lunedì 24 novembre 2014
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Un appello per conoscere la verità sulla sorte degli studenti messicani sequestrati dalla polizia e consegnati ai narcos nello Stato di Guerrero è stato consegnato oggi pomeriggio al Console generale del Messico a Milano, Marisela Morales Ibaňez. L’appello, rivolto anche al Ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, affinché il Governo italiano si attivi presso le Autorità messicane per conoscere la sorte dei 43 studenti sequestrati e scomparsi nello stato di Guerrero, è stato presentato al diplomatico da una delegazione dei firmatari. Il Console generale Marisela Morales Ibaňez, ha detto ai presenti che l’Ambasciatore del Messico a Roma, proprio nella giornata, ha prontamente risposto al ministro Gentiloni, ricordando che nei giorni scorsi nel corso di una riunione della Commissione interamericana per i Diritti umani era stata formalizzata la costituzione di una Commissione internazionale di indagine riguardante la scomparsa dei 43 studenti nello stato messicano di Guerrero. Il Console ha illustrato il contenuto dell’accordo, spiegando che la Commissione sarà composta, oltre che da rappresentanti dei familiari dei ragazzi scomparsi, anche da autorevoli esperti internazionali e, al riguardo, ha aggiunto che sicuramente saranno valutate con la dovuta attenzione le candidature eventualmente avanzate dal governo italiano. L’appello, promosso dall’architetto Anna Steiner, ha come primi firmatari il Presidente del Gruppo Pse del Parlamento europeo, Gianni Pittella, la presidente della Commissione sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, il presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano, Nando dalla Chiesa, lo scrittore Corrado Stajano, il presidente della Foresta dei Giusti Gabriele Nissim. Ed è stato sottoscritto da centinaia di intellettuali, lavoratori, artisti, giornalisti e professionisti. Il testo: Appello per gli studenti desaparecidos in Messico Leggiamo sui quotidiani notizie sconvolgenti, "Un vero film dell'orrore" ( scrive la Repubblica del 9 / 11), sulla fine che avrebbero fatto i 43 studenti , arrestati nello Stato del Guerrero di Messico e poi consegnati ai narcos del clan Guerreros Unidos. Sarebbero stati torturati, uccisi, bruciati, per poi triturarne i resti, messi in sacchi e gettati nel fiume San Juan, secondo la testimonianza di 3 della banda dei narcos. I familiari chiedono di avere prove relative alla fine dei loro cari e noi, con loro, vogliamo sperare che siano ancora vivi. Sentiamo, in modo urgente, di dover essere solidali in modo attivo con loro. Crediamo doveroso un intervento ufficiale del nostro Governo, attraverso il nostro Ministro degli Esteri, che nella sua giovinezza ha militato, come molti dei firmatari di questo appello, nelle file di quel Movimento Studentesco, che si batteva in Italia, in Messico e in tutto il mondo, come questi ragazzi ora, contro ogni politica dello studio e del lavoro discriminatoria e contro ogni forma di corruzione. Siamo convinti che la pressione del mondo democratico possa essere utile ad ottenere di far luce sui fatti successi, per capire le ragioni di quanto é effettivamente accaduto e, soprattutto, impedire che violenze analoghe accadono mai più. Facciamo appello all'intero arco di forze democratiche per mobilitarsi nei confronti del Governo Messicano, per fare chiarezza e aiutare i familiari ad ottenere prove e risposte.
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