sabato 20 dicembre 2008
Oltre a quelli per il 2009 sono stati sbloccati gli stanziamenti già previsti per il 2008. I deputati del Pdl: ora lavoriamo, governo e parlamento, per una effettiva libertà di scelta. L'Agesc: con gli istituti paritari per lo Stato un risparmio di oltre sei miliardi di euro.
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Alla fine la sforbiciata ai fondi per le scuole paritarie per il 2009 sarà solo di 13 milioni e mezzo d'euro: non certo bruscolini, ma pur sempre molto, molto meno dei 133 che sembravano esser già stati tagliati. La notizia arriva ieri poco dopo l'ora di pranzo: «Berlusconi ha mantenuto, come sempre, la sua parola. Sono stati reintegrati i fondi per il 2009 e garantiti i fondi del 2008. Ora lavoriamo, governo e parlamento, per una effettiva libertà di scelta», fanno sapere i deputati Pdl Toccafondi, Lupi, Aprea, Farina, Palmieri, Vignali, Centemero. «Adesso - aggiungono - ci sono più certezze per gli istituti non statali», dopo che «con un ordine del giorno alla legge finanziaria e di bilancio i 120 milioni in più indirizzati al ministero dell'Istruzione, sono stati destinati al reintegro del fondo alle scuole non statali». Oltre a questo, «i fondi del 2008 sono già stati sbloccati o stanno per esserlo». È infatti accaduto che per questioni di procedura legislativa quei 120 milioni non potevano direttamente allocarsi nella finanziaria alle scuole paritarie: allora a farlo ci ha pensato il "dibattito parlamentare". Un passo indietro: il taglio sarebbe dovuto essere di 133 milioni e mezzo sui 530 complessivi di stanziamento. Così ieri, attraverso un ordine del giorno «chiaro ed esplicito - spiega Maurizio Lupi - e col parere favorevole del governo, quei 120 milioni vengono destinati alle paritarie». Domanda scontata a questo punto: ma basta un ordine del giorno per far sì che i soldi finiscano laddove sono stati destinati? Le garanzie in questo senso sembrano solide. Perché la procedura è stata di fatto concordata col ministro Maria Stella Gelmini. Negli atti parlamentari infatti è scritto palesemente che quei 120 milioni dovranno essere riservati alle scuole paritarie. E perché poi materialmente questo avvenga, servirà un decreto proprio del ministro Gelmini (d'intesa col ministero dell'Economia). Decreto che precedentemente dovrà obbligatoriamente avere un parere della Conferenza Stato-Regioni. Ma essendo questo parere solo consultivo e non vincolante, se pure fosse negativo il ministro Gelmini, "supportata" dall'ordine del giorno votato ieri, potrà allocare quei 120 milioni alle scuole paritarie. Ed è andata in questo modo poiché, non potendosi più avanzare emendamenti, il governo aveva in sostanza "suggerito" di non presentare quest'indicazione a favore della reintegrazione di quei fondi alle paritarie come una raccomandazione (che sarebbe stata assai più "blanda"), ma come ordine del giorno. Nei confronti del quale, appunto, l'esecutivo stesso ha fornito parere favorevole. Morale? «Parliamo di una riduzione del due e mezzo per cento rispetto ai 530 milioni di stanziamento complessivo - spiega ancora Lupi - . Che è certamente un dato negativo ma, tenendo conto che il taglio per ridurre le spese della pubblica amministrazione è mediamente del venti per cento, si deve notare che - grazie all'impegno di tutti e alla sensibilità del governo - si è andato a tagliare laddove ci sono sprechi e inefficienze e non il contrario, riconoscendo quindi il valore delle scuole paritarie e il servizio pubblico che svolgono». Restava il problema della cifra necessaria per completare il finanziamento 2008: «Anche per questa c'è un atto amministrativo che ha reintegrato i fondi - aggiunge Lupi - e quindi anche qui è stato tutto risolto». Soddisfatti, dunque: «Adesso - dice un altro deputato Pdl, Gabriele Toccafondi - dopo l'ampio dibattito sul tema della parità scolastica avvenuto in aula, che ha visto tutti i gruppi concordi nel difendere la libertà di scelta, è giunto il momento di arrivare alla piena e totale libertà di educazione con una apposita legge».DOSSIER AGESCÈ attestato a quota sei miliardi e 200 milioni di euro, in base a un dossier realizzato lo scorso anno dall’Associazione genitori delle scuole cattoliche (Agesc), il «mancato esborso» dalle casse dello Stato in campo educativo, grazie alla presenza degli istituti paritari. L’indagine partiva dalle cifre 2007, su quanto lo Stato spende per ogni singolo studente: 6.116 euro alla materna, 7.366 alle elementari, 7.688 alle medie e 8.108 alle superiori. D’altra parte lo Stato, attraverso i contributi erogati in bilancio, spende per uno studente iscritto alla paritaria: 584 euro alla materna, 866 alla primaria, 106 alla media e 51 euro alle superiori. Semplice a questo punto fare la differenza sul risparmio: 5.532 euro alla materna, che diventano 6.500 alle elementari, 7.582 alle medie e raggiungono gli 8.057 alle superiori. E il risparmio complessivo che ottiene lo Stato non gestendo il milione di studenti degli istituti paritari? È di 3.436 miliardi di euro alle materne, 1,202 miliardi nelle elementari, 496 milioni per le medie e 1,110 miliardi alle superiori. Totale: 6 miliardi e 245 milioni di euro. Per questo l’Agesc aveva chiesto di portare almeno a 800 milioni di euro la cifra complessiva stanziata per la scuola paritaria con un incremento di 233,5 milioni di euro.
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