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Gli scatoloni rovesciati alla Caritas di La Loggia
Porte forzate e sradicate, mobili distrutti, documenti all’aria e circa 500 euro spariti. È accaduto negli uffici della Caritas di La Loggia (Torino) nella notte fra domenica e lunedì. Teatro del raid vandalico non una sede qualsiasi dell’organizzazione che si dedica all’aiuto delle persone e delle famiglie in difficoltà, ma quella della parrocchia di san Giacomo dove, la scorsa settimana è stato affisso alla porta della chiesa un cartello con scritto “Juden hier! Qui abita un ebreo: Gesù": la risposta del parroco, don Ruggero Marini, alle scritte antisemite comparse a Torino e a Mondovì. Certo, per ora le indagini dei carabinieri non hanno scovato collegamenti diretti fra i due episodi: nelle stanze affidate alla Caritas non sono state trovate scritte antisemite oppure minacce. Ma adesso don Ruggero avverte: "Potrebbe esserci un collegamento, le coincidenze sono tante. È nostro compito però non enfatizzare nulla, ma occorre non sottovalutare alcuna ipotesi”.
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Anche perché, nei giorni scorsi, un primo cartello (con la stessa scritta) affisso sempre alla porta della chiesa, era stato fatto a pezzi nel corso della notte. “Chi ha strappato il primo cartello – aveva spiegato don Marini -, voleva solo fare una bravata”. Fatto sta che il gesto del parroco aveva comunque attirato l’attenzione: la chiesa è fra l’altro in una posizione strategica, fra le scuole elementari e medie del paese e la sede Caritas è inserita nel complesso parrocchiale, ma vi si può accedere anche dalla strada.
Le scritte antisemite comparse a Mondovì e a Torino avevano anche suscitato una forte presa di posizione dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che aveva sottolineato: “È grave che ci troviamo, nel nostro paese, fra la nostra gente, senza più ragioni forti per ricordarci che non solo siamo tutti fratelli, ma che condividiamo cittadinanza e interessi economici, lingua e territori”. Sempre Nosiglia aveva chiesto di abbandonare “la palude di chi fomenta l’odio e l’intolleranza”.
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Mentre Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, ha commentato: “Il furto subito certo non modificherà lo stile di servizio che ha nel dialogo, nell’ascolto, nel superamento di ogni tipo di barriera le sue dimensioni fondanti”.
Oggi don Marini spiega: “Non ho ricevuto minacce esplicite, ma tanta solidarietà da molte persone sia praticanti e sia ‘in cammino’. E da parte mia sto incoraggiando i volontari Caritas perché questo gesto offende e impoverisce coloro che meritano la nostra attenzione e condivisione. Insomma, di fronte alla devastazione noi rinnoveremo e rilanceremo la nostra testimonianza e i nostri servizi di accoglienza, sostegno, inclusione e promozione”.
L’episodio ai danni della Caritas potrebbe comunque essere del tutto avulso dagli atteggiamenti antisemiti. In attesa degli sviluppi delle indagini, intanto, è stata organizzata una veglia di preghiera.