martedì 2 dicembre 2014
Il presidente avvisa i partiti: nessuna interferenza con la legge elettorale, no ad alibi.
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Preoccupato e forse anche infastidito che la partita per la successione al Quirinale possa intralciare il cammino delle riforme, Giorgio Napolitano avverte che non intende dimettersi prima della fine del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea (che termina il 31 dicembre). E comunque fa sapere che, anche dopo quella data, nulla è dato per scontato: si tratterà comunque di una decisione autonoma che non deve sovrapporsi ad altre considerazioni di carattere politico, che riguardano il governo o le riforme in Parlamento. Qualche giorno fa erano stati i giornali, in una sorta di 'toto-dimissioni', a parlare di decisione imminente da parte del capo dello Stato. Successivamente, con una intervista a Francesco Verderami del Corriere della SeraSilvio Berlusconi aveva di fatto aperta la corsa alla successione , ipotizzando per il nuovo inquilino del Colle Giuliano Amato o una analoga figura di garanzia. Il dibattito sul Quirinale si era intrecciato con quello sulle riforme, in particolare sulla legge elettorale. Con gli esponenti di Forza Italia che reclamavano non solo un accordo complessivo comprendente l’Italicum e l’elezione del capo dello Stato, ma anche un’inversione dei tempi: prima il Quirinale, con candidato condiviso, e soltanto dopo le riforme. Il puntiglio con cui Giorgio Napolitano ha voluto smentire di essere intenzionato a lasciare il Colle nelle prossime settimane non si spiega se non alla luce di questa nuova piega che aveva preso il dibattito sull’approvazione dell’Italicum. Tanto che sia Renzi sia Alfano avevano suggerito al capo dello Stato di prorogare di qualche tempo le eventuali decisioni proprio per non far coincidere l’approvazione dell’Italicum con le grandi manovre e le votazioni parlamentari per il Quirinale. Non può essere allora un caso che, nel lungo comunicato dettato al suo ufficio stampa, il presidente della Repubblica ricorda che il suo impegno a garantire «la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa del semestre italiano», non è stato «mai smentito ed è dunque – dice Napolitano – assolutamente gratuito ipotizzare sue dimissioni prima della conclusione del semestre, al termine del quale il Presidente compirà del sue valutazioni ». Le decisioni sulle dimissioni, insomma, saranno il frutto di una riflessione autonoma da parte del presidente e «per propria natura sono e devono essere tenute completamente separate dall’attività di governo e dall’esercizio della funzione legislativa ». E a riprova dell’intenzione di Napolitano di non abbandonare il campo prima della fine del semestre, il comunicato ricorda che il presidente «è e continua a essere impegnato in una serie già programmata di incontri e attività istituzionali sul piano interno e internazionale».
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