lunedì 19 giugno 2023
Dopo le parole del fondatore del M5s sulle brigate di cittadinanza in passamontagna l'ex assessore alla salute del Lazio lascia il Consiglio regionale. Oggi pomeriggio la direzione dem
D'Amato si dimette. Il Pd critica Schlein

ANSA

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Il ritorno sul palco di Beppe Grillo inguaia Elly Schlein e il Pd. L’uscita sulle «brigate di cittadinanza con passamontagna» (in realtà lanciate mesi fa dal garante e proposte come un libera associazione di cittadini per lavori di pubblica utilità) crea scompiglio e ieri ha portato alle dimissioni dal Consiglio regionale del Lazio di Alessio D’Amato, ex assessore alla Salute e candidato del centrosinistra alle scorse regionali. Non è il solo ad aver espresso disagio rispetto alla partecipazione della segretaria al corteo voluto sabato da Giuseppe Conte contro la precarietà, ma la sua reazione è certamente quella più rumorosa e Carlo Calenda, che ne ha sostenuto la corsa per la Pisana, già lo corteggia («sarei felicissimo se venisse da noi»). Ad ogni modo il caso sarà senza dubbio al centro della direzione dem di oggi pomeriggio che a questo punto si annuncia più turbolenta del previsto.

«Va prestata grande attenzione a cosa si dice. E se lo si fa in una manifestazione pubblica, sì, possono essere considerate eversive - ha detto D'Amato -. Il passamontagna si è messo in circostanze nefaste per la Repubblica mentre per le proprie idee si combatte a viso aperto». Non è chiaro al momento se le dimissioni siano l'anticipo di un addio al partito (magari per approdare proprio al Terzo polo) ma il diretto interessato non pare escluderlo: «Dipenderà dall'evoluzione della discussione nei prossimi giorni. Sono sorpreso che nessuno mi abbia chiamato e lavorerò per far valere le tesi della sinistra riformista, che deve avere un linguaggio chiaro, farsi comprendere e contrastare sia i sovranisti che i populisti». Da notare inoltre che è stato lo stesso D'Amato a segnalare il diffuso «malcontento e malessere» nel partito «a cui bisognerà dare una risposta politica» e comunque, ha aggiunto, «la cosa più grave è che a 24 ore di distanza dalle parole di Grillo non ci sia stata una presa di distanze netta».

Sul caso è tornato lo stesso Grillo, spiegando che la sua era solo una battuta e chiedendo di fermare le polemiche: «Per favore fermatevi, era una boutade. Ma è possibile che prendete tutto sul serio. Anche i giornali hanno esagerato un po'. Fermatevi perché mi sono arrivate delle notizie drammatiche, veramente. È stato avvistato un pensionato di 74 anni - ha poi incalzato con ironia - un idraulico che stava aggiustando sei tombini di notte con un passamontagna. Fermatevi. Un albanese di 64 anni con cazzuola ha messo a posto otto marciapiedi durante la notte con il passamontagna. Non si può andare avanti così. Fermatevi». Già ieri "l'elevato" aveva postato provocatoriamente una foto di un militante del M5s in passamontagna, rivendicando quanto detto sabato dal palco di Roma.

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A ricucire ci ha provato Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, coordinatore dei primi cittadini Pd, ma anche sostenitore dell'abrgazione dell'abuso d'ufficio: «Se Schlein ha sbagliato ad andare nella piazza della manifestazione organizzata da Conte? No. Noi dobbiamo trovare un modo di coordinarci con le opposizioni. Altrimenti Meloni farà quello che vuole. È giusto che la segretaria tessa una tela su temi specifici». «Le parole di Grillo sono sbagliate e pericolose - ha aggiunto -. Credo che le abbia scelte per prendersi la scena e ostacolare un rapporto costruttivo tra le opposizioni. Che invece dovrebbe essere l'obbiettivo di tutti. Invece, alla prima vera occasione d'incontro, ci ha pensato Grillo con la sua uscita a ostacolare quell'avvicinamento».


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