mercoledì 23 gennaio 2013
​Vasta operazione della Guardia di finanza nel Bolognese, tra i fermi anche tre appartenenti alle forze di polizia. Sequestrati beni per oltre 90 milioni di euro nei confronti di un'associazione capeggiata da un importante boss calabrese.
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​I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno eseguito oggi 29 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di beni per oltre 90 milioni di euro nei confronti di appartenenti ad un'associazione a delinquere e altri fiancheggiatori capeggiata da un importante boss 'ndranghetista che dalla provincia di Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero, anche attraverso modalità tipicamente mafiose (estorsioni e sequestro di persona), un'intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle Video Slot manomesse.  L'indagine, iniziata nel 2010, ha preso l'avvio da un episodio di sequestro di persona perpetrato da alcuni componenti del gruppo criminale ed è stata condotta dai finanzieri del Gico di Bologna sotto la direzione della Dda felsinea, con il supporto dei colleghi del Servizio Centrale Investigativo sulla criminalità organizzata. Le 29 ordinanze restrittive, 18 delle quali in carcere, hanno riguardato anche tre appartenenti a Forze di Polizia in servizio e in congedo ed hanno comportato l'esecuzione di oltre 150 perquisizioni presso il domicilio dei soggetti indagati e numerose sale da gioco, utilizzate per collocare le Video Slot manomesse o consentire il collegamento con i siti di gioco on line illegali.

Nel corso dell'indagine sono state intercettate oltre 250 utenze telefoniche e telematiche nonchè svolte molteplici attività di pedinamento, osservazione e controllo. Tra le telefonate intercettate anche quella in cui il boss Nicola Femia si lamentava per l'articolo “Modena, terra d'affari per i clan dei videogames” pubblicato il 17 dicembre 2011 sulla Gazzetta di Modena a firma del giovane cronista Giovanni Tizian. Le lamentele del boss vengono raccolte dal faccendiere Guido Torello, che replica: «O la smette, o gli spariamo in bocca».«In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice...un esponente della 'ndrangheta, poi questa cosa dei giochi..», dice Femia a Torello nella telefonata registrata. E il faccendiere si mette subito a disposizione: Va bene, mi dici come si chiama il giornale e il nominativo. E lo facciamo smettere immediatamente. Ci penso io, ce l'hai copia?». Appena venuti a conoscenza del contenuto delle intercettazioni su Giovanni Tizian, «l'ufficio si attivò immediatamente attraverso i canali ufficiali, segnalando la cosa alla prefettura, per provvedere a far tutelare il giornalista, che venne messo sotto protezione», ha aggiunto il procuratore e responsabile Dda di Bologna, Roberto Alfonso.

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