martedì 9 gennaio 2018
Per essere diagnosticata, la dipendenza da videogiochi deve impattare da almeno 12 mesi in modo negativo sulla vita familiare, personale, sociale, di studio o lavoro.
Foto archivio Ansa

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La dipendenza da videogiochi sarà inserita nelle prossime settimana nell'International Classification of Disease, la lista ufficiale delle malattie"riconosciute" dall'Organizzazione mondiale della salute (Oms).

È lo stessa Oms ad annunciarlo con un lungo post sul suo sito: nell'11sima revisione della Classificazione, che sarà pubblicata a metà anno, sarà introdotto il gaming disorder, di cui sono dettagliate le caratteristiche:

- mancanza di controllo sul gioco;

- crescente priorità data al gioco su altre attività e interessi quotidiani;

- aumento del tempo dedicato al gioco nonostante si manifestino conseguenze negative.

Per essere diagnosticata come malattia, la dipendenza da videogiochi deve manifestarsi in modo da impattare da almeno 12 mesi in modo negativo sulla vita familiare, personale, sociale, di studio o di lavoro.

In molti Paesi la dipendenza da videogiochi è già considerata una patologia ed è oggetto di terapie. L'inserimento nella lista ufficiale delle malattie riconosciute dall'Oms è comunque un passo fondamentale per diversi motivi: ad esempio sul fronte della raccolta dei dati, della elaborazioni di statistiche e trend, dell'individuazione di metodi uniformi per la diagnosi e la cura. Non solo: incoraggerà tutti gli Stati a elaborare linee guida nazionali e a stanziare apposite risorse non solo per la cura ma anche per la prevenzione.

L'Oms spiega infine che la dipendenza colpisce solo una piccola parte delle persone che usano i videogiochi, ma tutti devono essere consapevoli dei rischi che comporta trascorrere sempre più tempo in questa attività, soprattutto quando le altre incombenze quotidiane vengono trascurate.

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