sabato 16 gennaio 2021
«Rimborsi anche per chi è rimasto aperto. Con l’ultimo dl differite al 31 gennaio le scadenze delle cartelle fiscali, ora lavoriamo a un intervento strutturale»
La vice ministro dell'Economia, Laura Castelli

La vice ministro dell'Economia, Laura Castelli - Ansa

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Viceministra Laura Castelli, lo scostamento di bilancio è salito dai 24 annunciati a 32 miliardi? Serviranno tutti a finanziare il prossimo decreto legge? Può anticiparci le misure principali? Siamo in una fase delicata, molti Paesi stanno già vivendo una terza ondata. Dobbiamo essere pronti ad ogni necessità, sperando che questa pandemia finisca il prima possibile. Sono risorse che serviranno per affrontare due grandi temi, non solo ristori, ma anche misure economiche per la ripartenza. Interverremo sostenendo ancora il lavoro, con strumenti come la cassa integrazione, e l’impresa, con un fondo anche per autonomi e professioni, ma pure i Comuni. Prevediamo nuovi investimenti in spesa sanitaria, soprattutto per affrontare al meglio la campagna vaccinale. E poi ci saranno interventi più di settore, per sostenere le varie realtà, dalla cultura allo sport.

In materia di ristori per le attività economiche cambieranno la platea dei destinatari e i meccanismi di erogazione rispetto ai decreti precedenti? Stiamo lavorando ai ristori per chi è rimasto aperto, ma comunque ha registrato un calo importante di fatturato, andando a confrontare quello del 2020 con quello del 2019. E poi dovremo assicurare le risorse per i primi mesi del 2021, per accompagnare le nuo- ve limitazioni introdotte dal Dpcm. Per alcuni settori, poi, stiamo valutando di superare il meccanismo dei codici Ateco. A livello europeo, si stanno usando criteri diversi, ad esempio per gli impianti di sci, dove si fa una valutazione legata ai costi fissi.

Lei ha più volte segnalato la necessità di intervenire sulle cartelle fiscali. Si tratterà di una dilazione dei pagamenti o anche misure più strutturali? Intanto, con il decreto legge adottato ieri (giovedì, ndr) differiamo al 31 gennaio i termini per le notifiche di accertamenti e cartelle. È il tempo che ci serve per intervenire, grazie al nuovo scostamento, con un decreto che in modo strutturale possa aiutare cittadini e imprese nel loro rapporto con il fisco. Stiamo lavorando ad una rottamazione quater, ad un nuovo saldo e stralcio e poi, in modo straordinario, dovremo trattare tutte le posizioni maturate nel 2020, a causa di questa pandemia. Senza dimenticare che va pulito il 'magazzino', pre 2015, dai ruoli inesigibili: costa troppo e non porta a nulla. Riguarda in gran parte soggetti falliti, deceduti, imprese cessate, da cui lo Stato non può più riscuotere.

Il 31 marzo scade il blocco dei licenziamenti. Con i nuovi fondi in arrivo per la Cig ci sarà una proroga del blocco? E di che tipo: generalizzata per tutte le aziende o più mirata? Dobbiamo continuare a sostenere i lavoratori, ma non possiamo pensare che il blocco dei licenziamenti si possa prorogare in eterno. Questa fase deve servire per programmare ciò che dovrà avvenire dopo, e lo dobbiamo fare aprendo un confronto serio con le parti sociali. Tutti assieme dobbiamo avere la capacità di programmare l’Italia del post Covid, sfruttando al meglio le opportunità che arriveranno dal Recovery plan, anche in termini di occupazione. Sono molto ottimista, vedo grandi spazi di crescita e di riscatto per l’intero sistema-Paese.

Dopo l’uscita di Iv il premier Conte punta a trovare i voti in Parlamento. Non teme che una maggioranza risicata possa rendere il governo più debole di fronte alle grandi sfide da affrontare? Questo è veramente tempo di costruttori, e penso anche che sia l’ora di guardare, con serietà, alle prossime generazioni. Lo dico con la consapevolezza di chi appartiene ad una generazione che, se non interveniamo in tempo, pagherà gli errori commessi da chi governava guardando solo alle elezioni. Abbiamo un’opportunità, come Paese, irripetibile. I 209 miliardi, messi assieme a tutti gli altri fondi europei, e alla spesa corrente, rappresentano l’occasione di dar vita ad un vero piano industriale. Ci deve essere spazio solo per il 'noi', i personalismi non servono a niente. Se utilizziamo questo come approccio, e riconosciamo tutti il grande lavoro fatto dal presidente Conte, potremo fare bene.

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