venerdì 31 luglio 2009
Al via il piano per il Sud del governo. Fondi sbloccati per 4 miliardi e 313 milioni di euro per la regione di Lombardo, che esulta. Critiche del Pd: «Il governo vende fumo».
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Sono chiuse per sempre le discussioni di un Nord contro un Sud...». Non c’è ancora il piano annunciato ma il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha appena dato via libera allo sblocco di 4 miliardi e 313 milioni di euro di fondi per le aree sotto-utilizzate (i famosi Fas) destinati alla Sicilia (e fermi da marzo) e Giulio Tremonti parla per raccontare la fine di un lungo braccio di ferro. «Non c’è mai stata una contrapposizione tra Nord e Sud... Anzi c’è stata sui giornali, ma non nella realtà». Esulta il ministro dell’Economia. Esulta Berlusconi. Ed esultano i "ribelli" siciliani. «Abbiamo fatto delle scaramucce di cui ci assumiamo delle responsabilità per arrivare a ottenere un risultato di pace che fosse soddisfacente per tutti», ripete Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe, che proprio giovedì sera aveva cenato con Berlusconi superando le ultime incomprensioni e gettando le basi per una futura collaborazione. E il partito del Sud? Oramai è definitivamente archiviato? Miccichè è netto: «Ho sempre detto che il Partito del Sud non era un obiettivo, ma uno strumento per raggiungere un obiettivo. Se lo strumento per raggiungere questo obiettivo diventa il ministro Tremonti sono felice». È proprio Tremonti a guardare avanti e a riconoscere che la strada è ancora piena di ostacoli. «Sappiamo bene che non tutto è definito e che ci saranno problemi, perchè è logico che ci siano problemi nella gestione di un piano che dura molti anni». Su un Piano per il Mezzogiorno ancora da definire si sofferma anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano: «Il presidente Berlusconi è già al lavoro per realizzare un piano che sarà presentato a settembre e che punterà a colmare il divario tra le due Italie e riequilibrare i rapporti tra Nord e Sud. Ipotizzo che avrà come priorità le infrastrutture, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica in una cornice di instancabile lotta alla mafia». Tremonti aggiunge ancora particolari: «Creeremo una struttura per il Sud. Non so se sarà una cassa per il Mezzogiorno, ma il senso politico è quello».Del piano però ieri non si è parlato nel Consiglio dei ministri. Ma si parte da un dato: i 4 miliardi di euro per la Sicilia. Il presidente del Senato Renato Schifani dopo aver seguito ogni passo della vicenda ed essersi speso per evitare drammatici strappi ora avverte: «Si tratta di uno stanziamento che la Sicilia non può e non deve sprecare come grande occasione di sviluppo». La Sicilia esulta. Il governatore Lombardo applaude. Ma le altre regioni rumoreggiano e chiedono un impegno altrettanto concreto. Schifani capisce e si fa ancora sentire: «Mi auguro che al più presto seguano stanziamenti per le altre regioni del Mezzogiorno perchè il Mezzogiorno, ribadisco, è un problema nazionale. Dobbiamo porre fine a un Italia a due velocità e renderci conto che se non cresce il Sud non cresce il Paese». E un problema reale, ma Tremonti rassicura: sono stati sbloccati fondi per la Sicilia «perchè è stata la prima regione a presentare il piano, per ottenere le risorse». Altre regioni protestano? «Già, ma si erano dimenticate di mandare il piano in base al quale vengono distribuiti i fondi. La Sicilia è stata la prima a farlo, e c’è stato il tempo di discuterne». Una pausa precede l’ultimo avvertimento. «Il dramma del Sud non è che mancano i soldi, ma che i soldi vengono spesi male», ripete il ministro dell’Economia che bissa l’affondo: «Quando il presidente Napolitano pone il problema della moralità pone una questione fondamentale», perchè il Sud «ha assorbito una quantità impressionante di capitali ma non in forma efficace». Un problema a cui Berlusconi e il governo vogliono dare una risposta.Il Pd attacca: «Una presa in giro». Il piano per il Mezzogiorno del governo? Una «bufala», una presa in ».giro, ovvero «nessuna nuova risorsa, ma lo sblocco di una piccola parte di fondi già stanziati in passato». Parte a testa bassa l’attacco del Pd alle misure decise dal  Cipe a favore delle aree del Sud. Il segretario Dario Franceschini ha convocato ieri a tamburo battente una conferenza stampa. Al suo fianco il responsabile Mezzogiorno del partito Sergio D’Antoni, che ha bollato il piano del governo come «tantu trafficu ppi nenti, tanto rumore per nulla». Tabelle alla mano i due hanno sparato a palle incatenate contro quella che hanno definito «l’ennesimo annuncio di Berlusconi», non suffragato dai fatti. Franceschini: «È tutta una presa in giro. Una manovra per risolvere una lotta interna al Pdl e andare in vacanza più tranquilli. Oggi – ha spiegato – un cittadino che legge che sono stati sbloccati i fondi per il Sud pensa che sia una cosa nuova: invece si tratta di soldi, peraltro indisponibili per il governo, che già spettavano alle Regioni meridionali. E nessuno parla dei 35 miliardi che sono stati tolti al Mezzogiorno e del fatto che i 4 miliardi di fondi sbloccati oggi non possono essere spesi nel 2009, perché non andranno a cassa prima del 2010». La verità, secondo il segretario del Pd, è un’altra: «Il Sud è stato tradito da un anno di governo Berlusconi. Ogni cosa che è stato necessario finanziare, da quelle nobili come il terremoto in Abruzzo a quelle ignobili come le multe per le quote latte, è stata finanziata togliendo fondi alle aree sottosviluppate». La reazione del Pd all’annunciato piano del governo è stata unanime. A Pierluigi Bersani, responsabile economico e in corsa per la segreteria, ha fatto venire in mente le parate militari ai tempi del fascismo, quando spostavano i carri armati dall’ultima fila alla prima per farli sembrare più numerosi: «Se Berlusconi vuole fare un piano Sud invece di spostare risorse come i carri armati di Mussolini da una parte all’altra del bilancio, ripristini il credito d’imposta per gli investimenti e l’occupazione. Si tratta di una misura autentica, pulita, ed efficace. Già così partirebbe bene il piano Sud. Altrimenti sono solo chiacchiere». E ha ricordato: «Noi lasciammo il nostro governo con risorse per il Mezzogiorno, con una pianificazione unificata e con strumenti nuovi. Tutto questo è stato in gran parte spazzato via. Adesso il centrodestra, però, non può cantarsele e suonarsele perché ci sono responsabilità di tutti quelli che hanno lavorato col centrodestra». Bersani ha bocciato anche la proposta di Tremonti per la creazione di un ente specifico: «Siamo alla schizofrenia: gli  stessi che parlano di federalismo parlano ora di una nuova Cassa per il Mezzogiorno». Mentre Massimo D’Alema ha utilizzato l’arma del sarcasmo: «Berlusconi riceve pezzi di classe dirigente meridionale a palazzo Grazioli e, a seconda del potere di ricatto, sblocca i fondi. Per ora ce l’ha fatta la Sicilia. Sono pezzi di ceto politico meridionale che si recano col cappello in mano dal padrone dei fondi che poi non è neanche Berlusconi ma Tremonti».
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