Il Consiglio dei ministri ha approvato la moratoria di un anno sul piano nucleare del governo. Lo si apprende da fonti ministeriali. All'ordine del giorno della riunione «modifiche e integrazioni» al decreto legislativo sulla localizzazione dei siti nucleari. Il governo sarebbe orientato a sancire la moratoria di un anno dell'iter per il rientro dell'Italia al nucleare con l'approvazione di una «dichiarazione» del Consiglio dei ministri piuttosto che con un provvedimento legislativo. Lo confermano fonti del governo a margine della riunione del Cdm in corso a Palazzo Chigi.Il Consiglio dei ministri ha deciso inoltre che le votazioni sui referendum abrogativi (compreso proprio quello sulla realizzazione di nuove centrali atomiche) si svolgeranno nelle giornate di domenica 12 e lunedì 13 del mese di giugno.
IL MINISTRO ROMANI RISPONDE AL QUESTION TIMEIl governo «non procederà» con l'iter per il ritorno al nucleare se gli stress test e le iniziative europee non daranno garanzie sufficienti sulla sicurezza. Lo ha detto il
ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, rispondendo al question time. «Il Consiglio dei ministri - ha spiegato - ha approvato oggi una moratoria di un anno sul ritorno all'energia nucleare: ci sarà un decreto legge che congela gli effetti del decreto 31. La decisione significa che non saranno predisposti gli atti necessari per dare avvio alle procedure per la realizzazione degli impianti nucleari e che il governo non procederà alla realizzazione se le iniziative già avviate a livello di Unione europea non forniranno elementi in grado di dare piena garanzia sotto il profilo della sicurezza». La decisione del governo è stata apprezzata dai presidenti delle Camere, ma non convince l'opposizione, timorosa che possa trattarsi di una "manovra" destinata a svuotare di senso il referendum.
SAGLIA, NO A DECISIONI SULL'ONDA DELLE SUGGESTIONILa politica, in campo energetico, non «deve assumere decisioni sull'onda delle suggestioni, ma sull'onda delle certezze che la tecnologia può dare». Lo sostiene il
sottosegretario alle Attività produttive Stefano Saglia, che ha aperto Offshore Mediterranean Conference a Ravenna. Gli eventi degli ultimi anni, sia la crisi ambientale del golfo del Messico, sia il disastro di Fukushima, pongono al centro, secondo Saglia, l'esigenza di una «politica duratura». «Le risorse fossili - ha detto - sono una risorsa esauribile e su di noi grava la responsabilità dello sfruttamento, bisogna utilizzare il patrimonio energetico per dare all'umanità la tecnologia necessaria al futuro. Le fonti rinnovabili hanno fatto un grande progresso, occorre investire in ricerca, ma servono risorse economiche e quindi bisogna valorizzare al massimo le risorse minerarie ed energetiche».
NAPOLITANO: «PUNTARE SU FONTI ALTERNATIVE E RINNOVABILI»Sviluppare la ricerca delle fonti energetiche alternative e rinnovabili perché è «indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali»: è quanto scrive il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del convegno
Acqua ed energia, organizzato dall'Accademia Nazionale dei Lincei, nell'XI Giornata mondiale dell'acqua, nel messaggio inviato al presidente Lamberto Maffei, ai relatori e a tutti i partecipanti. Napolitano, nel messaggio, sottolinea come l'incontro rappresenti «un momento di riflessione nel solco del fecondo cammino di approfondimento sulla materia avviato già da tempo dall'istituto. Il tema del convegno conferma la necessità di sviluppare, anche attraverso un costruttivo confronto e una rinnovata collaborazione fra la comunità scientifica e il mondo produttivo, nuovi indirizzi di ricerca sui futuri scenari dell'uso delle risorse idriche e delle altre fonti alternative e rinnovabili. «È infatti indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali», conclude il presidente della Repubblica.