sabato 9 maggio 2009
Rimorchiato in Libia natante con 77 immigrati. L’imbarcazione intercettata vicino a una piattaforma Eni. Le stesse autorità libiche danno il via libera per il rientro nel porto africano. Un’altra «carretta del mare» approdata a Porto Empedocle.
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Sono stati ricondotti tutti a Tripoli i 77 migranti che l’altro ieri notte tentavano la traversata del Canale di Sici­lia a bordo di una vecchia car­retta del mare. Anche loro spe­ravano di raggiungere le coste siciliane e di realizzare così il so­gno europeo. Nel porto della capitale libica so­no arrivati verso le 11 del matti­no di ieri. A rimorchiare l’im­barcazione, che si trovava in dif­ficoltà non lontano dalle coste nordafricane, è stato in nottata un mezzo italiano in servizio presso una piattaforma dell’Eni (Ente nazionale idrocarburi). A dare il via liberta al rimorchia­tore di intervenire pare siano stati militari libici in servizio sul­la stessa piattaforma. Sorte diversa, invece, per un bar­cone con altre 80 persone, tra cui 24 donne, che era stato segnala­to da un peschereccio quando si trovava già in acque territo­riali italiane, intercettato a circa 10 miglia a sud di Lampedusa da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Fi­nanza. L’imbarcazione, infatti, è stata accompagnati a Porto Em­pedocle, in provincia di Agri­gento. Dopo l’episodio dei giorni scor­si, che ha visto tre barconi cari­chi di migranti soccorsi in acque maltesi ricondotti a Tripoli, quella di ieri è la seconda volta che, dal Canale di Sicilia, viene imposto il ritorno obbligato in Libia senza neppure sfiorare il territorio italiano. L’operazione è un «effetto concreto nell’am­bito della collaborazione Italia­Libia sulla lotta alla criminalità organizzata», ha commentato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Un segno concreto, in­somma, di quel patto siglato tra i due Paesi che affacciano sul ba­cino del Mediterraneo ma che fino a questo momento non a­veva dato risultati. «Gli immi­grati sono sbarcati al porto di Tri­poli intorno alle 11 di questa mattina», comunica una nota della polizia. «Ad attenderli c’e­rano delle ambulanze che si so­no occupate di portare imme­diato soccorso ai passeggeri più provati dalla traversata. Tutti gli altri, come di prassi in Libia, so­no stati consegnati ai funziona­ri del Ministero dell’Interno». Non essendo stato effettuato dall’Italia nessun procedimen­to per il riconoscimento dei mi­granti non si sa se però tra di lo­ro ci fossero individui bisogno­si di protezione internazionale con i requisiti per ottenere lo sta­tus di richiedente asilo o di rifu­giato politico. Intanto sempre ie­ri la polizia ha fermato a Lam­pedusa un extracomunitario che intorno alle tre della notte scorsa era stato visto girovagare per le vie del centro dell’isola. L’uomo, che ha detto di essere cittadino del Mali, è stato ac­compagnato nel Centro di pri­ma accoglienza di Lampedusa. Il ventenne ha raccontato di es­sere approdato sull’isola da so­lo, con una piccola imbarcazio­ne. Le ricerche delle forze del­l’ordine però non hanno porta­to al ritrovamento di nessuna carretta né di altri migranti. L’uo­mo, infatti, che è riuscito a bef­fare tutti i controlli e perfino gli accordi diplomatici tra Italia e Libia, alla fine ha spiegato di es­sersi nascosto in una delle tre motovedette che hanno ricon­dotto a Tripoli i 227 profughi che navigavano nei giorni scorsi in acque maltesi. Adesso si trova presso la ex base Loran adibita a Centro di identificazione ed e­spulsione, in attesa che venga valutata la sua posizione.
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