martedì 25 novembre 2014
L'accusa è d'infanticidio. «Pensavo fosse morta» ha detto la donna, che si è presentata in ospedale con un'emorragia. Ha altri tre figli e vive in Friuli. 
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È indagata per infanticidio e non per omicidio volontario Valentina Pilato, la palermitana di 30 anni che, ieri, dopo aver partorito, ha abbandonato la figlia in un cassonetto dell'immondizia. La neonata, trovata da un clochard, è morta poco dopo il ricovero. La giovane donna, che vive in Friuli ed era da qualche giorno a Palermo, non è in stato di fermo, come detto precedentemente. Il fatto che si sia consegnata, andando ieri in ospedale, esclude l'intenzione di fuga che avrebbe giustificato un fermo. Il pm titolare dell'indagine, Nino Di Matteo, l'ha interrogata per un'ora in ospedale, dove la donna è ricoverata da ieri pomeriggio. Assistita dal suo legale, l'avvocato Enrico Tignino, ha risposto alle domande del magistrato sostenendo di aver agito in preda al panico per il timore che la bimba, di cui non sentiva il battito del cuore, fosse morta. La Pilato, che ha nascosto la gravidanza al marito, che sta arrivando dal Friuli in queste ore, alla madre e alla sorella, ha raccontato agli inquirenti di avere partorito da sola nell'abitazione della madre.La vicenda. Accanto al cassonetto, qualcuno ha posato una rosa bianca per ricordare la breve vita della bimba gettata tra i rifiuti. Avvolta in un lenzuolino intriso di sangue. Un borsone rosso per culla. Di lei, due ore di vita e nemmeno la forza di piangere, si è accorto un uomo, uno dei tanti che, in tempo di crisi, rovistano tra l'immondizia. Nel cassonetto ha visto le gambine agitarsi e, terrorizzato, ha chiamato aiuto. Tutto è stato inutile: il soccorso dei passanti, la rianimazione in ambulanza, la corsa all'ospedale Civico di Palermo. La piccola è morta per un'emorragia poco dopo il ricovero. In serata le ricerche della madre si sono concluse. La donna, una trentenne di Palermo con tre figli, di 2, 6 e 8 anni, residente a Gemona, in Friuli, si è presentata al pronto soccorso dell'ospedale Cervello per un'emorragia. Era accompagnata dal cognato che fa il vigile del fuoco. Ora è nel reparto di Ginecologia, piantonata. Agli inquirenti avrebbe detto di essere stata presa dal panico perché il cuore della bimba non batteva e di averla gettata via. Il marito, che sarebbe un militare dell'esercito, dovrebbe arrivare domani. La bimba era nuda. Il cordone ombelicale ancora attaccato, causa, probabilmente, della copiosa emorragia e del decesso. Nel borsone c'erano un tappetino zuppo di sangue, giaciglio improvvisato usato durante il parto, un paio di forbici, una scarpa da uomo e la placenta. Indizi che tutto sarebbe accaduto in fretta. E che in fretta la piccola sarebbe stata infilata nella borsa e buttata tra l'immondizia. Il ritrovamento è avvenuto intorno alle undici. La piccola sarebbe stata partorita all'alba. Il cassonetto "scelto" dalla donna è in via Di Giorgi, una strada alle spalle della circonvallazione di Palermo: palazzoni anonimi tirati su negli anni della speculazione edilizia. È lì che la bimba è stata scoperta da Rosario Campo, 55 anni, un clochard che "pesca" tra l'immondizia con bastone con l'uncino. L'uomo vive nella zona di via Perpignano e da anni ormai per sfamarsi cerca tra i rifiuti. Non ha mai avuto un vero lavoro. "Ho scostato il lenzuolo e ho visto la piccola. Era bionda. Non credevo ai miei occhi - dice - Avrei voluto dare l'allarme, ma non avevo il cellulare e così ho fermato due donne e ho raccontato quello che c'era dentro". Quando Campo ha chiesto aiuto sono accorsi in tanti. Da una pizzeria poco distante sono stati chiamati i carabinieri e il 118. La bimba era ricoperta di sangue e cianotica. In ambulanza i medici l'hanno intubata. Al magistrato di turno, il pm Nino Di Matteo, hanno detto che era ancora viva, respirava. È in ospedale che il cuore si è fermato. Di certo è che la neonata è venuta al mondo al termine di una gravidanza regolare. Era sana e robusta.
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