venerdì 12 agosto 2011
La sciagura dopo la collisione con la «Jolly Grigio». Arrestati il timoniere e un ufficiale del cargo che ha speronato l'imbarcazione.
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La morte si è di nuovo affacciata sul Golfo di Napoli e ieri mattina si è presa due vite: due pescatori risucchiati dal mare insieme alla loro barca speronata da un mercantile, la Jolli Grigio. Il dolore ha ancora una volta lambito la costa napoletana e lasciato nello sgomento altre famiglie. Vincenzo e Alfonso Guida, padre e figlio, di 43 e 21 anni, erano a bordo del peschereccio “Giovanni Padre”.Dopo la tragedia, nella tarda serata di ieri, dopo un lungo interrogatorio negli uffici della Guardia Costiera di Napoli, è stato disposto l’arresto del terzo ufficiale e del timoniere della "Jolly Grigio", già trasferiti a Poggioreale. L’ipotesi di reato formulata nei confronti del terzo ufficiale e del timoniere è di disastro colposo. Il provvedimento è stato adottato dopo aver, tra l’altro, raccolto le testimonianze di alcuni pescatori e componenti dell’equipaggio della Jolly Grigio. Secondo una prima ricostruzione, è ipotizzabile che al momento dell’incidente nessuno fosse ai comandi del portacontainer.Nella "Giovanni Padre" c’era anche un terzo pescatore, il capobarca, Vincenzo Birra, 33 anni, salvato prima che il peschereccio si inabissasse, dalla Guardia Costiera e dagli uomini di un altro peschereccio, il “Rosinella”, che hanno prestato i primi soccorsi. Ricoverato all’ospedale Rizzoli di Ischia ha raccontato di aver visto «che la prua del cargo ci ha colpito in pieno sulla murata di dritta (il lato destro dell’imbarcazione, ndr) e ho fatto solo in tempo a buttarmi in mare». Come i due sfortunati pescatori morti, anche Birra è di Ercolano. Tutti pescatori esperti e professionisti del mare.L’imbarcazione aveva lasciato all’alba di ieri il porto del Granatello a Portici. Poco prima delle nove, il cargo Ro-Ro “Jolly Grigio” della Linea Messina, partito da Napoli con destinazione Marsiglia, era in navigazione a circa due miglia «al traverso dell’isola di Ischia». Gli uomini a bordo hanno visto alla propria sinistra il peschereccio, ma «purtroppo, nonostante le manovre compiute, non è stato possibile evitare la collisione e il conseguente affondamento del peschereccio», hanno dichiarato i vertici della compagnia “Ignazio Messina&Co” di Genova. «Il comandante della nave, Aniello Puglisi, imbarcato con la compagnia genovese dal 1990 – prosegue la nota – come d’uso in queste situazioni ha immediatamente avviato le procedure di emergenza per la ricerca ed il soccorso in mare». La “Jolly Grigio” è subito rientrata a Napoli.Mentre proseguono le ricerche dei corpi dei due pescatori, sono subito partiti gli accertamenti per conoscere le cause della collisione. Per alcune ore si è fatta strada l’ipotesi che una rete calata dal peschereccio sia stata agganciata dal mercantile e li avrebbe fatti avvicinare fino alla collisione.L’imbarcazione più piccola si è inabissata con grande velocità. I fondali in quella zona di mare, al largo della punta San Pancrazio di Ischia, superano i 400 metri di profondità. «Stiamo verificando quanto accaduto per cogliere tutti gli aspetti di questa vicenda al fine di stabilire le cause, non solo le responsabilità», ha detto l’ammiraglio Felicio Angrisano, comandante della Capitaneria di Porto di Genova. «È necessario stabilire le cause oltre alle responsabilità – ha ripetuto Angrisano – anche perché questi episodi devono fare sì che l’Amministrazione possa porre in essere delle regole affinché non si verifichino più».In tarda serata si è appresa la notizia dell’arresto del terzo ufficiale e del timoniere della "Jolly Grigio", eseguito  dagli uomini della guardia costiera, nell’ambito dell’inchiesta disposta dalla Procura di Napoli. I due uomini sono stati arrestati dopo un lungo interrogatorio: le accuse nei loro confronti sono di naufragio e omicidio colposo plurimo. Secondo una prima ricostruzione, è probabile che al momento dell’incidente nessuno fosse ai comandi del portacontainer.
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