mercoledì 6 dicembre 2023
Il rapporto dell'Istat fotografa un quadro per cui la percentuale sale al 41% per famiglie monogenitoriali e per i minori stranieri. Unicef: un bimbo su 5 povero nel mondo, il 25% in Italia
In Italia tre minori su dieci sono a rischio, il 46% al Sud

Foto d'archivio

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Sono quelli che pagano sempre le conseguenze più pesanti, soprattutto per scelte non loro. E anche il fronte della povertà non fa eccezione, visto che secondo l’Istat quasi tre minori su dieci in Italia è a rischio povertà (contro il 24% della popolazione adulta), una percentuale che cresce fino al 46% al Sud. Una fragilità confermata nello stesso giorno anche dall’Unicef, per cui un bimbo su quattro nel nostro Paese vive in condizioni di povertà legate al reddito e l’Italia è al 34esimo posto nella lista della povertà monetaria nei 40 Paesi più ricchi del mondo in cui la povertà minorile colpisce un bimbo su cinque.

La fotografia dell’Istat

Il rischio di povertà o esclusione sociale ha colpito nel 2022 il 28,8% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4% del totale della popolazione. Non lasciano molto spazio all’interpretazione i dati dell’ente di statistica italiano che conferma come i minori sono più svantaggiati quando risiedono nel Sud e nelle Isole (46,6%), rispetto al Centro (21,4%) e al Nord (18,3%). Altra discriminante è anche il rischio di diventare poveri tra le famiglie monogenitore (39,1%) rispetto alle coppie con figli minori (27,2%). In particolare, la percentuale sale 41,3% quando in famiglia è presente solamente la madre. Ancora più complessa la situazione per i minori di cittadinanza straniera che mostrano un rischio di povertà o esclusione sociale pari a 41,5%, un valore superiore di quasi 15 punti percentuali rispetto al dato dei coetanei di cittadinanza italiana (26,9%). Questa differenza raggiunge il suo massimo nel Mezzogiorno, dove il rischio di povertà o esclusione sociale è pari rispettivamente a 89,2% e 45,4%; nel Nord, il dato per i minori di cittadinanza straniera è in linea con quello nazionale (41,1%) mentre il valore per i coetanei di cittadinanza italiana è molto contenuto (13,4%).

Unicef: 69 milioni di bambini nel mondo vivono in povertà

Più di 1 bambino su 5 vive in povertà in 40 dei Paesi più ricchi del mondo, stando all'ultimo report dell'Unicef, secondo cui Francia, Islanda, Norvegia, Regno Unito e Svizzera hanno registrato forti aumenti della povertà minorile tra il 2014 e il 2021, mentre Lettonia, Lituania, Polonia e Slovenia hanno ottenuto le maggiori riduzioni. Il rapporto analizza le politiche di sostegno al reddito dei governi per le famiglie con bambini e rileva inoltre che, nonostante la diminuzione complessiva della povertà di quasi l'8% in 40 Paesi tra il 2014 e il 2021, alla fine del 2021 c'erano ancora oltre 69 milioni di bambini che vivevano in famiglie che guadagnavano meno del 60% del reddito medio nazionale.

L'Italia è al 34° posto su 39 Paesi nella classifica della povertà monetaria dei bambini nei Paesi ricchi, si colloca al 33° posto per quanto riguarda la povertà minorile in termini di reddito più recente e al 25° posto circa la variazione della povertà minorile tra il 2012-14 e il 2019-21. Dalla fotografica scattata dall’Unicef risulta che in Italia più di 1 bambino su 4 (25,5%) vive in condizioni di povertà relativa legata al reddito (media tra il 2019 e il 2021). Secondo Unicef Innocenti - Global Office of Research and Foresight, «l'Italia ha compiuto pochi progressi verso l'eliminazione della povertà minorile: la diminuzione è stata inferiore all'1% (più precisamente, 0,8%)», nonostante sia aumentata negli ultimi anni la protezione sociale per chi ha figli. La povertà in Italia è spesso di natura persistente. Nel 2021, infatti, è stato stimato che il 17,5% di tutti i bambini ha vissuto in condizioni di povertà anche nei 2 anni precedenti. Questo dato è preoccupante, continua l’associazione, perché «periodi più lunghi di povertà hanno un impatto ancora più negativo sui bambini. I bambini che vivono in famiglie monoparentali hanno un rischio di essere poveri (33,5%) doppio rispetto a quelli che vivono in famiglie con due genitori (15,8%)». In merito alla povertà "non monetaria", invece, tra il 2015 e il 2021, l'Italia ha ridotto la percentuale di bambini che vivono in condizioni di grave privazione materiale dal 15,8% al 7,1%. Si tratta «di un miglioramento impressionante», ammette l'Unicef, aggiungendo però che «c'è ancora molto spazio per i progressi», visto che ad esempio, in Finlandia, lo stesso tasso è dello 0,7%.

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