È ancora ricoverata in rianimazione, a scopo precauzionale, Lucia Petrucci, la ragazza di 18 anni ferita ieri dal suo ex, Samuele Caruso, di 23 anni, che ha ucciso a coltellate la sorella diciassettenne della giovane, Carmela. La prognosi è riservata ma i sanitari non temono per la sua vita. Lucia, che ieri ha subito più interventi per la ricucitura delle ferite, è lucida e chiede della sorella: non sa ancora della sua morte. "Le abbiamo detto che la sorella Carmela è ricoverata in un altro ospedale - ha spiegato il primario di chirurgia dell'ospedale Cervello, Giuseppe Termine - e che la stiamo curando. Chiede ai medici e agli infermieri come sta la sorella. Abbiamo chiamato uno psicologo che le potrà dire con dolcezza che la sorella è morta". "Mia sorella come sta?", ha chiesto Lucia ai familiari, al padre, alla madre e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione in ospedale. "Tua sorella è più grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale", hanno risposto i familiari a Lucia rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella. "Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare più vicina in queste ore - dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello - Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già della morte della sorella".Eseguita all'Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo l'autopsia sul cadavere di Carmela. La 17enne è stata uccisa "due precisi colpi devastanti al collo della ragazza". Lo afferma il direttore dell'Istituto, Paolo Procaccianti. Colpi ben assestati, "che hanno reciso i vasi venosi provocando un choc emorragico". Una conclusione, secondo l'esperto professionista, che riafferma la tesi della volontarietà, demolendo quella del raptus. Lucia, invece, è stata colpita con una ventina di coltellate, cinque delle quali abbastanza gravi: la ragazza ha un taglio di circa 15 centimetri nella zona lombare e ferite anche alle guance e al mento. Il primario di chirurgia ieri l'ha operata per circa tre ore. I tagli sono molto netti, spiegano i sanitari, come se l'assassino avesse usato un bisturi piuttosto che un coltello.Dopo tre ore di interrogatorio Samuele Caruso ha confessato il delitto e l'aggressione. Al magistrato che l'ha sentito in questura, subito dopo l'arresto avvenuto nella stazione ferroviaria di Bagheria, ha detto di aver agito in preda a un raptus e di avere ''perso la testa''. Caruso non si sarebbe rassegnato alla fine della storia d'amore con la ex fidanzata e l'avrebbe perseguitata per settimane. Ieri l'ha aspettata sotto casa e l'ha accoltellata. Carmela ha cercato di mettersi in mezzo ed ha avuto la peggio. L'assassino è stato rintracciato grazie all'esame dei tabulati del suo cellulare che hanno rivelato le celle a cui il telefonino si andava agganciando durante gli spostamenti. Il Pm chiederà al Gip la convalida del fermo e la misura della custodia cautelare in carcere.È stata la stessa giovane ferita a fornire indicazioni sull'aggressore. Ieri davanti al palazzo di via Uditore a Palermo si sono radunati alcuni compagni di scuola in lacrime. Proprio accanto allo stabile, dove le ragazze abitavano, c'è un supermercato della catena Conad, che comunica dall'interno con l'androne del palazzo. A trovare le ragazze sono stati proprio due dipendenti del supermercato. "Intorno alle 13.15 - racconta Pippo Gambino, 43 anni, che fa il magazziniere al Conad - insieme a un mio collega abbiamo sentito delle urla. Allora ci siamo precipitati per vedere cosa stava succedendo - e appena siamo arrivarti davanti al portone dai vetri abbiamo visto le ragazze in una pozza di sangue, abbiamo citofonato e ci è stato aperto il portone. Subito dopo abbiamo chiamato prima la polizia e poi il 118". L'uomo racconta anche che la nonna delle due ragazze si trovava al supermercato a fare la spesa, prima che le trovassero, mentre in casa delle ragazze c'era il fratello. "Conosco la ragazza - conclude - era una giovane tutta casa e chiesa e conosco anche la famiglia, venivano sempre a fare la spesa qui da noi". "Ho colpito Carmela per sbaglio, perché Lucia si è difesa con le mani". Così Samuele Caruso agli inquirenti durante l'interrogatorio sul delitto di Carmela. Samuele temeva che la sua ex avesse un'altra relazione. Il giovane ne avrebbe parlato nel corso dell'interrogatorio con gli inquirenti. Per questo motivo, secondo gli investigatori, sarebbe uscito da casa armato di coltello, ciò escluderebbe il raptus di follia. Sarà interrogato lunedì dal gip, che dovrà decidere sulla convalida dell'arresto, Samuele. Il giovane, figlio di un muratore e madre casalinga, è accusato di omicidio volontario e tentativo di omicidio. L'indagine è coordinata dal pm Caterina Malagoli.Fuori dalla sala rianimazione dell'Ospedale Cervello di Palermo ci sono la madre delle vittime, Giusi, in lacrime, disperata e vestita a lutto, il padre Serafino e la nonna Carmela, che ieri era andata come ogni giorno a prenderle per riportarle a casa dopo la scuola. Ci sono anche amici e parenti della famiglia Petrucci. Nessuno vuole parlare con i giornalisti, a cui praticamente è fatto divieto di accedere alla struttura e tentare un contatto con i familiari e amici delle due ragazze.Gli investigatori della polizia hanno recuperato un coltello nascosto in un motorino lasciato in piazzale Giotto a Palermo che potrebbe essere quello utilizzato da Samuele per uccidere. Potrebbe essere stato lo stesso giovane a dare ai poliziotti indicazioni per trovare l'arma. Il coltello sarebbe di tipo "butterfly" molto tagliente. La polizia inoltre sta indagando per sapere se qualcuno ha aiutato l'assassino che è stato trovato con la mano fasciata e con abiti diversi da quelli che indossava al momento dell'omicidio. Non è escluso che il giovane sia andato a casa prima di tentare la fuga ed essere arrestato. E' "l'ennesima vittima della violenza contro le donne", ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero ricordando "due giovani che non hanno avuto pari opportunità: la ragazza uccisa ieri vittima ennesima della violenza contro le donne - ha detto Fornero - e il ragazzo ucciso a Napoli. Vorrei che il cambiamento - ha concluso - fosse fatto nel nome di questi ragazzi che di opportunità ne hanno avute ben poche".
IN CLASSE FIORI SUL BANCO DI CARMELA I ragazzi delle III L del liceo Umberto I hanno portato in classe un mazzo di fiori, che hanno deposto sul banco di Carmela. Gli studenti si sono intrattenuti in classe con il preside, Vito Lo Scrudato: "Abbiamo parlato a lungo - dice il dirigente scolastico - soprattutto della palese truffa dei mezzi di comunicazione, televisione in testa, che banalizzano i sentimenti e la sessualità e allontanano i ragazzi dalla complessità delle questioni". L'incontro con la III L si è poi trasformato in un'assemblea spontanea con tutte le altre classi della succursale del liceo, in via Perpignano, a cui è seguito un altro incontro nella sede centrale di via Filippo Parlatore, sempre alla presenza del preside. E lunedì alle 10.30 in istituto è prevista una commemorazione. "Alcuni dei ragazzi - spiega il preside - hanno chiesto di andare a messa nella vicina chiesa di via Parlatore".
Alle 21 di lunedì, inoltre, ci sarà una fiaccolata dalla sede centrale del liceo fino a via Uditore, dove abitava Carmela e dove è avvenuto l'agguato. "I ragazzi delle III L - dice il preside - mi hanno detto che vogliono portare Carmela alla maturità. Vogliono farlo col cuore, desiderano che lei, anche da morta, realizzi i suoi sogni. Era una ragazza bravissima, sapeva quello che voleva, cominciava già a studiare per fare i test di Medicina". Intanto, sulla recinzione della scuola, gli studenti hanno affisso un cartellone. "Tutte sorelle - si legge - Reagiamo contro le violenze sulle donne".