martedì 14 novembre 2017
Pil a +1,8%, il più alto dal 2011. Confermate le previsioni del governo. Gentiloni: risultati da non dilapidare. Ma la Commissione europea si appresta ad inviare una lettere al governo
La crescita accellera, ma l'Europa ci bacchetta
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Al contrario di quella calcistica, l’Italia economica sembra essere tornata a conquistare buoni risultati. Anche se sul piano europeo non sono d’accordo, con Bruxelles che denuncia un’assenza di miglioramenti. Nel terzo trimestre di quest’anno, secondo la stima preliminare diffusa dall’Istat, il Pil nazionale accelera sia rispetto ad aprile-giugno (+0,5% contro +0,3%) sia su base annua (+1,8% contro il +1,5% dei tre mesi precedenti), portando così la variazione acquisita sul +1,5%. Nel confronto con la media dell’Eurozona – che nello stesso periodo ha segnato un +0,6% sui tre mesi e un +2,5% sull’anno – il Paese resta indietro, tuttavia è evidente un netto cambio di passo. Mentre la crescita dell’area euro perde un po’ di impulso rispetto a +0,7% e +2,3% del periodo aprile-giugno, quella italiana prende slancio. Tanto che il premier Paolo Gentiloni non manca di sottolinearlo, ripetendo con ancora più convinzione l’appello già lanciato da Bergamo sabato scorso per non sprecare una crescita in via di rafforzamento. «L’economia accelera e lo fa per merito delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori », commenta a caldo da Teramo il presidente del Consiglio ammonendo tutti rispetto al fatto che «non dobbiamo disperdere e dilapidare que- sti risultati». In effetti sono numeri che mostrano continuità e, soprattutto, la tanto agognata intensità che finora è mancata: oltre a essere la tredicesima variazione congiunturale consecutiva, siamo di fronte alla crescita tendenziale del Pil che – attestandosi all’1,8% – è la più alta da oltre sei anni, ovvero dal secondo trimestre del 2011 quando aveva toccato +2,6%. Il valore assoluto di 400,547 miliardi di euro è al top dal quarto trimestre del 2011. Il dato congiunturale è in linea con le stime del governo e del bollettino economico di Bankitalia e fa segnare un andamento sì inferiore a quello degli Usa (+0,7%) ma migliore rispetto al Regno Unito (+0,4%) e identico a quello della Francia (0,5%). Eppure, questi progressi non sembrano mettere in discesa la strada al governo italiano in vista dell’iter conclusivo della Legge di Stabilità 2018. Al termine della riunione del collegio dei commissari di ieri, sembra sempre più probabile l’invio di una nuova lettera all’Italia da parte della Commissione europea con richiesta di chiarimenti e impegni in merito alla manovra, anche se poi una decisione definitiva dovrebbe arrivare solo a maggio. Intanto, però, le parole pronunciate dal vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, non sono certo tenere né promettono nulla di buono. «L’opinione Ue arriverà la prossima settimana e non voglio anticiparla, ma il fatto è che tutti possono vedere dai numeri che la situazione in Italia non migliora» è l’incipit di un giudizio severissimo. «L’unica cosa che posso dire a nome mio – conclude Katainen – è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica del Paese. Ovvero una deviazione dagli obiettivi di medio termine per quanto riguarda il saldo netto strutturale».

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