venerdì 10 dicembre 2021
Le organizzazioni della campagna #IoAccolgo rilanciano 10 proposte per «Per un nuovo Patto Europeo per i Diritti e l’Accoglienza» con l'aiuto degli enti locali
Una famiglia di migranti in fuga dalla Siria

Una famiglia di migranti in fuga dalla Siria - Ansa

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Il dramma dell’Afghanistan è già scomparso dall’attenzione di giornali e opinione pubblica. Quello al confine tra Bielorussia e Polonia si consuma comunque nell’indifferenza sostanziale delle istituzioni europee, bloccate da ricatti politici e diplomatici. Lo stesso nel Mediterraneo, sulla Manica, alle Baleari. Sulle frontiere dell’Ue bambini, donne e uomini soffrono e muoiono.

Nella Giornata internazionale per i diritti umani le organizzazioni della campagna #IoAccolgo rilanciano 10 proposte per un patto Europeo per i diritti e l’accoglienza. Allo stesso tempo chiedono agli Enti locali di votare una mozione che chiede a Bruxelles di cambiare le politiche su diritto di asilo e accoglienza. E #IoAccolgo aderisce anche all’iniziativa lanciata da Avvenire invitando a esporre alla finestra una lanterna verde in solidarietà coi migranti che tentano di attraversare la frontiera orientale dell’Ue.

A rilanciare i 10 punti del Patto europeo, presentate il 22 giugno 2021 per fermare la strage nel Mediterraneo e promuovere ingressi sicuri e legali, è il cartello #IoAccolgo, formato da 44 organizzazioni laiche e cristiane. Assieme ad Acli, Caritas, Centro Astalli, Cnca, Sant’Egidio, Focsiv, Migrantes, Federazione chiese evangeliche, Gruppo Abele ci sono sigle come Actionaid, Aoi, Arci, Finanza Etica, InterSos, Legambiente, Cgil, Uil, Save the Children, Msf, Forum Terzo settore.

Nel decalogo «Per un nuovo Patto Europeo per i Diritti e l’Accoglienza», #IoAccolgo chiede dunque di: 1) «Promuovere canali d’ingresso legali per chi cerca lavoro»; 2) «Avvicinare la protezione ai rifugiati e non invece esternalizzare il diritto d’asilo»; 3) «Promuovere un programma di ricerca e salvataggio europeo e chiudere la stagione della criminalizzazione delle Ong»; 4) «Garantire l’accesso al diritto d’asilo e il rispetto del principio del non-refoulement; (non respingimento, ndr) alle frontiere, «largamente violato» e «in modo violento» soprattutto alle frontiere «greco-turca, croato-bosniaca, polacco-bielorussa». Al punto 5 si chiede di «Cancellare le procedure accelerate e di frontiera, non rispettose del diritto ad un esame pieno ed equo delle domande di asilo»; al 6 di «promuovere forme di cooperazione con i Paesi terzi per garantire accessi legali a chi intende emigrare, rendendo trasparenti i finanziamenti e fornendo un reale contributo allo sviluppo sostenibile locale»; al 7 di «riformare il Sistema Europeo d’Asilo, cancellando il concetto di Paese di primo approdo e garantendo standard uguali in tutta l’Ue; all’8 di «garantire la libertà di soggiorno all’interno dell’Ue dei titolari di Protezione Internazionale; al 9 di «garantire il pieno diritto al ricorso per i richiedenti protezione che hanno ottenuto un esito negativo; al 10 di «attuare una profonda riforma del sistema europeo di accoglienza per i richiedenti asilo e chiudere la stagione di "campi" e hotspot».

La Campagna #IoAccolgo, poi, chiama all’azione la galassia degli enti locali. E propone a consigli comunali e regionali di votare un mozione, per una richiesta «dal basso» di cambiamento delle politiche europee sul diritto di asilo. Il testo ricorda la crisi dell’Afghanistran e l’evacuazione gestita dal governo italiano di 5mila persone (altri 1.200 arriveranno grazie ai corridoi umanitari organizzati da ministeri dell’Interno, Esteri, Cei, Sant’Egidio, Fcei e Arci, ndr), così come l’emergenza tra Polonia e Bielorussia. E chiede agli enti locali di sostenere il «Decalogo per l’accoglienza», comunicando l’adesione alla Presidenza del consiglio dei ministri e ai ministri degli Esteri e dell’Interno.

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