lunedì 29 novembre 2021
Ossana, in occasione della grande mostra dedicata alle rappresentazioni della Natività, ricorda così la giovane pastora etiope uccisa un anno fa, che qui si era rifatta una vita
La statuina di Agitu nel presepe di Ossana, accanto a una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne

La statuina di Agitu nel presepe di Ossana, accanto a una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne - Foto Martina Valentini

COMMENTA E CONDIVIDI

Quest'anno in un presepe, davanti alla Natività, c'è anche una pastorella di colore. Una bella statuina di 40 centimetri, seguita dalle sue caprette, un modo per ricordare, per non dimenticare, una ragazza venuta da lontano.

È Agitu Ideo Gudeta, l'allevatrice etiope rifugiata in Trentino, simbolo di integrazione, uccisa il 29 dicembre dello scorso anno. Lo avevamo auspicato in occasione della sua morte. "La memoria della pastora Agitu - avevamo scritto - deve avere ancora il concreto sapore dei suoi formaggi e di una convivenza felice. E magari una bella statuina nel presepe del prossimo Natale 2021, una "pastora nera" con le sue capre trentine e il suo sorriso figlio del mondo".

Agitu Ideo Gudeta, pastora di 42 anni originaria dell'Etiopia, nota con il soprannome di «Regina delle capre felici» è stata uccisa nella sua abitazione di Frassilongo in Val dei Mocheni in Trentino

Agitu Ideo Gudeta, pastora di 42 anni originaria dell'Etiopia, nota con il soprannome di «Regina delle capre felici» è stata uccisa nella sua abitazione di Frassilongo in Val dei Mocheni in Trentino - Mira

E così è stato ad Ossana, piccolo centro trentino della Val di Sole, appena 800 abitanti, famoso non solo per le sue bellezze naturali, ma per l'esposizione ogni anno di centinaia di presepi che riempiono via, piazze, cortili, negozi, fino al bellissimo castello. Un evento che nelle ultime edizioni aveva attirato oltre 30mila visitatori. Dopo la pausa forzata per il Covid quest'anno si riparte con più di 1.600 presepi che potranno essere visitati fino al 6 gennaio.

Tra di loro quello con Agitu. Non solo un inno all'integrazione ma un modo per ricordare una ragazza venuta da lontano, ben presto entrata nel cuore di molti trentini, e anche al di fuori della provincia, ma che, proprio durante le festività natalizie dell'anno scorso, è stata uccisa. L'ennesimo odioso femminicidio. Quella statua ricorderà l'allevatrice di capre di razza mochena, fuggita dall'Etiopia perché perseguitata a seguito delle sue denunce contro il land grabbing perpetrato ai danni dei contadini locali.

In Trentino aveva costruito con caparbietà una sua isola felice che nemmeno le visite di qualche orso e alcuni episodi di intimidazione erano riuscite a intaccare. Perchè lei amava questa terra che aveva scelto. Una terra che vuole dimenticarla.

“Agitu con il suo lavoro e la sua forza d'animo è diventata un simbolo per molte donne, non solo in Trentino. Ci è sembrato quindi doveroso dedicarle un posto d'onore fra i nostri presepi che finalmente, dopo lo stop forzato dell'anno scorso, possiamo tornare ad esporre nelle prossime settimane - commenta Laura Marinelli, sindaca di Ossana -. Il femminicidio è un crimine intollerabile e, soprattutto a Natale, è nostro dovere che questi presepi si trasformino in riflettori su questo lato oscuro della nostra società contro il quale istituzioni e cittadini devono lavorare insieme".

Agitu Ideo Gudeta, originaria dell'Etiopia, uccisa nella sua azienda da un dipendente

Agitu Ideo Gudeta, originaria dell'Etiopia, uccisa nella sua azienda da un dipendente - Ansa/Facebook

Per rafforzare il messaggio, accanto al presepe, sarà allestita una panchina rossa per fermarsi simbolicamente a riflettere su tutti i femminicidi.

L'edizione 2021 dei Presepi di Ossana, organizzata dall'amministrazione comunale e dall'associazione "Il Borgo Antico" in collaborazione con l'Azienda per il Turismo Val di Sole, registra altre novità. È stata esposta per la prima volta una Natività che ricostruisce in miniatura l'intero borgo di Ossana e altri che celebrano i masi di montagna, così centrali nella vita delle popolazioni locali, realizzati da un artigiano con legno locale, recuperando anche vecchie radici degli alberi della zona. Come negli anni scorsi, poi, alle Natività realizzate da artisti locali si sono unite anche quelle donate da collezionisti italiani e internazionali, desiderosi di contribuire ad ampliare una raccolta che non ha eguali in Italia.

Ma quest'anno sicuramente sarà ricordato per il presepe dove tra i pastori maschi, che la tradizione rappresenta con barbe di tante sfumature, c'è una pastora, una giovane donna, dai bellissimi tratti, originaria del Corno d’Africa. Con le sue capre, i suoi formaggi, il tiepido e nutriente latte caprino. Col suo sorriso coinvolgente, la sua positività, malgrado una vita dura, ancor più dura della dura vita del pastore. Con la sua voglia di vivere, lei donna di terre lontane, nelle nostre terre. Un sorriso e una vita che esprimono davvero lo spirito del Natale.




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: