martedì 6 dicembre 2011
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Luci e ombre della manovra per il settore non profit. Prima le luci. Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore riconosce al premier, con il quale è stato avviato un dialogo già prima della nomina, di aver compiuto almeno un passo avanti sulle pensioni. E al ministro del Welfare Fornero di aver ascoltato le richieste del Forum. «Diamo atto al governo di aver cambiato idea, portando a 935 euro la soglia per il blocco della rivalutazione delle pensioni. Le cifre domenica mattina erano diverse. In qualche modo, poi, tenuto conto dell’urgenza e delle esigenze di rigore, nella manovra sono contenuti elementi che vanno nella direzione dell’equità e della progressività come il prelievo dell’1,5% sui capitali rientrati con lo scudo fiscale e l’imposta di bollo sui depositi bancari».Altro aspetto che dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai cittadini e al settore non profit è il cambio di marcia sulla legge sull’assistenza.«Anche di questo – sottolinea Olivero – abbiamo parlato con il presidente del Consiglio. Il quale ha dichiarato che saranno trovati altri modi di finanziare la legge. L’aumento del 2% dell’Iva, oneroso in termini di potere d’acquisto, interviene come clausola di salvaguardia per evitare la riduzione automatica di deduzioni e detrazioni fiscali familiari, sciaguratamente prevista dalla manovra precedente per coprire i tagli all’assistenza».Giudizio critico sui sacrifici chiesti ai pensionati e alle famiglie e non ai più ricchi. «Anzitutto – prosegue Olivero – chiediamo più coraggio sulla lotta all’evasione. Sul piano fiscale appare particolarmente irragionevole l’opposizione di alcuni verso l’introduzione di una robusta patrimoniale, che potrebbe invece riequilibrare il peso della manovra. Anche sui costi della politica si può fare di più. Infine l’Ici sulla prima casa va riformulata in maniera più progressiva, ad esempio per chi paga un mutuo».E ieri le Acli guidate da Olivero hanno proposto al Parlamento di inserire una norma per modulare la tassazione sulla casa che consideri, a parità di gettito, reddito familiare e numero di figli e consenta lo sgravio fino a 5000 euro l’anno per le spese sostenute dalla famiglie per la manutenzione dell’immobile di proprietà abitato dal contribuente.
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