venerdì 2 febbraio 2024
La ragazza uccisa lo scorso novembre diventa dottoressa. La commozione della famiglia e di papà Gino: «Un atto d'amore». La rettrice Mapelli: «Era figlia, una sorella, un'amica preziosa»
Alla laurea di Giulia, nell'Aula Magna dell'Università di Padova, la sua famiglia (papà Gino, la sorella e il fratello) e la rettrice Daniela Mapelli

Alla laurea di Giulia, nell'Aula Magna dell'Università di Padova, la sua famiglia (papà Gino, la sorella e il fratello) e la rettrice Daniela Mapelli - Ansa

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«Conferiamo a Giulia Cecchettin, nata a Padova il 5 maggio del 2001, la laurea in ingegneria biomedica. Congratulazioni Giulia!». Le parole della rettrice Daniela Mapelli risuonano nel silenzio dell’Aula Magna dell’Università di Padova, stracolma. È finalmente dottoressa, Giulia, anche se non c’è più. Ecco ciò che aveva sognato e desiderato tanto, ciò che aveva inseguito esame dopo esame senza scoraggiarsi mai, nemmeno dopo la morte della sua mamma. E ciò per cui è stata uccisa dal ragazzo che diceva di amarla, ma che non sopportava l’idea che lei potesse spiccare il volo. La sua laurea è un traguardo: per lei, che a 22 anni si affacciava alla vita, e per la sua famiglia, presente alla cerimonia insieme a chi la conosceva e a centinaia di studenti. Ma anche per tutte le altre ragazze, stritolate dalle difficoltà di percorsi di vita che in campo scolastico e universitario, come altrove, sono ancora lontanissimi dalla parità.

A prendere la parola durante la cerimonia è stato, di nuovo, papà Gino: «Vi ringrazio per questo giorno ma io non riesco a essere felice, il conferimento di laurea che avevo in mente fino a pochi settimane fa aveva come protagonista una ragazza stupenda, che non vedeva l’ora di indossare la sua merita corona d’alloro. Non nascondo che mi sono chiesto più volte se avesse senso questa cerimonia – ha poi aggiunto – ho pensato e ripensato a cosa potesse servire. Poi come sempre la risposta mi viene quando penso alla mia amata Giulia. Onorare nel migliore dei modi la conclusione del sua percorso accademico penso sia un atto d’amore nei suoi confronti». Gino s’è poi rivolto a Giulia direttamente, come aveva fatto ai funerali: «Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze e nella mia per primo. Farò il possibile perché il tuo nome e il tuo esempio di vita possa spingere le persone a riflettere sull’importanza dell’empatia e della solidarietà che tu nella tua semplicità hai incarnato in modo esemplare. Inutile dire che non c’è giorno in cui non sentiamo la tua mancanza. Mi manchi, ci manchi più dell’ossigeno».

Prima delle sue, le parole della rettrice, Daniela Mapelli: «Oggi proviamo a festeggiare la laurea alla nostra studentessa, la nostra dottoressa: posso affermare che Giulia sapeva lasciare un segno nelle persone che incontrava, Giulia era un primo violino, ossia un punto di riferimento per noi che facciamo lezione. Giulia era figlia, una sorella, un’amica preziosa, una ragazza dolce ma decisa nel raggiungere i propri obiettivi». La violenza che l’ha uccisa, quella che non sappiamo decifrare perché nasce in un contesto di “normalità” «richiede – ha concluso Mapelli – una risposta corale». «Questa è la giornata delle emozioni – le ha fatto eco la ministra dell’Università e ricerca, Anna Maria Bernini –, un atto dovuto, poiché quelli del femminicidio sono temi che non hanno un colore politico ma ci uniscono tutti. Ognuno di noi deve fare qualcosa. Non esiste l’indifferenza, perché è un insulto a Giulia». Mentre per il presidente del Veneto, Luca Zaia, «in questo giorno Giulia riacquista di nuovo la sua voce, quello che le è stata portata via in modo crudele, attraverso il ricordo dei suoi cari, le parole scritte nella sua tesi, il lavoro di studio compiuto, questa stessa proclamazione».

Le altre iniziative in memoria di Giulia

Per Giulia l'Università di Padova s'è mobilitata da subito. Dopo la panchina rossa tra i viali che la ragazza ha attraversato tante volte, nei giorni scorsi la notizia di borse di studio dedicate proprio alle studentesse: 10 i premi di laurea da 1.000 euro ciascuno riservati alle studentesse che conseguiranno il titolo di laurea nei dei corsi di laurea triennale del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione (Dei) negli anni accademici 23/24 e 24/25: «Che la cultura e l'istruzione siano le più potenti leve contro la violenza in genere, e la violenza di genere non c'è alcun dubbio. Solo attraverso un processo di conoscenza, educazione al rispetto e consapevolezza si potrà attivare un vero cambiamento verso il superamento di stereotipi culturali e sociali - sottolineano dall'ateneo -. Numerose sono le iniziative che promuoveremo e accoglieremo a favore della formazione di una nuova generazione di donne e uomini portatori di valori condivisi nel rispetto dei diritti umani».

Un murales dedicato a Giulia Cecchettin

Un murales dedicato a Giulia Cecchettin - Ansa

Il ricordo di Giulia «è un pensiero presente in tutto il personale del Dei e per questo abbiamo deciso di dare un supporto alle studentesse che hanno frequentato i corsi di laurea del dipartimento di cui Giulia faceva parte» ha spiegato il direttore Gaudenzio Meneghesso. Anche l'Ordine delle psicologhe e degli psicologi del Veneto (Oppv) ha donato all'Università di Padova 6mila euro al fine di istituire tre premi di laurea magistrale in ambito psicologico del valore di 2mila euro ciascuno, sul tema della prevenzione della violenza di genere, e Riviera Donna Aps, associazione impegnata da anni nel sostegno e tutela delle donne, ha istituito due ulteriori premi di laurea.

«Un pensiero a Giulia, la cerimonia di laurea è un omaggio doveroso a una ragazza che voleva seguire i suoi sogni, i suoi progetti e non lo ha potuto fare» ha commentato la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella.

Il femminicidio che ha scosso l'Italia

Di Giulia e del suo ex fidanzato, Filippo Turetta, si erano perse le tracce lo scorso 11 novembre dopo una serata trascorsa assieme. Ne era nata una lunga “caccia all'uomo” visto che fin da subito si era esclusa l'ipotesi di un allontanamento spontaneo. Ricerche a tappeto con ogni tipo di mezzo e tecnologia che si sono drammaticamente interrotte sabato 18 novembre, una settimana esatta dall'inizio delle ricerche, quando il corpo senza vita della giovane è stato ritrovato nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Le indagini rivelarono che la giovane era stata accoltellata più volte e che il suo cuore aveva smesso di battere la sera stessa della scomparsa dei due, dopo una cena che doveva essere chiarificatrice. Filippo Turetta è stato invece trovato il giorno successivo, il 19 novembre, vicino a Lipsia, in Germania, a bordo della sua auto, lungo l'autostrada A9. Un femminicidio che ha toccato forse più di altri l'Italia intera vista la giovane eta' dei due e le febbrili ricerche che per giorni hanno tenuto viva la speranza per un lieto epilogo della vicenda.

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