venerdì 3 novembre 2017
Incontro coi sindacati: deroghe su lavori gravosi, ma a saldi invariati. Tavolo tecnico fissato per il 13 novembre
L'incontro di ieri sulle pensioni tra governo e sindacati

L'incontro di ieri sulle pensioni tra governo e sindacati

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I sindacati hanno chiesto il blocco dell’automatismo che lega l’uscita dal lavoro con l’aspettativa di vita. Ieri i rappresentanti sindacali hanno provato a convincere il governo in un incontro a Palazzo Chigi durato poco più di due ore e sono riusciti a strappare un tavolo tecnico. Il nuovo confronto con il governo è stato fissato per il 13 novembre. Lo ha annunciato la leader della Cgil Susanna Camusso: «Un incontro tecnico, ma anche politico in cui si conosceranno le cifre concrete e le intenzioni reali. Verificheremo cioè se ci sarà una vera disponibilità a cambiare i meccanismi sull’aspettativa di vita oppure no e se ci sarà bisogno di scegliere altre strade per ottenere risposte anche su altri temi». E il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha confermato che il tavolo «avrà aspetti tecnici e politici, che riguarderà la possibilità di estendere le categorie assoggettate ai lavori gravosi per vedere di staccarle dal meccanismo di aumento automatico». «Sotto il vincolo – ha aggiunto il titolare del Mef – che le eventuali modifiche non intacchino la sostenibilità del sistema previdenziale, che è il pilastro fondamentale della sostenibilità finanziaria».

«L’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita non è una decisione di questa legge di Bilancio – avrebbe detto il premier Paolo Gentiloni ai leader di Cgil, Cisl e Uil –. È una norma varata dai governi precedenti che è già stata attuata due volte in questi anni». «Il Parlamento è naturalmente sovrano – avrebbe aggiunto il presidente del Consiglio – ma noi non escludiamo che si possa correggere qualcosa in un tavolo tecnico di confronto con le parti sociali. Possiamo discutere subito di misure che riguardano categorie specifiche e casi particolari, individuando i lavori più gravosi e ragionare anche sui metodi di calcolo dell’aspettativa di vita. La premessa è non superare i principi generali della norma sull’aspettativa di vita».

La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan ha ricordato che «non tutti i lavori sono uguali e non tutte le aspettative di vita sono uguali: verificare per ogni tipologia di mestiere, più gravoso, più pericoloso, più nocivo per la salute lavoratori come è realisticamente l’aspettativa vita ci sembra una cosa giusta e corretta».

«I paletti che ha messo il ministro Padoan per noi sono tutti da verificare – ha precisato il leader della Uil Carmelo Barbagallo –. Di positivo c’è che continua la discussione perché ci siamo dati appuntamento con una serie di incontri tecnici che incominceranno lunedì prossimo per arrivare poi alla verifica il giorno 13 novembre ».

Dai primi calcoli, sarebbero circa 15mila i lavoratori interessati dall’estensione alle 11 categorie di lavori gravosi collegate all’Ape sociale della neutralizzazione fino al 2026 dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, già prevista dal 1° gennaio di quest’anno per le attività 'usuranti' dalla legge di Bilancio 2017. Ma la partita resta aperta. Anche perché al Senato sono già stati depositati in Commissione emendamenti per rinviare il decreto direttoriale necessario per rendere operativo entro il 31 dicembre il ritocco a 67 anni della soglia pensionabile per effetto dell’aggiornamento dell’aspettativa di vita certificato il mese scorso dall’Istat. Via XX settembre non chiuderebbe la porta a un intervento finalizzato a introdurre una mini-deroga. In questo caso il correttivo sarebbe limitato e comporterebbe un costo dai 90 ai 200 milioni di euro. Per l’ex ministro Fornero, tuttavia, «il rinvio dell’aumento dell’età pensionabile è rischioso. Sarebbe espressione di furbizia e mancanza di coraggio politico».

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