martedì 21 luglio 2009
«L’Espresso» pubblica le registrazioni: ecco le prove di quel che accadeva alle feste. Il legale del premier, Ghedini: materiale senza pregio, illecita la pubblicazione. Il Pd: fare chiarezza in Parlamento.
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Silvio Berlusconi e Nic­colò Ghedini, chiusi per l’intero pomerig­gio nella residenza milane­se di Arcore, ragionano sul­l’ultima offensiva sferrata dall’Espresso che pubblica online alcune registrazioni fatte tra ottobre e novembre 2008 da Patrizia D’Addario, testimone nell’inchiesta av­viata dalla Procura di Bari su gossip e politica. La polemi­ca tra Pd e Pdl divampa in tempo record e, intanto, an­che sul sito di Repubblica si sferra l’attacco: «Le registra­zioni degli incontri con il premier fatte dalla escort a Palazzo Grazioli. La prima festa a metà ottobre e poi la notte trascorsa assieme il 4 novembre 2008. L’Espresso pubblica le prove che la don­na che ha chiamato in cau­sa il presidente del Consiglio dice la verità». È troppo per Berlusconi e tocca a Ghedi­ni replicare al lavoro dell’E­spresso: materiale «senza al­cun pregio, del tutto invero­simile e frutto di invenzio­ne ». È una nota dura quella confezionata dall’avvocato del premier. Ghedini pun­tualizza: «Come risulta dagli atti, la D’Addario ha conse­gnato delle registrazioni as­seritamente eseguite, alla Procura della Repubblica di Bari, e che sono tuttora in possesso di tale Procura, sot­toposte a regime del segreto di indagine e del divieto as­soluto di pubblicazione». Ghedini chiede chiarezza: «L’autorità giudiziaria com­petente verifichi come i gior­nalisti siano entrati in pos­sesso » delle registrazioni. Poi minaccia: «Comunque la pubblicazione è di per sé un illecito che dovrà essere per­seguito, e nei confronti di chiunque ritenesse di ri­prendere tale materiale sa­ranno esperite tutte le azio­ni legali del caso». Lo scontro torna a dividere gli schieramenti. Il Pdl è compatto e il coordinatore Ignazio La Russa registra u­na corale indignazione con dieci parole: «È il disperato tentativo di portare la poli­tica italiana nel gossip più becero». È un botta e rispo­sta che sembra destinato a durare anche nelle prossime ore. Paolo Gentiloni, re­sponsabile Comunicazione del Pd, si schiera con il grup­po editoriale l’Espresso-Re­pubblica: «Le registrazioni ristabiliscono il confine tra realtà dei fatti e pietose bu­gie tese a nasconderla. La realtà desolante che emerge dai nastri è che la escort non era affatto una estranea sco­nosciuta e che i compensi alle partecipanti alle feste del premier erano una con­suetudine ». E allora – chio­sa l’ex ministro del Pd – «in­vece di attaccare la stampa che fa il suo mestiere, a pa­lazzo Grazioli dovrebbero decidere finalmente di fare chiarezza di fronte al Paese». La reazione non tarda. «An­cora una volta l’Espresso torna a rovistare nella spaz­zatura nell’inutile tentativo di rinverdire un caso inesi­stente », tuona il vicemini­stro delle Comunicazioni, Paolo Romani che dopo a­ver auspicato una «riflessio­ne collettiva per chiedersi cosa tutto ciò abbia a che fa­re con il giornalismo di in­chiesta e la corretta infor­mazione », avverte: «L’azio­ne di chi vuole avvelenare i pozzi e imbarbarire il clima politico nel Paese è destina­ta a cadere di nuovo nel vuo­to. Infatti, nonostante la lun­ga campagna diffamatoria che da mesi il gruppo E­spresso- Repubblica sta por­tando avanti, gli italiani di­mostrano di avere fiducia nel loro presidente del Con­siglio ». Sarà, ma il Pd insiste e Pao­lo Nerozzi rilancia l’atto d’accusa: «Il presidente del Consiglio, di menzogna in menzogna, ha continuato a calunniare la libera stampa e a far del male al Paese, mi­nandone il prestigio e la cre­dibilità. È anche per questo che ha il dovere di venire al più presto a riferire in Parla­mento ». Ancora attacchi e ancora repliche. Ultima quella di Margherita Boni­ver: «Ancora una volta L’E­spresso si distingue per l’ap­passionato desiderio di ve­rità: frugando e rifrugando nella spazzatura è riuscito a riciclare brandelli di regi­strazioni sconclusionate e datate. Sarebbe meglio che prendessero qualche tempo di meritato riposo».
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