portare loro, i detenuti, alla Scala.
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