venerdì 17 settembre 2021
Per Matilde Marandola, presidente di Aidp (Associazione direttori del personale), «nuove formule sono utili per non rischiare di ingolfare i processi aziendali»
Matilde Marandola, presidente di Aidp (Associazione direttori del personale)

Matilde Marandola, presidente di Aidp (Associazione direttori del personale) - Archivio

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«Tutti i lavoratori, secondo noi, dovrebbero essere vaccinati. Le aziende hanno infatti tutto l’interesse a mantenere alti i livelli di sicurezza per i loro collaboratori. Soltanto così possiamo riprendere in mano la nostra vita». Matilde Marandola, presidente di Aidp, l’associazione che riunisce i direttori del personale, guarda con fiducia al decreto sul certificato verde approvato ieri in Consiglio dei ministri.

Quali sono i punti da chiarire?
Prima di tutto i controlli. Le direzioni del personale saranno coinvolte nel garantire l’accesso ai lavoratori vaccinati. Con il nuovo decreto scatteranno sanzioni anche per i datori di lavoro che non effettueranno i controlli. Ma è presumibile che verrà delegato un responsabile. Su questo aspetto c’è ancora confusione. Per chi va a lavorare aggirando i controlli possono anche scattare sanzioni pecuniarie da 600 a 1.500 euro. Ma comunque resta il divieto di licenziare: in questo modo viene recepita una preoccupazione sindacale.

E poi?
È prevista la sospensione dei lavoratori che si presenteranno a lavoro senza green pass. I dipendenti che saranno sprovvisti di certificazione figureranno come assenti ingiustificati. Dopo cinque giorni senza green pass scatta anche la sospensione dello stipendio. In alcuni casi il tampone molecolare potrebbe sostituire la certificazione, ma va ripetuto assiduamente. Mentre ancora non sappiamo se i lavoratori fragili o affetti da patologie che ne impediscano la vaccinazione possano essere ammessi sui luoghi di lavoro. Potrebbero sorgere problemi organizzativi.

Come risolverli?
Per questi lavoratori andrebbe prevista una forma di flessibilità che vada anche oltre il lavoro agile. Nel momento in cui, tuttavia, qualche lavoratore deciderà di non vaccinarsi avremo comunque un problema da gestire. In questo senso, forse, dovremmo pensare anche a delle nuove formule contrattuali flessibili che permettano ai processi aziendali di andare avanti, perché il certificato verde servirà sì, ma per accedere ai luoghi di lavoro. Perciò resta ferma la possibilità di lavorare in smart working. Per quanto riguarda i controlli, la procedura dovrebbe essere analoga a quella adottata per il personale scolastico. Il lavoratore raggiunge l’ufficio o la fabbrica. Il responsabile dell’ufficio o quello del reparto, individuato in precedenza, controllerà se ha il certificato verde o meno ed effettuerà una verifica dell’identità.

Quanti sono i lavoratori interessati?
Circa 18 milioni tra pubblici e privati: 13,9 milioni già hanno la certificazione, mentre quelli senza sono 4,115 milioni. I lavoratori dipendenti del settore privato con il certificato verde sono 11 milioni (80%), 3,7 milioni quelli senza. Dei dipendenti pubblici che già sarebbero obbligati alla vaccinazione, 2,3 milioni hanno il green pass, 115mila no.

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