martedì 16 dicembre 2014
Il Progetto-Paese dello sport olimpico può essere una grande opportunità. “Roma-Italia 2024” sia modello innovativo.
Renzi lancia la candidatura
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«Amo lo sport, anche se non ho trascorsi agonistici. Quando penso alle Olimpiadi le prime immagini che mi vengono in mente sono quelle di Pietro Mennea e di Sara Simeoni. Credo che la politica debba impegnarsi a fondo per diffondere lo sport e sogno una grande alleanza tra associazioni sportive e mondo della scuola per recuperare il ritardo che abbiamo accumulato in termini di educazione fisica rispetto a molti altri Paesi». Questo, il primo pensiero che sfiora l’ex ministro Corrado Passera alla notizia della candidatura ufficiale di Roma per le Olimpiadi del 2024: «Una sfida – dice – da accogliere senza paura, ma ponendo chiare condizioni». Scusi, ma lei era ministro allo Sviluppo economico nel governo Monti, il quale due anni fa disse: “No ai Giochi di Roma 2020 per un senso di responsabilità”.È vero, l’esecutivo di allora decise di rinunciare alla candidatura, ma era un atteggiamento coerente con la gestione dell’emergenza che ci era stata affidata. Oggi, anche grazie al lavoro fatto in quei mesi, la sfida può essere ripresa in considerazione e perseguita fino in fondo. Ripeto, però, alle giuste condizioni.E quali sarebbero le “giuste condizioni”?Puntare a un “Progetto-Paese”. Una Olimpiade sostenibile, delocalizzata, rimanendo su un livello di estrema sobrietà dal punto di vista degli investimenti. Valorizzare infrastrutture esistenti senza costruire delle cattedrali nel deserto, ma impianti sportivi necessari, adeguati, servizi funzionali, riutilizzabili e duraturi nel tempo. Prevedere fin dall’inizio un forte coinvolgimento dei privati, evitando gli errori di precedenti negativi. La maggioranza dei Paesi organizzatori che sono caduti nella trappola del gigantismo stanno ancora pagando conseguenze pesanti e non possiamo certo rischiare di togliere risorse alle tante emergenze sociali che abbiamo e che continueremo ad avere per molti anni.Ma se la “delocalizzazione” non è stata messa in campo per l’Expo, sarà possibile farlo per le Olimpiadi?Il fatto di non aver fatto dell’Expo un vero progetto-Paese non deve farci desistere e comunque usiamo bene i mesi che mancano. Per le Olimpiadi di Roma, anzi d’Italia si rende necessaria una forte volontà politica, la collaborazione di molte Amministrazioni centrali e locali e un Comitato organizzatore fortissimo, sia in termini di competenza che di autorevolezza nazionale e internazionale.Una “squadra” di cui Corrado Passera potrebbe entrare a far parte?No, perché sono impegnato con un altro progetto che è quello di “Italia Unica” e chi fa politica come me deve essere fuori da ogni logica organizzativa che contempli riflessi commerciali e finanziari. Il “selezionatore” della squadra c’è già, e a quanto pare gode della sua piena fiducia: il presidente del Coni.La scelta di Giovanni Malagò è stata la più corretta ed efficace che si potesse fare: è un dirigente che ama profondamente lo sport tutto e sa mobilitare e tenere insieme tutte le componenti necessarie per la realizzazione di un progetto del genere.C’è anche chi storce il naso, ricordando che Malagò era il presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto di Roma 2009...Per quello che ho potuto vedere molte delle responsabilità che gli sono state attribuite non hanno trovato nessun riscontro, mentre nelle attività che ha seguito direttamente è stato inappuntabile. Malagò, un forte Comitato organizzatore e Governi coerenti, hanno un’occasione per fare ricredere positivamente il mondo nei confronti dell’Italia.Possibile far ricredere l’opinione pubblica in un momento in cui Roma è sinonimo di “Mafia capitale”?Quando uno ha una grave malattia non la cura considerandola “inevitabile”, ma piuttosto introducendo delle nuove regole e creando occasioni simboliche - come questa Olimpiade - per dimostrare la volontà di guarire usando fino in fondo la medicina della trasparenza e della lotta alla corruzione.I grandi eventi sportivi di solito alimentano la corruzione, lei ha delle ricette da fornire per combatterla?Per tagliare le gambe alla  corruzione nel nostro Paese cominciamo dal fare uscire il Pubblico dalle 10mila partecipate. Garantiamo bilanci comprensibili e controllabili, con l’anagrafe di tutti gli incarichi, delle nomine e consulenze che ogni cittadino può verificare in Rete. Dividere per cento le 35mila stazioni appaltanti - i troppi rubinetti della spesa pubblica - che inevitabilmente generano sprechi e corruzione. Scendere a 35 stazioni è forse il vero obiettivo, ma già portarle a 350 sarebbe una gran cosa.Si rende conto che in un Paese come il nostro la vera impresa olimpica sarebbe già solo realizzare uno di questi punti da qui ai prossimi dieci anni?L’impresa, che deve coinvolgere tutti, sarà proprio sconfiggere la corruzione anche grazie ai Giochi. Tenendo presente che molti investimenti per le infrastrutture e il miglioramento dei servizi delle città sede olimpica vanno realizzati comunque, e senza scaricare i problemi o nasconderci dietro all’alibi dell’evento straordinario.Stiamo facendo i conti senza l’oste: le altre città concorrenti.Partiamo svantaggiati, ma non sconfitti, se però sapremo dare un contributo unico ed innovativo. Sogno una Olimpiade sostenibile finanziariamente e nel pieno rispetto dell’ambiente, in grado di offrire una nuova proposta culturale, come furono le “Olimpiadi umane” del ’60. Anche quelle di “Roma-Italia 2024” potrebbero dimostrarsi uniche.
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