lunedì 19 dicembre 2011
Botta e risposta in tv ieri fra Giulio Tremonti e Corrado Passera sulla manovra. Tremonti da Lucia Annunziata dice che la manovra ha troppe tasse e troppo poche misure per la crescita, e che a breve sarà necessario farne un'altra. Passera da Fazio risponde che il governo Monti "ha messo l'Italia in sicurezza".
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Il presidente del Senato Renato Schifani ribadisce l'impegno di Palazzo Madama ad approvare definitivamente la manovra entro Natale, mentre il ministro Corrado Passera smentisce seccamente che possa arrivare in primavera un altro decreto analogo, come ha preconizzato Giulio Tremonti. In effetti più che a nuove tasse ed entrate il governo sta lavorando ad altri dossier: il disboscamento delle circa 500 detrazioni fiscali che pesano per 160 miliardi, il recupero di gettito dalla lotta all'evasione, e nuove misure per la crescita a partire dalle liberalizzazioni e dalla riforme di mercato del lavoro e ammortizzatori sociali. L'esame della manovra in Senato partirà domani pomeriggio nelle commissioni Bilancio e Finanze e approderà mercoledì mattina nell'aula, che licenzierà definitivamente il decreto entro venerdì. Sarà sufficiente a garantire il pareggio di bilancio nel 2013, visto il Pil in calo? No, secondo l'ex titolare del Tesoro Giulio Tremonti, che prevede un'altra manovra; ma il ministro dello Sviluppo Corrado Passera smentisce seccato e seccamente: "Non è che il governo esiste solo quando fa una manovra". Oltretutto, si osserva in via XX Settembre, nella manovra non sono state prudenzialmente contabilizzate tra le entrate misure che invece ne daranno. Senza contare le norme che aumenteranno la "compliance", come quella per la quale l'Agenzia delle Entrate avrà un occhio di riguardo alle aziende che scelgono la contabilità on line con il Fisco. Passera ha poi replicato alle critiche di Diego Della Valle ("si tassino i patrimoni") e di Tremonti alla manovra ("è sbilanciata sulle tasse e non c'è crescita"): "abbiamo messo in sicurezza l'Italia ed evitato il rischio-Grecia che era ad un passo". I tecnici del Tesoro sono poi al lavoro su un altro dossier, quello della delega fiscale e assistenziale portata in parlamento dal precedente governo e che deve dare 4 milioni nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014. Tremonti aveva previsto che se non fosse stata approvata sarebbero scattati i tagli lineari a tutte le deduzioni e detrazioni, norma sostituita in manovra da un incremento dell'Iva. Ma il governo punta ad evitare tale aumento e a un taglio selettivo di tali detrazioni. Il sottosegretario Vieri Ceriani ha guidato nei mesi scorsi il gruppo di lavoro che ha studiato questa giungla, fatta da circa 500 misure che incidono per 160 miliardi, il 10% del Pil. Non è facile tagliare selettivamente: due terzi di tali misure riguardano le persone fisiche, in particolare i redditi (da lavoro e da pensione) e i carichi di famiglia: incidono rispettivamente per il 35 e il 13 per cento sul complesso delle agevolazioni. Altro campo sono i regimi di favore in materia di IVA, che rappresentano circa un quarto del totale in termini di minore gettito. Comunque il gruppo di Ceriani ha classificato le 500 voci in base a 13 criteri in ordine di importanze, che il governo utilizzerà per portare alle commissione Finanze della Camera una proposta in tempi brevi. Sul dossier liberalizzazioni oggi Passera ha confermato che il governo intende ripresentare quelle cassate da Montecitorio (taxi e farmaci di fascia C), mentre si lavora anche a quella di strade e autostrade che potrebbero finire sotto la vigilanza della nuova Authority per i Trasporti. E poi c'è il capitolo mercato del lavoro e ammortizzatori sociali, sul quale il ministro Elsa Fornero ha annunciato un confronto a tutto campo. Il più urgente dei due temi è però quello degli ammortizzatori, per il combinato disposto dell' aumento dell'età pensionabile e delle crisi aziendali, su cui ha lanciato l'allarme Confindustria. Il rischio è che migliaia di lavoratori si ritrovino alla soglia dei 60 anni senza lavoro, con la pensione più lontana e senza ammortizzatori adeguati.​
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