giovedì 25 febbraio 2010
Oltre 600mila tonnellate di gasolio minacciano l’ecosistema della pianura padana. Corsa contro il tempo per fronteggiare la gravissima emergenza. Piacenza, bloccata l’attività della centrale Enel. Aperte le paratie inferiori. È l’ultimo baluardo per fermare la corrente oleosa.
COMMENTA E CONDIVIDI
È disastro ambientale. Non sono state sufficienti le misure messe in atto dal comune di Monza e dalla regione Lombardia :le barriere collocate non hanno retto e l’onda nera delle 600mila tonnellate di gasolio, in poco più di 24 ore, ha raggiunto il Po e sta inesorabilmente scivolando a valle. La protezione civile dell’Emilia Romagna prevede che il materiale inquinante starà nel "grande fiume"per cinque giorni e interesserà l’asta delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara fino a lunedì. «Gli interventi urgenti attivati nella regione Lombardia - fa sapere la protezione civile - e in corso di attuazione in Emilia Romagna hanno limitato le quantità di olio combustibile in transito sul Po. Il passaggio della massa di olio combustibile potrà essere segnalato da odore caratteristico di idrocarburi che perdurerà per alcuni giorni e da una colorazione iridescente delle acque superficiali». E il Presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che si è detto "preoccupato" e ha sollecitato "la massima collaborazione per affrontare situazione e ridurre i danni ambientali" ha chiesto lo stato di emergenza in stretto raccordo con la Regione Lombardia. Intanto proseguono le attività di cooperazione tra le due Regioni, le Prefetture e le Province interessate, l’Arpa, le Protezioni civili regionali, l’Aipo, i Vigili del Fuoco e l’Autorità di bacino. Tutti insieme per affrontare l’emergenza ambientale che ha riunito nelle prefetture di Milano, ieri mattina e di Piacenza, ieri pomeriggio, le task force delle due regioni. Il piano, già in esecuzione, riguarda il posizionamento di barriere su cinque punti del fiume e successivamente è anche previsto l’arrivo di speciali attrezzature Skimnner che, abbinate ad auto spurghi già messi a disposizione tramite Enia, provvederanno a estrarre la massa oleosa intercettata dalle barriere. Questa verrà inviata negli appositi siti di stoccaggio provvisorio.«Siamo di fronte a un disastro ambientale vero e proprio - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - il problema non riguarda solo il fiume Lambro ma tutta l’asta del Po fino al delta. Per arginare i danni che può causare la macchia d’olio, urge un coordinamento nazionale degli interventi delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna». E anche la centrale Enel di Isola Serafini, nel Po piacentino, ieri sera alle 19.15 ha fermato l’impianto, aprendo le paratoie inferiori per far defluire il Po dal basso e trattenere così la macchia oleosa nello sbarramento. Attualmente le zone più colpite sembrano essere quelle più distanti dal luogo dello sversamento, vale a dire le campagne del sud Milano e del lodigiano, dove il Lambro si immette nel Po.  E sul disastro ambientale provocato al fiume Lambro nelle province di Milano, Monza e Lodi, il governo terrà oggi alle 15 nell’Aula della Camera una informativa d’urgenza.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: