mercoledì 12 febbraio 2025
Dossier della campagna Ero straniero: solo il 7,8% delle domande si trasforma in documenti di soggiorno e impieghi stabili. Iter burocratici sempre più complicati. Coldiretti: superare il click day
L'insegnamento della lingua italiana ai migranti che hanno avviato un iter per il permesso di soggiorno nel nostro Paese

L'insegnamento della lingua italiana ai migranti che hanno avviato un iter per il permesso di soggiorno nel nostro Paese

COMMENTA E CONDIVIDI

I numeri dimostrano che le politiche sul decreto flussi non funzionano, anzi creano solo più irregolarità. È quanto rivela l'ultimo dossier della campagna "Ero straniero", che ha preso in esame i dati relativi agli ingressi per lavoro a partire dai Click day di dicembre 2023 e marzo 2024, ottenuti grazie gli accessi civici ai ministeri coinvolti dal procedimento (ministero dell’interno, ministero degli affari esteri e della cooperazione e ministero del lavoro e politiche sociali).

Nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari: infatti, sono state 9.331 le domande per l’ingresso di lavoratrici e lavoratori finalizzate presso le prefetture italiane su un totale di 119.890 quote assegnate nel corso dell’anno. Nel 2023 la percentuale è stata del 13% (16.188 pratiche concluse a fronte di 127.707 quote assegnate). Se poi ci riferiamo al passaggio conclusivo, e cioè al rilascio materiale del permesso di soggiorno da parte delle questure, rispetto ai flussi 2023, a un anno dai click day, i permessi effettivamente concessi sono stati 9.528, con un tasso di successo della procedura rispetto alle quote che si abbassa al 7,5%.

Il numero di lavoratrici e lavoratori che riescono a chiudere l’iter e ottenere un impiego e un permesso di soggiorno continua a essere drammaticamente esiguo. Il meccanismo pare incepparsi, in particolare, al momento dell’ingresso in Italia nella fase che coinvolge le nostre rappresentanze diplomatiche nei paesi di origine: rispetto ai posti disponibili, è basso sia il numero di visti richiesti, sia il numero visti rilasciati. Riguardo al 2024, infatti, i visti rilasciati sono 24.151, pari al 28,9% dei nulla osta al lavoro concessi (83.570). Per i flussi legati ai click day di dicembre 2023, dopo un anno dalla misura, sono stati rilasciati complessivamente 37.790 visti, il 50,8% dei nulla osta concessi (74.445). Tutto ciò nonostante si vada verso un incremento del personale dedicato a queste pratiche nelle rappresentanze. Ma servono mesi e mesi alle persone con il nulla osta in mano per presentare la richiesta di visto, servizio di solito appaltato ad agenzie e società private con risultati da sempre problematici.

Rimangono poi forti difficoltà legate all'iter burocratico cui si va incontro presentando la domanda di regolarizzazione. In particolare, queste difficoltà sono collegate alla pre-compilazione delle istanze.. L’anticipo della compilazione delle domande rispetto ai click day di febbraio 2025, i tempi strettissimi e una serie di richieste aggiuntive hanno solo messo in difficoltà datori di lavoro, imprese e famiglie, determinando una drastica riduzione dei numeri delle domande di assunzione. Le quasi 165.000 domande pre-compilate coincidono, nella sostanza, con le quote messe a disposizione per i flussi 2025, mentre in passato le domande pervenute sono sempre state molte di più delle quote stabilite: ciò non è accaduto a causa dei controlli rafforzati sull’affidabilità dei datori di lavoro, che non ci sono stati. L’ipotesi che possiamo avanzare è che la procedura sia diventata estremamente onerosa in termini burocratici e che molti datori di lavoro abbiano deciso di non ricorrere a questo meccanismo per assumere lavoratrici e lavoratori, lasciando così spazio ulteriore al lavoro nero e alla precarietà.

La campagna Ero straniero, di fronte al persistere di tali criticità, ha ribadito la necessità di una riforma complessiva del sistema di ingresso per lavoro, a partire dal superamento dei click day. Da posizioni diverse, è la stessa richiesta avanzata da Coldiretti. Con le quote di ingressi "bruciate" nello spazio di pochi minuti, senza peraltro la sicurezza che i lavoratori arrivino e siano effettivamente disponibili quando serve - ha spiegato Coldiretti - è giunto il momento di superare una volta per tutte un meccanismo che non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego in agricoltura. L'intervento della principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo ha sottolineato come il primo problema sia rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili; nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%, ma nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena un terzo. ​In secondo luogo, secondo Coldiretti, è sempre più necessario lavorare anche sui consolati, dove troppo spesso si creano dei "colli di bottiglia" sull'invio delle domande

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: