venerdì 19 agosto 2022
Presentato il programma di Azione-Iv. Il leader è convinto che «nessuno saprà governare». Renzi assente, ma «nessun problema, faremo un'iniziativa a Milano»
Da sinistra: Maria Elena Boschi, Elena Bonetti, Mariastella Gelmini, Carlo Calenda, Mara Carfagna e Luigi Marattin con in mano il programma di Azione - Italia viva

Da sinistra: Maria Elena Boschi, Elena Bonetti, Mariastella Gelmini, Carlo Calenda, Mara Carfagna e Luigi Marattin con in mano il programma di Azione - Italia viva - Ansa

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Al tavolo della conferenza stampa ben 4 donne e due soli uomini, e già questa è una novità per la politica italiana. Con al fianco tre ministre del governo Draghi, Carlo Calenda presenta il programma della lista Azione/Italia Viva e conferma il suo sogno per il dopo 25 settembre: «Il discorso è chiaro, o si recupera un governo possibilmente a guida Draghi con gli europeisti di destra e con il Pd o questo Paese è andato!». Occorre farlo perché «in autunno sull’energia rischiamo il disastro, per questo adesso fanno tutti finta di nulla». È in fondo l’estrema sintesi del programma esposto, chiuso con un appello agli italiani: «Vi chiedo di votare con libertà, siate liberi e potenti, senza farvi dividere in greggi», antico vizio - ad avviso dell’ex ministro - di un elettorato aduso a inviti a «combattere la destra o la sinistra, la solita solfa degli ultimi 30 anni».

Nella sala Nassirya del Senato, per una conferenza durata oltre 100 minuti (hanno parlato tutti), Matteo Renzi, l’altro dioscuro della formazione centrista unitaria, non c’è, come annunciato. Ma non è un problema: «Non è tattica. Le differenze personali rimangono - spiega Calenda –, Renzi ha un pensiero sulle sue conferenze all’estero, io un’altra. Ma l’unica cosa che mi sento di dire è ringraziarlo, ha fatto un gesto di generosità (lasciare a Calenda il ruolo guida, ndr), faremo una grande iniziativa assieme a Milano». Calenda arriva contornato da Elena Bonetti, Mara Carfagna («Mi viene da ridere quando vedo i manifesti della destra che vuol risollevare l’Italia», annota la ministra del Sud) e Mariastella Gelmini (Affari regionali) - le ultime due fuoriuscite da Forza Italia -, con agli estremi i renziani Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, che definisce la materia fiscale «preda di bande di populismi, retaggio di mondi antichi».

La convinzione del leader azionista è la solita: «Nessuna delle coalizioni sarà in grado di governare il Paese. La destra è divisa su tutto e non ha classe dirigente, pensate a un simil Michetti (candidato proposto dalla Meloni come sindaco di Roma, poi strabattuto, ndr) alla guida di un ministero. E la sinistra? Se avranno la possibilità, Pd e 5s si alleeranno di nuovo 5 minuti dopo le elezioni, basta vedere le frasi di Orlando, Emiliano, Boccia e Bettini». La conseguenza è che «non esiste il voto utile perché sono in campo 4 coalizioni», ma «Iv e Azione sono gli unici ad avere la stessa collocazione in Europa e un programma unico e chiaro».

È un progetto che il politico romano condensa in poche parole: «Andare avanti con l’agenda e il metodo Draghi, dire la verità e i sì e i no, e attuare tutte le riforme previste nel Pnrr», quando la realtà dice che «mancano 431 obiettivi, l’85% del totale». E, soprattutto, «promettiamo di non promettere», quindi niente Flat tax, presidenzialismo, 10mila euro ai 18enni, "quota 41" sulle pensioni che costerebbe 65 miliardi, «tutte balle irrealizzabili».

Specie in uno Stato che «spende in pensioni quasi il doppio di sanità ed istruzione». Il tasto su cui più insiste Calenda è quello del linguaggio della verità. Quindi «basta con un ambientalismo ideologico», perché «senza un’energia costante a emissioni zero - e l’unica che conosco oggi è il nucleare - non centreremo gli obiettivi Ue», mentre per l’immediato serve «subito» una nave rigassificatore.

E anche sull’immigrazione «basta con la retorica porti aperti contro porti chiusi, che non sono mai stati né l’uno né l’altro», con Salvini che «chiudendo gli Sprar ha generato insicurezza in realtà». Ma «con la popolazione africana che crescerà di un miliardo non possiamo dare il messaggio che chiunque vuole venire in Italia può arrivare, questa posizione moraleggiante è una follia che genera più morti in mare e più detenuti in Libia». E «agli amici di sinistra – aggiunge – dico che la sicurezza non è argomento di destra, perché protegge i più deboli mentre i ricchi già si proteggono, è proprio come il decoro urbano che serve più ai poveri».

Infine, un messaggio politico riservato a chi alla fine si è sfilato dal progetto: «Per persone come Cottarelli, Bonino, Bentivogli le porte continuano a essere aperte», anche se «dopo tanto parlare di centro e di polo liberale vedo che tutti si sono accomodati su un seggio sicuro».

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