giovedì 22 dicembre 2022
Da 25 anni questo paese di 181 abitanti, incastonato nelle Prealpi Carniche, si popola dei personaggi del Natale
Spuntano presepi alle finestre delle case di Poffabro

Spuntano presepi alle finestre delle case di Poffabro

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Se Poffabro fosse un presepe, nel suo intrico di viottoli, scale, ballatoi in legno, archi in sasso, casette rurali addossate l’una all’altra e cortili, si muoverebbero ben 181 statuine, battendo i tappeti alla finestra, impastando il pane, lavorando il ferro. Ma Poffabro non è un presepe. O almeno non lo è del tutto, perché è davvero incastonato nella Val Colvera, tra le Prealpi Carniche, e 181 sono i suoi veri abitanti. Eppure se ogni dicembre 20mila turisti si inerpicano fino a Poffabro – dal 2002 nominato uno dei “Borghi più belli d’Italia” – è proprio perché per il Natale da 25 anni il paesino friulano diventa “Presepe tra i presepi”, museo a cielo aperto: ogni cortile, sottoscala, ballatoio, trave, sporgenza o finestrella accoglie i 300 presepi (più di uno per abitante), testimoni di una devozione che da secoli percorre la valle e si respira non solo nella imponenza della chiesa di San Nicolò, quasi gigantesca rispetto al resto delle costruzioni, ma anche nelle tante edicole votive sparse sul territorio, legate a episodi singolari per cui rendere grazie a Maria o a qualche santo. Inutile cercare palazzi nobiliari, l’incanto di Poffabro sta proprio nel suo esempio di “architettura spontanea” in perfetta armonia con la natura circostante, nei suoi scenari umili e incantati, nelle vie decorate con frutta e legno, nelle pietre tagliate al vivo dello stesso colore delle rocce, nel torrente Colvera che sembra scenda dal monte Raut solo per obbedire alla regola per la quale ogni presepe che si rispetti ha il suo ruscello. Un patrimonio imperdibile, al punto che dopo il terremoto del Friuli nel 1976 è stato ricostruito nel pieno rispetto dei due elementi del territorio: la pietra e il legno.Tutto uguale da sempre. Di nuovo c’è però il parroco don Andrea Vena, da tre mesi a Poffabro, e il “Presepe tra i presepi” quest’anno si accende della sua innata passione per i progetti arditi: accanto alle 300 natività grandi o minuscole, che occupano interi cortili o piccoli oggetti di uso comune, i ventimila turisti in questo Natale 2022 trovano anche eventi teatrali, musicali e spirituali.

«Quest’anno amministrazione comunale e parrocchia in sinergia con le associazioni di volontariato del territorio hanno collaborato per far sì che durante tutte le feste ci sia un appuntamento culturale e devozionale», spiega don Andrea. «Quasi ogni giorno si succedono rappresentazioni e incontri formativi sul significato del Natale, concerti, corali, testimonianze… Nel presepe noi cristiani sappiamo di incontrare la tenerezza di Dio che ci viene incontro nella debolezza di un bambino, ma c’è anche il riflesso di come la fede si fa cultura attraverso la fantasia con la quale si creano i paesaggi».

Originale è stata il 4 dicembre l’inaugurazione dentro la chiesa di San Nicolò, con una «catechesi narrativa» alla presenza dei «personaggi tipici del presepio» (i figuranti di Anone Veneto), ai piedi dell’icona della Natività realizzata ad hoc dalle Benedettine di Santa Maria. Intanto nelle vie del paese avveniva la magia dell’accensione dei presepi, mentre si diffondevano i suoni di melodie tipiche natalizie eseguite dal coro “Livenza” e i profumi delle bevande calde preparate per i “pastori” (i turisti) dalle associazioni del posto. «Il 15 gennaio 2023 chiuderemo con Gregorio Vivaldelli, il famoso biblista e divulgatore che riempie i teatri raccontando la Divina Commedia in parallelo con la Bibbia – continua don Andrea Vena – un viaggio affascinante per ripartire in modo forte ed evitare, finite le feste, di tornare a vivere la vita di sempre».

In mezzo, numerose altre iniziative, dall’atto di consacrazione di Poffabro e dei presenti a Maria il primo di gennaio, con la Fiaccolata in piazza e l’accensione della “Lampada per la pace” da parte del sindaco Sandro Rovedo, al dialogo “Laudato sì” del 5 gennaio tra don Andrea e la guida alpina Paolo Posocco, con il rito della benedizione dell’acqua, del sale e della frutta. Il giorno dell’Epifania si celebra «la sapienza al servizio della fede», meditazione sul cammino dei Magi, mentre l’8 gennaio va in scena lo spettacolo teatrale di grande impatto “Sentirsi Benedetta”, incentrato sulla figura della beata Benedetta Bianchi Porro (compagnia GardArt di Desenzano; tutte le Messe e gli incontri sono trasmessi in diretta sulla pagina Facebook “Parrocchia Poffabro”). «Come faccio da anni, durante tutta l’iniziativa proponiamo ai turisti le testate cattoliche (Avvenire, Il Popolo, Tv2000, Popotus, Famiglia Cristiana, Credere, Radio Vaticana, Vatican News) perché sono profondamente convinto che le cose belle vadano comunicate, ma senza i nostri media resterebbero spesso nel silenzio».

Alle ore 18 del 15 gennaio le campane a distesa annunceranno la chiusura ufficiale. Appuntamento al prossimo Natale.

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