lunedì 4 maggio 2020
Aperto il primo Mercato sociale di Roma: generi di prima necessità si pagano con una card ricaricata anche con lavori socialmente utili. Raggi: ma non è obbligatorio. Dubbi di sindacati, ong, +Europa
Ostia, la sindaca Raggi (a sinistra) all'inaugurazione

Ostia, la sindaca Raggi (a sinistra) all'inaugurazione - Foto dalla pagina Facebook di Antonio De Santis

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Chi non ha soldi per fare la spesa paga anche con ore dedicate a lavori socialmente utili. Funziona così il primo Mercato Sociale di Roma Capitale pensato per le famiglie in difficoltà. A inaugurarlo, nei giorni scorsi a Ostia, la sindaca di Roma Virginia Raggi con la presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo (M5s). L'iniziativa, che coincide con la crisi economica provocata dalla pandemia da Covid-19, punta a individuare attraverso i servizi sociali le famiglie in difficoltà. A loro verrà consegnata una "card", cioè una tessera a punti con cui fare la spesa. Si potranno acquistare generi alimentari di prima necessità: dal latte in polvere alla pasta, dall'olio ai pannolini. Ma sull'iniziativa della sindaca pentastellata piovono dubbi e critiche, dalla Cgil a +Europa alla Rete Romana dell'Economia Sociale e Solidale: il diritto al cibo non è una merce di scambio, il lavoro va pagato. La replica del Campidoglio: il lavoro non è obbligatorio, sono stati erogati già 22 mila buoni spesa e 45 mila pacchi, critiche ipocrite.

Il meccanismo prevede che le famiglie in difficoltà economica possanno ricaricare le loro tessere tramite ore lavoro: o direttamente lavorando nel Mercato sociale o in attività sul territorio sempre legate al tema sociale. Si pensa a lavori socialmente utili o anche alla cura del verde. I progetti, in cui saranno coinvolte le persone in difficoltà, saranno a termine, con una durata di 3, 6 o 12 mesi. «Ci sono molte richieste da parte di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Con l'emergenza coronavirus - annuncia la Presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo - aumenteranno nei prossimi mesi. Abbiamo voluto avviare questo progetto sperimentale che verrà consolidato nel tempo. Vogliamo infatti consolidarlo aprendo un altro mercato nell'entroterra del Municipio X». «Nel mercato in via dell'Appagliatore ad Ostia abbiamo allestito in tre box un ufficio, un magazzino e un supermercato. Il progetto coinvolgerà in un primo momento 20 famiglie individuate dai servizi sociali. Inoltre abbiamo dato delle card anche ad una parrocchia che si occuperà di darle a persone in difficoltà, i cosiddetti invisibili», spiega il consigliere comunale Paolo Ferrara. «Con l'emergenza coronavirus molte più famiglie sono in difficoltà. Dopo il reddito di cittadinanza a livello nazionale abbiamo voluto pensare ad una risposta concreta e immediata a livello locale: arrivano così gli 'alimenti di cittadinanza'. Il Mercato Sociale di Roma Capitale è un progetto avviato in via sperimentale ma che vorremmo estendere in tutta Roma», dichiara la sindaca Virginia Raggi.

Ma fa discutere lo scambio cibo-lavoro. «È un’equazione pericolosa e inaccettabile quella dell’accesso al cibo condizionato ad un “merito” individuale», commenta Ress - Rete di Economia Sociale e Solidale (Roma), realtà che promuove l’accesso al cibo sano mediante l’incontro tra persone e famiglie e piccoli produttori a filiera corta, intrecciandosi con le iniziative di solidarietà e di mutualismo. «Il diritto al cibo e ad una sana alimentazione va garantito a tutte e tutti in maniera incondizionata, come sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e non può in nessun modo essere oggetto di mercificazione. La condizione di povertà non è né una scelta né una colpa da espiare. E il contrasto alla povertà si deve attuare tramite politiche che incentivano la creazione di posti di lavoro, in particolare incentivando forme di lavoro cooperativo in settori che producono benessere ambientale e sociale». Ress ricorda «alla sindaca Raggi che le famiglie in difficoltà già svolgono un servizio di utilità sociale essenziale, rispondendo al vuoto istituzionale con il lavoro di cura quotidiano verso neonati e minori, disabili, anziani, persone con malattie croniche».

Critica la Cgil di Roma e del Lazio che definisce «sbagliato questo strumento. In una fase in cui molte persone hanno perso il lavoro, quando lo avevano, gli enti locali devono intervenire per sostenere le famiglie in difficoltà non proporre di barattare del lavoro gratuito con un pasto per i loro cari. Anche in questo - sostiene la Cgil - l'amministrazione si è dimostrata inadeguata nella gestione dell'emergenza. Lo abbiamo visto anche con i buoni spesa e pensiamo alle migliaia di persone ormai allo stremo che ancora attendono questo aiuto oppure con il bonus affitto e pensiamo alle lungaggini per la pubblicazione del bando».

Per +Europa «il baratto tra beni di prima necessità e l’espletamento di servizi socialmente utili esprime un’idea inquietante del welfare e del lavoro». Riccardo Magi e Francesco Mingiardi, rispettivamente deputato di +Europa Radicali e segretario di Radicali Roma, bocciano l'iniziativa. «Non siamo sfavorevoli all'idea di trovare soluzioni flessibili e emergenziali, che magari attingano al bacino dei percettori del reddito di cittadinanza, ma non possiamo ammettere il lavoro non contrattualizzato come tale e non pagato in denaro. Peraltro non si capisce quale sia l’equivalenza tra ore di lavoro e beni di prima necessità né quali siano le regole della prestazione lavorativa. Se c’è bisogno di lavoro che si assumano lavoratori, altrimenti arriveremo ad ammettere ogni sorta di transazione al ribasso sul lavoro e a condizionare le prestazioni socio assistenziali».

Dal Campidoglio arriva la replica Virginia Raggi: «Già 70 persone - spiega la sindaca di Roma Capitale - hanno iniziato a usufruire dei servizi del Mercato sociale di Ostia. Abbiamo già rilasciato 12 tessere su 17 nuclei familiari pilota, assegnando 2.386 punti. Ne sono già stati spesi 426. Voglio fare chiarezza - puntualizza la prima cittadina - su come funziona il meccanismo del social market: si fa la spesa con una card che viene ricaricata anche attraverso il tempo che viene dedicato ad attività socialmente utili. Sottolineo che non c'è nessun obbligo e che tutto viene svolto su base volontaria. Voglio anche evidenziare che chi fa la spesa in questo Mercato Sociale non viene escluso dalle altre azioni che abbiamo già messo in campo». E ricorda l'erogazione di oltre 22mila Buoni Spesa e 45mila pacchi di generi alimentari. «Inoltre chi vuole, oltre alle ore di volontariato settimanali, può anche seguire un percorso formativo per acquisire nuove competenze».

Più polemica la risposta dell'assessore al personale Antonio De Santis: «Un'iniziativa già realizzata a Modena, Rimini e nei comuni flegrei, in provincia di Napoli, solo per citare alcuni esempi». Percorsi analoghi a quelli del Mercato sociale di Ostia, sostiene De Santis, «promossi da realtà del terzo settore e da associazioni di volontariato, con il plauso del centrosinistra. Anche Syriza in Grecia, assurta come riferimento valoriale da buona parte della sinistra italiana, applicò questo modello in alcuni territori. Proprio le stesse formazioni politiche che, insieme a qualche sindacato, oggi attaccano con livore il mercato sociale di Ostia. L'identico progetto viene quindi elogiato o bastonato a seconda di chi lo propone». L'adesione al progetto «è chiaramente facoltativa e va ad aggiungersi e a integrarsi alle altre misure di sostegno messe in campo da tutti i livelli istituzionali».

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