giovedì 19 maggio 2011
Secondo una ricerca effettuata dal Centro Studi Sintesi di Venezia sul "rischio povertà" a livello territoriale, considerando i 117 comuni capoluogo di provincia, nel 2008 circa il 12,2% dei contribuenti (1,2 milioni di individui) ha dichiarato un reddito inferiore alla soglia media di povertà locale pari a 9.893 euro annui.
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Rimini, Massa, Brescia, Verbania, Carrara e alcune piccole città della Sardegna quali Villacidro Sanluri e Tortolì sono i comuni che, assieme al capoluogo delle nuove province di Barletta e Fermo, presentano il maggior numero di soggetti con reddito inferiore alla soglia di povertà. Questo è uno dei risultati di una ricerca effettuata dal Centro Studi Sintesi di Venezia sul "rischio povertà" a livello territoriale.Considerando i 117 comuni capoluogo di provincia, si nota che nel 2008 circa il 12,2% dei contribuenti (1,2 milioni di individui) dichiara un reddito inferiore alla soglia media di povertà locale pari a 9.893 euro annui, a fronte del quale il reddito medio è di 26.434 euro. L'analisi per singoli comuni evidenzia che Barletta, città di oltre 90.000 abitanti, capoluogo di una delle province istituite di recente, è il comune più esposto al rischio "povertà", in quanto il 30,4% dei contribuenti presenta un livello di reddito inferiore alla soglia di povertà locale.Al secondo posto si colloca Villacidro, piccola realtà della provincia di Medio Campidano in Sardegna, con una quota di contribuenti con reddito sotto la soglia di povertà locale del 26,1%. Rimini si conferma ai primi posti, con una quota di contribuenti con reddito al di sotto della soglia di povertà locale del 25,1%: il capoluogo romagnolo, infatti, in virtù della sua peculiarità a forte vocazione turistica fa registrare una spesa per consumi sostenuta che di fatto fa innalzare la soglia di povertà ben oltre il riferimento medio generale. Allo stesso tempo la presenza di numerosi soggetti impiegati in lavori stagionali, quindi con redditi normalmente più bassi, determina un livello di reddito di circa 4.600 euro inferiore alla media nazionale, con una forte presenza di contribuenti con reddito inferiore ai 10.000 euro (il 17,2% dei contribuenti, a fronte di una media del 12,2%).Dopo Rimini, nella parte alta della graduatoria troviamo soprattutto città del nord e del centro Italia, ad eccezione delle due piccole città sarde di Sanluri e Tortolì (rispettivamente col 19,7% e 18,7% di soggetti a "rischio povertà") e quella di Crotone (19,2%). In particolare Massa è quarta con il 20,8% dei contribuenti "a rischio", Brescia è quinta (20,0%), Verbania è settima (19,4%), Fermo è ottava (19,3%) e Carrara è nona (19,2%). Quote minori di contribuenti al di sotto della soglia di povertà locale si registrano soprattutto nella città del Mezzogiorno infatti, la graduatoria dell'indice si chiude con le realtà di Avellino (7,0%), Potenza (7,4%), Matera (8,0%) e Caserta (8,6%).Restringendo l'osservazione alle grandi città, Torino (17,5%; 16ma posizione) risulta in una situazione più rischiosa di Napoli (16,3%; 34ma posizione); inoltre, Roma (12,9%; 80ma posizione) sembra stia molto meglio di Milano (17,5%; 17ma posizione), mentre Genova (14,4%; 54mo posto) appare più "tranquilla" rispetto a Venezia (16,8%; 25mo posto).
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