venerdì 29 settembre 2023
Dopo gli ultimi terremoti, l'annuncio del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che dice: «Andava realizzato 30, 40 anni fa». Esecutivo al lavoro per una legge da varare in pochi giorni
Le fumarole della solfatara di Napoli in occasione della forte scossa di terremoto di mercoledì scorso

Le fumarole della solfatara di Napoli in occasione della forte scossa di terremoto di mercoledì scorso - Fotogramma

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Il Governo pensa ad un piano di evacuazione e ad una legge, da varare in tutta fretta, per prevenire le conseguenze del rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei, in Campania, da sempre interessati da una vivace attività vulcanica. È quanto annuncia il ministro della Protezione civile e difesa del mare, Nello Musumeci, che spiega: il piano deve «tener conto del reticolo stradale di un’area di mezzo milione di abitanti fortemente antropizzata». Interventi, lamenta il ministro, che «andavano realizzati 30, 40 anni fa. Ma è inutile piangere sul latte versato, dobbiamo metterci subito all’opera».

Si stanno ora individuando «le risorse necessarie e credo che in un paio di settimane la legge potrà essere varata. Si parla di decine e decine di milioni». L’emergenza è «ormai strutturale», aggiunge Musumeci, «perché il fenomeno del bradisismo dura da molto tempo», ma nelle ultime settimane «si è accentuato, le autorità locali si sono allarmate, hanno chiesto l’intervento della Protezione civile e siamo intervenuti - prosegue -. Ho incontrato i sindaci, siamo in contatto con la prefettura e la Regione e abbiamo ascoltato la voce degli amministratori». Il provvedimento legislativo ruota attorno a tre, quattro iniziative per dare omogeneità agli interventi. Due gli aspetti prioritari: «Da un lato capire di fronte a quale patrimonio edilizio ci troviamo, cioè il tasso di vulnerabilità del costruito»; dall’altro, serve fare «una seria campagna di comunicazione e informazione perché la popolazione deve avere la consapevolezza di vivere su un territorio a rischio. In caso di necessità essere pronta ad adottare le necessarie iniziative».
Dal canto suo, il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ammette: «Dobbiamo essere pronti, perché chi amministra una città deve essere pronto a qualsiasi azione. In caso di eruzione vulcanica abbiamo un piano di evacuazione che è quello della Regione Campania sul rischio vulcanico. È l’unico. Un piano del bradisismo vero e proprio non esiste».

Il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, invoca cautela: «Occorre gestire tutta questa vicenda usando una comunicazione appropriata e anche con grande responsabilità. Ovviamente i piani di emergenza prevedono anche l'evacuazione, ma siamo molto lontani da quella dei Campi Flegrei, adesso faremo anche degli aggiornamenti per avere strumenti molto più solidi di gestione rispetto a quelli già molto qualificati che abbiamo».

E mentre chiede più fondi, il governatore campano Vincenzo De Luca, informa che avverrà a breve in via sperimentale «una esercitazione in relazione al piano di evacuazione» e che è in atto «una verifica che riguarda in modo particolare il sistema dei trasporti, le linee ferroviarie Cumana Circumvesuviana. È un aspetto delicato che va preso in considerazione».

Intanto, in merito ai possibili collegamenti proprio tra il bradisismo e l’eruzione dei Campi Flegrei, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fa chiarezza escludendoli. Lo fa sapere il direttore generale della Protezione civile della Campania, Italo Giulivo. Il piano di emergenza che esiste su Pozzuoli e su aree vicine riguarda l'eruzione, conferma Giulivo, non il terremoto per il bradisismo in atto. Se si passasse allo stato arancione di pre-eruzione inizierebbe una valutazione tecnico-scientfica che potrebbe portare ad un possibile decreto del governo per l'evacuazione, a cominciare dai turisti, e dai residenti nelle aree più a rischio, tranne quelli che per situazioni particolari (persone con handicap, figli piccoli, genitori anziani) possono restare a Pozzuoli, almeno fino al livello rosso, che comporta l'obbligo di evacuazione per tutti.

«Lo sciame sismico - sottolinea Giulivo - è un movimento del terreno che si gestisce anche avendo la piena conoscenza della vulnerabilità delle singole strutture. Se un condominio ha un livello di resistenza sismica adeguato si sa che resiste: del resto non è mai caduto un fabbricato a Pozzuoli per il bradisismo. Se invece c'è una casa vetusta, senza manutenzione, abusiva, si deve avere la coscienza di chiedere una valutazione a un ingegnere». Con il bradisismo in atto «lavoriamo sul sollevamento del suolo e stiamo verificando se porta problemi nelle fognature, nei tunnel della Cumana - dice Giulivo -. Il 6 ottobre faremo una riunione per verificare la situazione di queste aree».

Per Legambiente, che segnala «i pochi passi in avanti compiuti da oltre un decennio sul lato della mitigazione del rischio», la soluzione sta «nell’applicare il principio di precauzione, riducendo la popolazione esposta, programmando e pianificando misure di alleggerimento del carico insediativo a favore del riequilibrio tra aree costiere e aree interne». Invece, è la triste conclusione dell’associazione ambientalista, «in tutta l'area metropolitana di Napoli si è continuato a costruire e gli insediamenti sono andati crescendo, un magma di cemento parallelo al silenzio dei vulcani». Insomma, per Legambiente siamo ancora allo stato di «io speriamo che me ne scappo».

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