lunedì 28 maggio 2018
Il presidente della Repubblica sulla strade di 44 anni fa invita a «tenere alta la comune sensibilità democratica e restare fedeli ai principi che ispirano la nostra convivenza»
Piazza della Loggia, Mattarella: la minaccia della violenza resta
COMMENTA E CONDIVIDI

La minaccia della violenza «non è stata cancellata nella nostra comunità. Siamo tutti testimoni di come possa assumere forme e modalità nuove», nel perseguimento di uno stesso obiettivo: «colpire la dignità delle persone e il loro libero arbitrio». Sergio
Mattarella, in occasione del 44 anniversario della strage di Piazza della Loggia, la prima dopo la sentenza in Cassazione, interviene così sull'attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia in cui morirono otto persone e rimasero ferite altre centodue.
«Per sconfiggere chi intende seminare ancora intolleranza e paura - prosegue il Capo dello Stato - dobbiamo tenere alta la comune sensibilità democratica e restare fedeli ai principi che ispirano la nostra convivenza. È questo lo spirito che rende questa importante giornata di ricordo un momento di impegno dell'intera comunità nazionale».

La terribile strage del 28 maggio 1974 ha lasciato un segno profondo nella storia della Repubblica - ricorda Mattarella -. Oggi, nel giorno dell'anniversario, «desidero esprimere i miei sentimenti di solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime innocenti, ai loro amici e compagni di lavoro, a tutti coloro che sono stati capaci - sin dal momento dell'attentato e poi nel corso degli anni, instacabilmente - di una grande reazione civica, grazie alla quale la democrazia è stata capace di sconfiggere le forze e i progetti eversivi».

Il presidente della Repubblica afferma che «Brescia è stata ferita, straziata dal dolore. Ha pianto i suoi concittadini caduti in Piazza della Loggia e ha saputo divenire esempio per tutta la comunità nazionale»: ai terroristi che volevano colpire la convivenza, le istituzioni, la libertà politica e sindacale, ha risposto «con l'unità della sua gente, cercando tenacemente la verità e le responsabilità, conservando la fiducia in quella partecipazione democratica che gli eversori di matrice neofascista volevano indebolire».
"È stato lungo, e faticoso, il cammino della giustizia. Le condanne, ora divenute definitive - nota il capo dello Stato - sono
il risultato dell'impegno di uomini dello Stato e della spinta incessante giunta dalla società civile, a partire dall'associazione che ha riunito i familiari delle vittime». Ora la memoria dei fatti di Brescia, che si legano alla catena del terrore di quegli anni, sollecita «a rafforzare sempre più la nostra cultura democratica, a costruire insieme il bene comune, a trasmettere alle nuove generazioni i valori di una civiltà che rispetta la libertà e le differenze».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: