![Il "Peace-mob" dei Giovani per la Pace di Sant'Egidio Il "Peace-mob" dei Giovani per la Pace di Sant'Egidio](https://www.avvenire.it/c/2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.03.59.jpeg?width=1024)
Il "Peace-mob" dei Giovani per la Pace di Sant'Egidio - Foto Palmucci
Poche parole, tanti gesti. In una calda mattinata di primavera, sono una nuvola di colori i ragazzi delle scuole medie di Roma, riuniti a piazza di Spagna per il “Peace mob” di Sant’Egidio. Manifestazioni per la pace in Ucraina, quelle organizzate dai “Giovani per la Pace”, che sono diventate a Roma ormai un appuntamento fisso di queste settimane, dopo il sit in a piazza del Campidoglio e i raduni a piazza Vittorio.
![I ragazzi mostrano striscioni contro la guerra I ragazzi mostrano striscioni contro la guerra](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.03.59-(1).jpeg?width=620)
I ragazzi mostrano striscioni contro la guerra - Foto Palmucci
«Siamo qui oggi perché vogliamo che in tutto il mondo si scenda in piazza per chiedere la pace in Ucraina», dice Gabriele, 13 anni, e poi sale sul palchetto allestito davanti alla scalinata di Trinità de’ Monti, insieme ad Eleonora, di 14. «La guerra sta uccidendo tante persone innocenti – ricordano i due giovanissimi al microfono, emozionati, - e noi ragazzi non possiamo più stare a guardare. Diciamo stop alle bombe!». Poi, quando srotolano davanti alla fontana della Barcaccia i teloni con i colori della pace, inizia la festa. Già perché la pace per gli adolescenti, più che tante parole, è qualcosa che si vede, si ascolta, si tocca.
![La bandiera della pace srotolata in piazza di Spagna La bandiera della pace srotolata in piazza di Spagna](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.03.50.jpeg?width=620)
La bandiera della pace srotolata in piazza di Spagna - Foto Palmucci
«Siamo nati senza guerra, vogliamo anche invecchiarci», si legge su uno dei tanti cartelloni colorati che i ragazzi muovono a tempo di musica. Sono più di cento, da circa dieci scuole della città, e sono molto attenti. Cala il silenzio soltanto quando è il momento di ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle. Per prima la piccola Maria, fuggita dalla Siria, che ha visto cadere bombe accanto a casa sua. Poi è stato il turno di Lea Polgar, donna ebrea di 89 anni e testimone della Shoah, che, rivolta ai giovani, ha pesato ogni parola. «Ricordo a Roma gli aerei nemici che attraversavano il cielo, quasi oscurandolo, diretti verso il nord Italia, - ha raccontato, - tremava la casa e tremavo io, perché avevano una paura terribile». Poi ha chiesto ai ragazzi di combattere l’indifferenza, di aiutare i compagni ucraini, di coinvolgerli nella loro vita per alleggerire i loro dolori. Giovanissimi ucraini come Julia e Lilia, di 15 e 17 anni, a Roma da alcuni anni, ma spezzate a metà, con parte della famiglia sotto le bombe di Leopoli. «I nostri padri sono a combattere, - dicono, - Perché tutto questo? Siamo una nazione pacifica, con la guerra tutto è perduto».
![Lea Polgar interviene al flash mob dei Giovani per la Pace Lea Polgar interviene al flash mob dei Giovani per la Pace](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.04.00-(1).jpeg?width=620)
Lea Polgar interviene al flash mob dei Giovani per la Pace - Foto Palmucci
Alcuni dei presenti sono poco più che bambini. Arianna e Paolo frequentano la prima media all’Istituto Visconti, e sembrano avere le idee molto chiare. «Non capiscono che russi e ucraini sono popoli fratelli, - dice Arianna, - che senso ha uccidersi tra fratelli?». Paolo ascolta e poi interviene: «Gli accordi tra gli Stati servono, sicuramente, ma i soldati devono mettere giù le armi adesso, non c’è alternativa». Quello che i ragazzi possono fare, spiegano i due 12enni, è «organizzare flash mob come questo» e «parlare il più possibile di pace a tutti».
![I ragazzi delle scuole medie in piazza per la pace I ragazzi delle scuole medie in piazza per la pace](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.04.02-(2).jpeg?width=620)
I ragazzi delle scuole medie in piazza per la pace - Foto Palmucci
Le professoresse guardano i giovani alunni mentre muovono gli striscioni. «I cartelloni li abbiamo fatti insieme in classe, - racconta una docente di matematica del Visconti, - ogni volta che possiamo partecipiamo ai sit-in». Poi Gabriele, 14 anni, legge la lettera dei "Giovani per la Pace", breve ma chiara. «Oggi ci uniamo all’appello di Papa Francesco, - dice, - e chiediamo una “tregua pasquale” al conflitto in Ucraina. Vogliamo un mondo in cui violenza e razzismo, non siano più nei nostri dizionari».
![Più di cento ragazzi delle medie in piazza per la pace Più di cento ragazzi delle medie in piazza per la pace](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/0b1885c21f434108915a10df9be975dc/WhatsApp-Image-2022-04-13-at-17.04.02.jpeg?width=620)
Più di cento ragazzi delle medie in piazza per la pace - Foto Palmucci