martedì 16 dicembre 2008
Il professor Bovicelli: «È un tragico passo indietro. Costrette a eliminare in prima persona e da sole il figlio. Le conseguenze psichiche sono devastanti».
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«Un tragico passo indietro. Altro che conquista! Quello che non mi spiego è come facciano alcuni miei colleghi, e anche alcuni suoi colleghi, a deformare così la realtà». Ovvero medici e giornalisti insieme... Il professor Luciano Bovicelli, professore ordinario di ginecologia e ostetricia all’università degli Studi di Bologna, sfoglia i quotidiani e, da medico, non si capacita: «Se davvero la pillola abortiva sarà a disposizione di tutte la donne, ora è doveroso che sappiano fino in fondo a cosa vanno incontro... E siamo noi medici a dovercene fare carico, far sì che al dramma dell’aborto non si aggiunga anche il dramma psico-fisico cui con l’assunzione della Ru486 andrà incontro la donna».Eppure in molti salutano l’arrivo della pillola come una conquista di libertà e di modernità. E definiscono "oscurantismo" ogni critica, anche circostanziata.Da una parte stanno le opinioni, dall’altra il dato scientifico, e io devo attenermi solo a questo. Ormai è inequivocabilmente dimostrato che l’aborto da Ru486 è molto più rischioso del normale aborto chirurgico. In termini numerici, è addirittura dieci volte più pericoloso: i rischi sono 1 a mille contro lo 0,1 a mille. Questi dati sono già pubblicati su parecchie riviste scientifiche internazionali tra le più prestigiose.E allora com’è possibile che ancora si parli di "aborto dolce" o metodo "meno rischioso"? Malafede o ignoranza? Su un giornale ho appena letto l’intervista a un mio collega torinese che addirittura confronta il rischio di mortalità della gravidanza e quello della Ru486: arriva a sostenere così che l’aborto è dieci volte meno pericoloso della gravidanza. Peccato che quest’ultima duri quaranta settimane, mentre la Ru486 va assunta entro la settima settimana: paragona un periodo molto lungo con uno molto breve e dubito seriamente che uno studioso possa fare un errore tanto elementare.Qual è invece il vero dato scientifico da considerare?Lo scienziato che voglia valutare il rischio cui la donna va incontro con l’aborto cosiddetto "dolce" o "medico" deve confrontarlo con l’aborto cosiddetto "chirurgico" che avvenga nello stesso lasso di 7 settimane. La gravidanza, ovviamente, oltre a essere molto più lunga ha una serie enorme di incidenti di percorso e di variabili che possono colpire sia la madre che il feto, non è proprio confrontabile, insomma.Qual è il pericolo per le donne che assumano la Ru486, in concreto? Che cosa dovrebbero sapere, prima di farsela prescrivere?Intanto che, laddove è in uso, si sono verificati decessi tuttora inspiegabili. Alcune madri sono morte con una sintomatologia cosiddetta settica, cui però mancava il sintomo principale delle infezioni, ovvero la febbre... Di fatto sono morte dopo aver assunto la seconda delle due pillole, quella che provoca l’espulsione dell’embrione, senza nemmeno il preavviso dello stato febbrile. E poi dovrebbero sapere che l’aborto chimico è tutt’altro che "dolce".Eppure si sostiene che quello chirurgico sia più "colpevolizzante"...Altra falsità. Con l’aborto cosiddetto "colpevolizzante" la donna viene addormentata, il ginecologo in pochi minuti interrompe la sua gravidanza, lei si sveglia senza essersi accorta di nulla e dopo tre ore va a casa. Psicologicamente pagherà comunque il prezzo altissimo che ogni rinuncia al proprio figlio comporta, ma fisicamente non si sarà resa conto di nulla e soprattutto non avrà "fatto" nulla. Ben diverso è quanto avviene con la Ru486: poiché per essere efficace va assunta entro le 7 settimane, prima di tutto la madre deve fare un’ecografia, quindi vede suo figlio. Poi prende la prima pillola e mentre la ingerisce sa che quella lo uccide, perché gli toglie il nutrimento. In seguito va a casa e dopo 48 ore prende la seconda pillola, con la quale lo espellerà dal proprio ventre... Una serie di azioni attive, devastanti psicologicamente, fatte da sveglia, per di più con dolori, emorragie, a volte aborto incompleto e quindi successivo ricorso a un secondo aborto, questa volta chirurgico.Dunque la Ru486 è molto più colpevolizzante, alla fine.Senza nessun dubbio, ed è anche più invasiva. Va detto infatti che l’aborto tradizionale in realtà non è "chirurgico" come erroneamente si dice: dura due minuti e l’aspirazione del feto non comporta alcuna operazione... ciò non toglie che sia altrettanto una tragedia.Cui prodest, allora, tanta superificialità o disinformazione?Oggi l’aborto è un fenomeno controllato, monitorato, avviene negli ospedali, invece con la pillola diventerà un fai da te liberalizzato. L’unico che così non si sentirà più "colpevolizzato" sarà il medico, mentre sulla donna andrà a cadere tutto il peso non solo di una decisione drammatica, ma anche di una serie di atti che le faranno uccidere di persona il proprio figlio. Le conseguenze psichiche prima o poi arriveranno, anche dopo mesi o anni, e saranno devastanti.
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