domenica 14 marzo 2021
La decisione della Giunta, su proposta dell'assessore Marrone (Fratelli d'Italia), di aprire un bando per avviare convenzioni, scatena le opposizioni. Pesanti gli attacchi politici
Un reparto maternità

Un reparto maternità - Ansa

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Detto fatto. Come già anticipato da Avvenire, la Regione Piemonte ha dato seguito in questi giorni alle intenzioni dichiarate negli ultimi mesi e ha lanciato un bando per avviare convenzioni con le associazioni pro life, che difendono cioè il diritto alla vita, nelle strutture ospedaliere. Tutto ampiamente previsto, ma questo è bastato per scatenare le proteste dell’opposizione sul tema del diritto all’aborto. Il testo messo a punto dall’assessore agli Affari legali, Maurizio Marrone, esponente di di Fratelli d’Italia, è in continuità con i profondi dubbi manifestati nell’autunno scorso dalla stessa giunta Cirio sulla legittimità delle regole decise dal ministero della Salute in materia di Ru486.

La Regione Piemonte aveva infatti spiegato che l’interruzione di gravidanza con la pillola abortiva non sarebbe in alcun modo potuta avvenire nei consultori, sottolineando nello stesso documento che era necessario attivare sportelli informativi nelle strutture ospedaliere gestiti da «idonee formazioni sociali di base e associazioni al volontariato » che potessero «aiutare la maternità difficile dopo la nascita». La querelle tra la Regione Piemonte e lo Stato centrale sulla pillola abortiva va avanti da mesi e questo è soltanto l’ultimo atto. In gioco c’era e c’è la possibile collaborazione virtuosa tra le Aziende sanitarie locali (Asl), le associazioni e i Centri di aiuto alla vita. La decisione del Piemonte ha riscosso l’immediata approvazione di FederVi.pa, la federazione dei movimenti e dei centri per la vita, secondo cui «ci si dovrebbe sorprendere piuttosto che tutto questo debba ancora essere richiesto e non sia normale prassi, in quanto è proprio la 194 a prevedere che i consultori assistano la donna in gravidanza, 'contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza'. Mettere in campo questa opera di prevenzione potrebbe certamente ridurre il numero di interruzioni volontarie di gravidanza».

Ad opporsi invece con durezza al provvedimento della giunta Cirio sono stati il Pd, il Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali Verdi e anche la stessa sindaca di Torino, Chiara Appendino. «In Piemonte – ha attaccato Appendino su Twitter – sembra riaffacciarsi il delirio oscurantista e ideologico dell’assessore Marrone. Se pensa di calpestare anni di lotte per i diritti delle donne probabilmente ha sbagliato Regione. Sicuramente ha sbagliato città». Il segretario regionale del Pd, Paolo Furia, ha parlato di «furia ideologica », di un testo in cui «si parla delle donne come di persone poco avvedute», e di «pensiero patriarcale e misogino » con il quale «non si fa altro che insultare le donne». «Una scelta gravissima e che viola i diritti delle donne alla propria autodeterminazione» è quanto sottolineato dalla vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo. Anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, si è schierata in difesa del «diritto all’autodeterminazione, alla libertà e alla salute delle donne».

«È inaccettabile – ha detto Boldrini – che siano calpestate le conquiste ottenute dopo anni di lotte, e deve essere chiaro che faremo sentire in ogni luogo la nostra voce, chiedendo anche al governo di intervenire per garantire la libertà di scelta».

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