mercoledì 23 luglio 2014
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Il viaggio della speranza si è trasformato in viaggio di morte. Erano circa 750 i migranti partiti giovedì scorso dalle coste della Libia. Volevano approdare in una terra senza guerre con l’obiettivo di ricominciare una nuova vita. Purtroppo al molo Marconi della Citta dello Stretto sono sbarcati solamente 561 migranti. Il resto, forse 150-180 persone – secondo le testimonianze dei superstiti – sono morte durante il viaggio: 29 morte asfissiate, una sessantina cadute in acqua e affogate, almeno altrettante accoltellate e morte, poi scaraventate in mare. Il racconto di questa traversata – hanno riferito numerosi africani agli inquirenti – è stato un incubo atroce. Giovedì scorso, alla partenza, come spesso capita, sono stati ammessi sul ponte della nave – cioè ai posti privilegiati – coloro che avevano la possibilità di pagare dai 1.000 ai 2.000 dollari. Secondo le testimonianze, soprattutto libici, malesi, palestinesi e siriani, tra cui numerosi avvocati e ingegneri in grado di sborsare cifre rilevanti per sé e per la propria famiglia. Ammassati nella stiva invece tutti gli altri, quasi tutti africani, che avevano ver- sato dai 250 ai 500 dollari. In quella stiva, in un clima irrespirabile, tra il rumore assordante dei motori e le esalazioni di monossido, i migranti si sono subito resi conto di non riuscire a sopravvivere. Alcuni di loro – sempre secondo il racconto dei superstiti – hanno allora cercato di aprire il portellone della stiva per tentare di respirare. Un gesto che agli occhi dei viaggiatori più fortunati e forse degli stessi scafisti dev’essere apparso quasi un tentativo di ribellione. A quel punto si è scatenata la rissa, presto degenerata in vera e propria mattanza. Decine di persone sarebbero state accoltellate e poi buttate in mare. Cosa sia capitato davvero, difficile comprenderlo. Ma sembra che il gruppo dei criminali abbia agito con la complicità degli mercanti del mare, in quella che si è poi trasformata in una lotta per la sopravvivenza.  Dopo i racconti dei testimoni, la squadra mobile messinese ha arrestato Mhamed Morad Al Fallah, 21 anni, di Damasco, Youssef Dahman, 21 anni, di Fes (Marocco), Abdrzakc Asbaoui Asbaoui, nato a Bnimlal (Marocco), 25 anni, Saddam Abuhddayed , nato a Khanyounis (Palestina), 25 anni, Jamal Rajeb, 32 anni, nato in Arabia Saudita accusati di omicidio plurimo. Tre di loro hanno cercato di scappare: avevano il biglietto del pullman per Milano in tasca. Sarebbero questi cinque uomini gli assassini del barcone che hanno cominciato ad accoltellare, bastonare e gettare in acqua i loro compagni di viaggio per paura - dicono alcuni testimoni - che l’imbarcazione si capovolgesse dopo il caos sorto a seguito di dissidi tra Arabi e Africani. Gli scafisti, che nulla hanno fatto per fermare la mattanza e che probabilmente sono stati parte attiva negli omicidi, erano stati fermati ieri dalla polizia: tre tunisini Hicham Rjab, 37 anni, Mohammed Zahi, 37 anni e Karouf Aref, 30 anni.
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