martedì 19 aprile 2011
Inserita nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. L'opposizione: manovra per non fare raggiungere il quorum ai referendum.
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Il Governo ha deciso di soprassedere sul programma nucleare e ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. L'emendamento all'articolo cinque del decreto omnibus, presentato direttamente in Aula in mattinata e non inserito nel fascicolo degli emendamenti prestampati, afferma che ''al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare''. L'emendamento, presentato all' ultimo momento, nelle intenzioni del governo avrebbe l'effetto di superare il referendum sul nucleare fissato a giugno e temuto dalla maggioranza."Il Governo presenta emendamento a Dl omnibus per abrogare le disposizioni per i nuovi impianti cancellando di fatto il piano nucleare. Noi antinuclearisti potremmo gridare vittoria, in realtà è l'ennesima pagina triste di questa Legislatura". Così il deputato democratico Dario Ginefra che aggiunge: "si cerca di non far raggiungere il quorum al Referendum per timore che possa essere abrogata la norma sul legittimo impedimento e si lascia il Paese senza un Piano energetico. Anche gli ambientalisti non possono che gridare all'irresponsabilità di Berlusconi e del suo Governo". ''Addio al referendum sul nucleare. Il Governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori, portando in Aula un emendamento al decreto omnibus che verrà votato tra oggi e domani che intende abrogare le disposizioni relative alla realizzazione degli impianti nucleari. E addio anche alla moratoria di un anno, perchè la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l'ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l'avventura nuclearista del Governo''. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. ''La paura fa novanta - dicono Della Seta e Ferrante - e il Governo pavido preferisce far saltare il quesito referendario, nel fondato timore che la bocciatura degli elettori fosse la pietra tombale sull'assurdo e pericoloso ritorno delle centrali atomiche nel nostro Paese''. ''Quella del governo - concludono i senatori - non e' altro che una legge truffa in salsa nucleare, ma considerando che tutti i maggior Paesi si avviano a uscire dall'energia atomica, questo trucchetto e' il definitivo harakiri dei nuclearisti nostrani''."Sul nucleare il Governo terrorizzato dal giudizio degli italiani è costretto a fare marcia indietro. Il disastro che si è purtroppo verificato a Fukushima ha denudato la propaganda nucleare, ma chi è sempre stato contrario al ritorno al nucleare sa bene che si tratta di una scelta vecchia, sbagliata, impopolare e antieconomica per l'Italia. Dai dati in nostro possesso, di fatti, la maggior parte degli italiani, anche tra gli elettori del centro destra, è profondamente contraria ad un ritorno all'atomo", lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, commentando l'approvazione in Senato di un emendamento al decreto omnibus che abroga le norme per la realizzazioni delle centrali e di fatto ferma il piano nucleare. "Ora - prosegue Realacci - c'è una ragione in più per non perdere altro tempo con ingombranti feticci del passato e investire sulla ricerca, sul risparmio e sull'efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili. Tutti campi in cui l'Italia può dare molto e che possono rappresentare il vero futuro per il nostro paese".
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