mercoledì 25 marzo 2009
Il Consiglio dei Ministri di venerdì non prenderà in esame il piano casa. Il Governo punta invece a trovare un'intesa con le Regioni entro martedì prossimo. Lo ha spegato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffele Fitto, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Già da questo pomeriggio lavoreremo ad una soluzione condivisa - ha spiegato Fitto - poi ci sarà una nuova Conferenza Unificata e solo allora il governo procederà».
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Il Consiglio dei Ministri di venerdì non prenderà in esame il piano casa. Il Governo punta invece a trovare un'intesa con le Regioni entro martedì prossimo. Lo ha spegato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffele Fitto, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Già da questo pomeriggio lavoreremo ad una soluzione condivisa - ha spiegato Fitto -  poi ci sarà una nuova Conferenza Unificata e il Governo poi procederà. Non è un problema di un paio di giorni, ma vogliamo fare presto su un provvedimento così atteso".La decisione è arrivata  dopo il no unanime di tutte le regioni, di centrodestra e centrosinistra, allo strumento del decreto. "Il fronte regionale non vuole soluzioni che ledano i principi costituzionali delle Regioni. Per noi è molto importante che non si parta da quel decreto. Se domani dovessimo trovare un accordo, potrebbe essere già pronto per venerdì ma probabilmente bisognerà avere qualche giorno in più. Nel merito l'interesse di tutti nell'accelerazione nei lavori piccoli nel campo edile direi che c'è". Lo ha detto Mercedes Bresso che ha indicato i punti posti dalle regioni per il tavolo negoziale con il governo. A rincarare la dose anche Umberto Bossi, leader della Lega e ministro delle Riforme: "Bisogna trattare per evitare scontri". L'intervento di Napolitano. Ma la novità che forse ha reso più prudente il governo sul piano casa è una lettera che il presidente della Repubblica avrebbe inviato al premier Berlusconi. Secondo alcune fonti parlamentari della maggioranza, Giorgio Napolitano avrebbe infatti indirizzato al presidente del Consiglio un missiva nella quale farebbe tra l'altro riferimento alla necessità di tenere conto del parere delle Regioni nel varare il piano casa. Il Quirinale, in serata, ha però smentito la notizia di una lettera ufficiale inviata dal capo dello Stato: se una lettera esiste, si è precisato, può essere soltanto di natura riservata e personale. Anche Berlusconi ha smentito, dicendo a proposito di questa eventuale lettera "non ne so nulla".Il presidente del Consiglio si è sentito tuttavia in dovere di chiarire che il testo del piano casa che eracircolato nei giorni precedenti "non è quello a cui io avevo già lavorato" e che ha intenzione di ridurloall'essenziale in pochi articoli. Poi ha aggiunto: "Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguardano gli immobili urbani. Decreto o disegno di legge che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare". Il premier ha precisato che intende trovare un accordo con i rappresentanti delle Regioni e che se il piano casa assumerà la forma legislativa del decreto o del disegno di legge dipenderà dall'esito del confronto con gli enti locali previsto per oggi. Il presidente Napolitano e il premier Berlusconi si erano incontrati al Quirinale lo scorso 17 marzo, dopo le tensioni sul caso del decreto legge sul caso di Eluana Englaro che il capo dello Stato aveva deciso di non firmare. In occasione di quell'incontro, secondo quanto era trapelato, avrebbero discusso proprio dei contenuti del piano casa. C'era la preoccupazione da parte del Quirinale che il provvedimento del governo potesse scavalcare le prerogative delle Regioni rendendolo vulnerabile sulla valutazione dicostituzionalità. Contrario il Pd. Il Pd, in una polemica conferenza stampa, ha ieri replicato a Berlusconi consegnando ai giornalisti il testo del decreto che era stato inviato nei giorni scorsi a sindaci e governatori su carta intestata di Palazzo Chigi. In quella bozza si prevedeva in effetti che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi regionali e ai piani regolatori con norme valide in tutto il territorio nazionale. "Noi stiamo facendo un'operazione verità chiedendo al governo di fare marcia indietro", ha detto il segretario Dario Franceschini parlando di "decreto cementificazione". Se il testo del piano casa non dovesse cambiare, il Pd annuncia una dura opposizione in Parlamento. Berlusconi ha risposto direttamente a Franceschini: "Non c'è nulla di incostituzionale nel piano casa del governo".
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