sabato 28 agosto 2010
Bersani arriva a sorpresa al meeting di Cl di Rimini e attacca: riusciremo a lasciarci Berlusconi alle spalle. Ma Bonaiuti replica: vuole solo un'ammucchiata di vecchia politica.
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«Questo governo non finirà la legislatura. Non lo dico solo adesso; è da un anno che lo ripeto». Pierluigi Bersani arriva in veste di ospite di lusso e collaudato, ma fuori programma quest’anno, al Meeting. Secca, dall’altro lato della Fiera, arriva la replica di Roberto Calderoli, che invece nel programma di quest’anno c’era: «Bersani non ne azzecca una, e se tanto mi da tanto questa è la migliore garanzia che arriveremo a fine legislatura», ironizza il ministro della Semplificazione. E, prima di intervenire all’incontro sulla mostra del Buon governo del pittore Ambrogio Lorenzetti, infierisce ancora sul segretario del Pd: «Forse ha sbagliato festa, visto che non l’avevano invitato».No, non ha sbagliato (anche se alle 19 e 30 è atteso nella vicina Ravenna, alla festa democratica) e d’altronde l’arrivo di Bersani era annunciato da giorni a Rimini nei tam tam. «Io vengo qui da sempre», ricorda subito. Appena arrivato, intorno alle 17 e 30, per lui un breve incontro nel salottino riservato agli ospiti, dieci minuti poi a chiacchierare con il presidente della Compagnia delle Opere Bernard Scholz nel suo stand, poi un’immersione nei padiglioni della Fiera in compagnia dell’imprenditore turistico padovano Graziano Debellini, scortato a distanza da un paio di volontari, niente a che vedere con le tradizionali catene umane dei volontari in maglietta rossa, in grado di tener lontana la ressa dei giornalisti. E invece la scorta a Bersani, al Meeting, quest’anno, la fanno proprio i cronisti, con lui che non si sottrae certo a taccuini e microfoni. «Non so mettere appuntamenti - risponde, sulla durata del governo -, ma già adesso si vede il profondo disfacimento della maggioranza. E la mia analisi prescinde da quest’agosto vergognoso». Gli chiedono allora degli scenari possibili, all’orizzonte. «Non so, in caso di crisi decide il Quirinale», premette. Ma serve: «un’altra Italia che riprenda la spinta e la fiducia di poter crescere per lasciarsi alle spalle Berlusconi». E sulle possibili alleanze «non ho  sentito dei no - dice -, ho sentito semmai un sacco di sì: così tanti che non me li aspettavo neanche io. E da tutti i lati», avverte. Non si fa attendere la replica di Palazzo Chigi, affidata a Paolo Bonaiuti: «Bersani è sceso a Rimini direttamente dalla Luna e ha detto che vuole subito una bella ammucchiata di vecchia politica per un’altra Italia, ovviamente senza Berlusconi voluto dalla maggioranza degli italiani... non poteva restare un altro po’ sulla Luna?», controbatte il portavoce del premier.Ma Bersani insiste, spera anche nel ruolo di Gianfranco Fini: «Non mi aspetto particolari risposte, ma si può discutere con lui di temi costituzionali che definiscono le regole del gioco», spiega. Parla di "riscossa civica" si dice soddisfatto del sì arrivato da Prodi al "nuovo Ulivo". E anche dell’attenzione di Casini: «Ha capito il senso della mia proposta».Accoglienza cordiale, per lui dalla gente del Meeting che ben lo conosce, qualche freddezza, a tratti lo scorta anche il deputato Maurizio Lupi, ma quando si rifanno sotto i giornalisti il vicepresidente della Camera, fa più di un passo indietro, come a non essere coinvolto negli attacchi politici che il segretario del Pd invia. A un certo punto, Bersani, si fionda fiducioso nella mostra sul lavoro possibile in tempi di crisi, ma l’illusione di essersi infilato nella ridotta "laburista" del Meeting dura poco, fin quando gli rivelano che a spiegargli la mostra è Andrea Lupi, uno studente di economia, che - vedi combinazione - è proprio il figlio del vicepresidente della Camera. Difficile fare proseliti, insomma, ma lui ci prova lo stesso: «Come fai a frequentare quel signore lì», dice indicando il papà, che da lontano sorride. Piccoli miracoli del Meeting.
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