lunedì 29 maggio 2023
La premier in campo: vedo un dialogo costruttivo, presto i 19 miliardi della terza rata. E vuole mettere la sordina alle tensioni con la Corte dei Conrti
Pnrr, Meloni apre: mi fido di Bruxelles

REUTERS

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“C’è un filo diretto Italia-Europa che funziona. Un dialogo costruttivo. La terza tranche? Arriverà presto”. Giorgia Meloni anche nelle conversazioni più riservate ripete una sola linea: “Il pagamento della terza rata del Pnrr da 19 miliardi chiesta dall’Italia è sotto la lente della Commissione europea…”. Non serve dire molto di più. La premier si fida delle aperture dell’Europa. E più di lei si fidano i due ministri che stanno lavorando per cancellare ogni dubbio della Commissione: Raffaele Fitto e Antonio Tajani. Proprio il ministro degli Esteri conferma con parole nette: “L’Italia non perderà nulla, spenderemo tutti i fondi del Pnrr”.

E’ comunque una trattativa complessa. E Anna Maria Bernini, il ministro dell’Università e della Ricerca, sceglie la strada del realismo per far capire: “I tempi sono drammatici e le sfide titaniche". Già i tempi. Tajani fa il punto e ripete una data fin troppo nota: “L’Italia entro il 31 agosto fornirà le correzioni e avremo tutti i fondi previsti”. E’ una speranza o un obiettivo concreto?

ANSA



FITTO INCONTRA I GOVERNATORI: CORREGGERE ERRORI DEL PASSATO
Raffaele Fitto lavora senza sosta. Anzi nelle ultime ore ha intensificato il pressing su tutti i dicasteri interessati al Pnrr. Vuole capire cosa cambia e in che tempi. I contatti si accavallano. Meloni sente ripetutamente i suoi vice. Parla con Bruxelles. Si confronta con il Quirinale. E, intanto, Matteo Salvini conferma l’attivismo del ministro per gli Affari Ue: “Entro pochi giorni arriveranno le risposte dei ministeri a Fitto sul cronoprogramma dei progetti del Pnrr”. L’operazione “Nuovo Pnrr” sta entrando nel vivo. E il capo della Lega azzarda un consiglio ai suoi colleghi dell’esecutivo partendo dai 60 miliardi (40 del Pnrr e 20 del fondo nazionale) assegnati al ministero delle Infrastrutture e Trasporti: “Il mio obiettivo è spendere bene e spendere tutti i denari che ci sono stati assegnati" ma "se qualche progetto per tempi tecnici non potrà finire entro giugno 2026, è banale buonsenso trasferire i fondi ad un altro progetto". Ecco la sfida che attende il governo: capire i tempi e rimodulare i progetti. E il presidente di Confindustria Bonomi ammette: "Occorre rimettere mano al Pnrr”. Proprio oggi Fitto incontra oggi otto governatori. Ci sarà anche Bonaccini per capire come il Pnrr potrà aiutare l'Emilia Romagna. Si cerca “percorso collaborativo necessario per correggere gli errori del passato e puntare agli interventi strategici che consentano all’Italia di allinearsi al livello che merita e che l’Europa ci richiede". Una nota spiega il “faccia a faccia” così: “L'intento è di ottimizzare le possibili sinergie tra le misure delle politiche di Coesione programmazione 2014-2020, 2021-2027 e il Pnrr facendo il punto sullo stato dell’arte dell’attuazione dei programmi, a partire da quelli della programmazione 2014-2020. Una ricognizione che consentirà l'impiego ottimale dei fondi fino a oggi non gestiti in maniera sinergica ed efficiente, con ovvie ricadute sulla disparità tra i territori”

CORTE DEI CONTI, IL GOVERNO MEDIA
C’è il fronte Europa. C’è il fronte governo. E c’è il fronte Corte dei Conti. “Aprire lo scontro con la Corte dei Conti mi sembra un segno di nervosismo autolesionista”, attacca Emma Bonino. "Gravissimo l'affondo del ministro Fitto contro la Corte dei Conti, solo perché questa ha evidenziato i ritardi nell'attuazione del Pnrr e i soldi non spesi", sbotta il Verde Angelo Bonelli. L’opposizione prova a cavalcare la polemica, ma Meloni vuole chiudere il fronte con i giudici e lascia a Tajani il compito di mediare. “I controlli della Corte dei Conti sono giusti, ma serve sempre un approccio costruttivo”. La Bernini si allinea: "La Corte dei Conti rendiconta i soldi effettivamente già spesi, ma i soldi impegnati sono tanti di più di quelli rendicontati. Noi abbiamo già allocato il 90 per cento della somma del Pnrr destinata ai ricercatori". E ancora: "Quella della Corte dei Conti è una porzione di fotografia interessante, che però non rappresenta la totalità della spesa che è già a giro”.

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