giovedì 13 ottobre 2011
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Silvio Berlusconi vuole votare in primavera. L'opposizione legge così il discorso di oggi del premier alla Camera. Molti ci credono davvero e considerano sfumata la possibilità di un governo di transizione. Peraltro, mai concretizzatasi fin qui. Altri invece non danno per chiusa l'eventualità e parlano alla maggioranza, sventolano lo spauracchio delle elezioni, soffiano sui timori di quanti potrebbero dover dire addio al seggio in caso di voto anticipato.Insomma, si torna al punto di partenza. Chiusa la caduta sul rendiconto, chiusa la diserzione "aventinesca" delle opposizioni dall'aula, chiusa la possibilità (da molti sperata) di una presa di posizione del Colle, si rientra nella routine del pallottoliere: quanto "prenderà" domani il Cavaliere? In quanti sceglieranno di non esserci per dare un segnale? Per le opposizioni, il giochetto di andare avanti a vista, di fiducia in fiducia, prima o poi salterà. Il problema è che potrebbe decidere Berlusconi quando far saltare il banco. A suo modo, coi suoi tempi.L'unico obiettivo del Cavaliere, dice Italo Bocchino di Fli, è quello di "mangiare il panettone e poi staccare la spina a gennaio e andare a votare gestendo lui il passaggio". Analisi condivisa da molti. In primis dal presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Sembra che siamo sempre più vicini alle elezioni", ha detto ai suoi. E Pier Luigi Bersani: "Prima o poi l'appuntamento arriva" e "noi stiamo predisponendo il nostro progetto" intanto con la mobilitazione di piazza del 5 novembre. Antonio Di Pietro 'saltà sul carro: "Ci sarà anche l'Idv in piazza" e tanto per entrare in clima da campagna elettorale, rilancia: "Io mi candido alle primarie".Pier Ferdinando Casini, il leader dell'opposizione che ha maggiori contatti con l'ala frondista del Pdl, parla in modo esplicito: la strategia di Berlusconi, dice, è quella di puntare al voto nel 2012 e di "non ricandidare metà dei parlamentari che gli votano la fiducia: uomo avvisato, mezzo salvato. Se poi gliela votano lo stesso...".E incalza: "Non serve Einstein per capire che metà dei parlamentari del Pdl resterà a casa, basta guardare i sondaggi, non ci sarà il premio di maggioranza. È solo buon senso". Casini nega di aver sentito Claudio Scajola nelle ultime ore: "Non ho sentito nessuno. Questo è tempo che ognuno autonomamente assuma le sue decisioni". Per Casini, però, "il disagio si sta moltiplicando, potrei dare una lista lunga così di politici che dicono: questa è l'ultima volta".Insomma, se non ora quando. La possibilità di un nuovo governo, che faccia anche la legge elettorale (evitando il referendum sul Mattarellum, pietra tombale sul terzopolismo), ha i tempi stretti e sta nelle mani dei malpancisti della maggioranza: "Un governo di responsabilità non prescinde dalla responsabilità del Pdl. Mi auguro anche di Berlusconi, ma dopo quello che detto oggi -dice Casini - mi sembra una cosa ridicola pensarlo. Ma comunque di una grande parte del Pdl che dovrebbe essere disponibile. C'è un rapporto costruttivo anche con il Pdl. In questo momento non servono le operazioni di palazzo ma un governo di responsabilità nazionale".Pier Luigi Bersani continua a ripetere che l'essenziale è che si sgombri il campo da Berlusconi e, in questa ottica, il voto anticipato con il Porcellum è il male minore. Del resto, ragionano nel Pd, con uno scenario del genere l'Udc dovrebbe fare le sue valutazioni. Attenti a non ripetere gli errori del '94: tre poli e la vittoria a Berlusconi. "Perché vedrete - prevede Beppe Fioroni - che si vota a marzo e che Berlusconi sarà ancora il candidato".Ma l'alleanza elettorale con il Terzo Polo è in alto mare: quello di oggi, dell'Aventino, "è stato un gesto nuovo ma - ammette Bersani - la strada non è facile per arrivare a una coalizione". Il punto, però, "è che Berlusconi è lì e ci sarà anche quando si andrà a votare. Quindi chi storce il naso quando il Pd propone un'alleanza tra moderati e progressisti, faccia i suoi conti...". Enrico Letta aggiunge: "Il discorso di Berlusconi chiama elezioni a marzo. Noi replichiamo che le opposizioni unite sono la base dell'alternativa anche a marzo".E Casini, al solito, non si sbilancia: "Terzo polo e centrosinistra sono due entità diverse ma c'è stata una presa di posizione comune, per segnalare un disagio che c'è nel Paese, che è un fatto importante e da non sottovalutare". Antonio Di Pietro da parte sua annusa la campagna elettorale e tanto per non farsi trovare impreparato rilancia le primarie: "Spero che al più presto si facciano queste primarie. Da un momento all'altro questo governo e questa maggioranza esplodono e noi dobbiamo essere pronti sia sul piano programmatico sia sul piano della leadership. Io mi candido".
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