venerdì 2 luglio 2010
Maxi operazione della polizia postale di Torino che ha colpito un'organizzazione criminale con sede il 26 Paesi e ha portato all'arresto di 70 persone. L'indagine è stata condotta in collaborazione con Europol ed Fbi.
COMMENTA E CONDIVIDI
Sei italiani arrestati in altrettante regioni e circa 70 stranieri residenti in 26 Paesi individuati. È questo il bilancio di una vasta operazione contro la pedopornografia condotta dalla polizia postale di Torino che, nel corso di un'indagine durata due anni e svolta con personale sotto copertura, ha individuato una vera e propria organizzazione internazionale dedita alla produzione e alla diffusione via internet di immagini e filmati a sfondo sessuale con persone di età inferiore ai 18 anni.Nel corso dell'indagine, condotta di concerto con il centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online e coordinata dalla Procura di Torino, gli agenti sotto copertura sono riusciti, superando numerose prove per essere ammessi al circuito, a entrare in riservatissimi canali di comunicazione in tempo reale, all'interno dei quali hanno fatto uscire allo scoperto pedofili che, accettando la loro amicizia, hanno consentito l'accesso a video e immagini realizzate mediante lo sfruttamento sessuale dei minorenni.Gli arresti in Italia sono stati effettuati in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna.C'è anche un maestro tra i sei pedofili arrestati in Italia nell'ambito dell'inchiesta sull'organizzazione mondiale di diffusione e possesso di materiale pedopornografico che è stata sgominata dalla poliziapostale di Torino in collaborazione con l'Europol e l'Fbi. L'uomo ha 30 anni, è celibe e risiede in provincia di Matera. Fa l'insegnante di sostegno in una scuola elementare. Nel suo computer aveva 83mila file pedopornografici.Il profilo degli altri cinque arrestati sul territorio nazionale è pressochè il medesimo: giovane, non sposato e insospettabile. A finire in manette sono stati uno studente di 25 anni della provincia di Catania, un programmatore informatico di 33 anni di nazionalità tedesca residente in provincia di Bolzano, un disoccupato di 29 anni della provincia di Caserta, un operaio di 23 anni della provincia di Cagliari e un operaio  di  34 anni della provincia di Forlì. A quest'ultimo spetta l'agghiacciante primato del materiale pedopornografico detenuto: oltre 200mila file.L'operazione era partita due anni fa quando la Polposta fermò un ingegnere informatico di Milano a Settimo Torinese (Torino), incastrato mentre scambiava materiale con un agente sotto copertura. Da qui gli  agenti sono arrivati all'organizzazione che aveva creato una vera e propria rete mondiale, alternativa ai circuiti tradizionali, di produzione e scambio di materiale pedopornografico. Le vittime erano principalmente i bambini di età compresa tra zero e 12 anni, talvolta adescati in chat, che nei filmati venivano sottoposti a ogni tipo di angheria.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: