sabato 19 gennaio 2013
​Linea dura di Berlusconi sugli "impresentabili". Passo indietro dell'ex ministro. Il Cavaliere si starebbe convincendo della necessità di dare un segnale forte non candidando chi è sottoposto a vario titolo a procedimenti penali.
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​Nervi sempre più tesi nel Pdl, alle prese con la definizione delle liste. Le trattative su Campania, Sicilia e Lazio sarebbero ancora in alto mare, a pochi giorni dalla presentazione dei candidati. Con il passare delle ore, infatti, il quadro politico si sarebbe complicato. Anche alla luce dello strappo di Claudio Scajola che questa mattina ha annunciato di non voler piùcorrere. A palazzo Grazioli, dove è riunito in maniera permanente una sorta di comitato ristretto, presieduto da Silvio Berlusconi, per la scelta dei nomi, si respira un clima molto difficile. Sul tavolo, c'è innanzitutto la questione dei cosiddetti 'impresentabilì. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, starebbe prevalendo la linea dura. Il Cavaliere si starebbe convincendo della necessità di dare un segnale forte non candidando chi è sottoposto a vario titolo a procedimenti penali. Rischierebbero quindi di restare fuori esponenti di spicco del partito: non solo Marcello Dell'Utri ma anche Nicola Cosentino, che fino a ieri era datosicuro al Senato in terza posizione. Secondo alcuni l'ex sottosegretario all'Economia, di fronte a un'eventuale esclusione, avrebbe chiesto garanzie per assegnare seggi certi ad alcuni suoi fedelissimi. Sarebbero quindi fuori dai giochi anche tutti coloro considerati in bilico in questi giorni: da Alfonso Papa a Marco Milanese a Luigi Cesaro (anche se secondo alcune voci l'ex presidente della Provincia di Napoli potrebbe cedere il posto a suo figlio Armando). Sono in corso frenetici contatti ed incontri. In via dell'Umiltà ci sarebbe stata una riunione per definire le liste in Campania 2, alla presenza dell'ex ministro Mara Carfagna e dell'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma. Gli ultimi sondaggi in suo possesso, certamente, ma anche l'operazione di 'repulistì del Pd (che ha deciso di tener fuori gli 'impresentabilì per problemi con la giustizia come Crisafulli, Papania e Caputo) sarebbero stati alcuni dei fattori determinanti per la linea dura chiesta dal Cavaliere. Una linea diversa da quella tracciata finora da Denis Verdini. La decisione di cambiare rotta, sarebbe arrvata questa mattina dopo una nottata didelicate trattative. Allo stato non c'è nulla di ufficiale, e non sono esclusi fino all'ultimo momento colpi di scena. Raccontano poi che ad avvertire gli esclusi sarebbe stato l'avvocato Niccolò Ghedini, incaricato di'scremare' le varie candidature soprattutto sotto il profilo processuale. Le riunioni in via dell'Umiltà e palazzo Grazioli continuano e si cerca di trovare una soluzione che garantisca la massima trasparenza delle liste in tempi brevi, visto che la consegna delle candidature scade alle 20 di lunedì prossimo. A destare scalpore nel partito è stata la rinuncia di Scajola alla candidatura in Parlamento di un fedelissimodel Cav come Scajola che ha motivato così la sua scelta: "Per la dignità mia e della mia famiglia non sopporto più esami da parte di alcuno sulla mia moralità". L'ex ministro dello Sviluppo si è difeso spiegando di aver "inanellato solo archiviazioni e procedimenti" riferendosi a tre procedimenti giudiziari: la vicenda della casa vicino al Colosseo (archiviata dalla Procura di Perugia dopo due anni di indagini), l'inchiesta sul porto di Imperia (archiviata una decina di giorni fa da parte della stessa Procura) e le indagini su Finmeccanica condotte dal pm Woodckok.
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