giovedì 25 marzo 2021
La spunta Enrico Letta: una donna al vertice del gruppo di Palazzo Madama. Le prime parole di Malpezzi: no al partito dei leader.
Enrico Letta e Simona Malpezzi

Enrico Letta e Simona Malpezzi - Ansa

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Simona Malpezzi, attuale sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, è stata eletta stamattina, all'unanimità, nuovo capogruppo del Pd al Senato. Malpezzi succede ad Andrea Marcucci e lascerà il suo incarico da sottosegretaria.
A seguire è stato composto l'intero ufficio di presidenza dei senatori dem: Alan Ferrari vicepresidente; Caterina Biti vicepresidente; Franco Mirabelli vicepresidente; Stefano Collina tesoriere; Vincenzo D'Arienzo segretario; Monica Cirinnà segretario. Invitata permanente: Anna Rossomando, vicepresidente del Senato. Invitato: Andrea Marcucci, per transizione quale presidente uscente.

Dopo le frizioni degli ultimi giorni, il passaggio è avvenuto in un clima apparentemente sereno. Solo il senatore Luigi Zanda non ha firmato per la candidatura di Malpezzi.

Il segretario Enrico Letta, che ha fortemente voluto una donna al vertice del gruppo dem di Palazzo Madama, ha partecipato ai lavori assicurando che gli incontri saranno frequenti e ci saranno spesso "tagliandi". Dato che il capogruppo uscente Marcucci non ha presentato le dimissioni, si è resa necessaria, per la nomina di Malpezzi, l'unanimità. Si è reso quindi necessario recuperare la mancata firma alla candidatura da parte del senatore Luigi Zanda.

Al posto di Malpezzi, come sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, dovrebbe essere promossa Caterina Bini. Prosegue quindi il lavoro del nuovo segretario dem, Enrico Letta, per riequilibrare i rapporti di forza tra uomini e donne all'interno del partito.

Malpezzi ha immediatamente mandato un messaggio al partito: "Non esistono i partiti dei leader ma i partiti delle donne e degli
uomini che, pur nell'asprezza delle contrapposizioni, contribuiscono alla costruzione di una casa comune, solida e destinata a durare al di là delle sorti personali - ha detto Malpezzi nel suo intervento all'assemblea dem - Per me questa cosa qui è il Pd. Al partito del leader ho detto no, perché è lontano da me, dal mio vissuto e dal mio modo di intendere una comunità". E ha aggiunto: "Non voglio essere solo la presidente di tutti, ma una presidente che intende dare forma e sostanza ad una leadership femminile. E quindi nessuna neutralità, perché è proprio con le parole, il sapere e la capacità di cura di una donna interpreterò questo ruolo. Senza lasciare nessuna indietro".

Nata a Cernusco sul Naviglio e cresciuta a Pioltello in provincia di Milano, il neocapogruppo Pd è entrata alla Camera nel 2013, eletta nella circoscrizione Lombardia. Ma la sua esperienza politica era iniziata già nel 2009 con l'iscrizione al Partito democratico.

Studi classici, una laurea in Lettere moderne presso l'università Cattolica di Milano con una tesi su Amintore Fanfani, prima di occuparsi a tempo pieno di politica, è stata insegnante di scuola superiore dove ha seguito gli aspetti riguardanti la dispersione scolastica, l'orientamento, l'inclusione. È sposata con Thomas e ha due figlie.

Il passaggio non è stato indolore. Appena ieri il capogruppo uscente Andrea Marcucci, ex renziano, aveva contestato il "metodo" con cui si è arrivati alla designazione di una donna. Frattura, però, temporaneamente rientrata.

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