domenica 8 maggio 2016
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ROMA L’incontro Orlando-Legnini ci sarà, ma non lunedì. Il ministro della Giustizia e il vicepresidente del Csm avranno «nel corso della settimana» l’atteso confronto sul caso-Morosini, il consigliere di Palazzo dei Marescialli che avrebbe rivelato a un giornalista la sua adesione ai 'Comitati per il no' sulla riforma costituzionale in chiave antirenziana (dichiarazioni poi parzialmente smentite). «Il problema – ribadisce il Guardasigilli – ha assunto una rilevanza di carattere istituzionale, riguarda il rapporto con un organo fondamentale come è il Csm, è mio dovere attendere l’incontro con Legnini prima di fare valutazioni». La questione, riprende Orlando, non riguarda la libertà di espressione («Quella non è in discussione»), ma «le valutazioni date sul funzionamento delle istituzioni. Mi riferisco ai giudizi sul Csm, sulle attività dei magistrati nella giurisdizione e nelle istituzioni, alle considerazioni sulle leggi approvate. Non sono temi che possono restare sospesi per aria, vanno chiariti fino in fondo». Nel confronto tra i due certamente ci sarà anche il tema della riforma della prescrizione. Ieri Orlando ha convocato una conferenza stampa quasi per dire come quello della prescrizione sia un tema importante ma non 'salvifico' per le sorti del sistema-giustizia. Negli ultimi dieci anni, spiega via Arenula, il numero dei processi interrotti per decorrenza dei termini «è sceso di oltre il 40 per cento», dai 213.774 del 2004 ai 113.671 del 2012, con un nuovo rialzo sino a 132.296 nel 2014. La situazione, spiega Orlando, è critica soprattutto per i processi d’appello, il secondo grado di giudizio, e la media della prescrizione, ammette, è più alta per i reati contro la pubblica amministrazione (il 12,5 per cento dei procedimenti va in fumo senza una sentenza contro un dato generale del 9,5, la tendenza però è al ribasso e non al rialzo). L’altra osservazione, però, è che «a parità di riferimenti normativi» ci sono dati notevolmente diversi tra procura e procura anche all’interno della stessa area geografica. Segno che uno dei temi fondamentali è quello dell’«organizzazione» degli uffici, prioritario anche rispetto al nodo delle risorse più volte evocato dalla magistratura. Perciò nelle prossime settimane inizierà un giro di tavolo con i presidenti delle Corti di appello e i procuratori generali per mettere a sistema i modelli organizzativi più efficaci. Ciò si traduce in un disimpegno dell’esecutivo sulla riforma della prescrizione, come si è ipotizzato nei giorni scorsi per spegnere il fuoco delle polemiche? Niente affatto. «Non è bloccato niente – replica Orlando –, la legge sarà approvata entro l’estate, mantengo questo orizzonte, è un obiettivo a portata di mano e la misura avrà un impatto sicuramente positivo ». Le sue parole arrivano alla vigilia di una vera e propria maratona di riunioni di maggioranza per accorciare le distanze tra Pd e Area popolare: gli emendamenti in commissione Giustizia al Senato vanno presentati entro il 25 maggio. (M.Ias.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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