martedì 3 ottobre 2017
Proiettati i «corti» vincitori del concorso promosso da Fondazione Ente dello Spettacolo, accogliendo la sfida di immaginare il futuro della metropoli. Che i ragazzi vogliono sostenibile. E colorata
Milano città aperta e inclusiva: così la sognano i giovani
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Milano città aperta. E inclusiva. E sostenibile. E piena di colori, luce. Speranza. Dov’è bello incontrarsi, dov’è bello sognare. Insieme. È il ritratto polifonico della metropoli, come emerge dai video, tutti realizzati da giovani autori, che hanno partecipato al concorso «Il futuro di Milano», promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Giardini d’Inverno e China Investment. Un’ottantina i partecipanti, ai quali era stato chiesto di immaginare la Milano che verrà e che sarà; una ventina circa quelli selezionati per la fase finale. E tre i vincitori: premiati durante la 74ª Mostra del cinema di Venezia, sono stati finalmente proiettati a Milano, martedì 3 ottobre nella prestigiosa cornice della Sala Alessi, a Palazzo Marino, sede del Comune.
Un’occasione per riflettere sul presente e il futuro di Milano, sullo sguardo e le speranze delle nuove generazioni, grazie al confronto – introdotto da monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, e moderato da Paolo Foschini del Corriere della Sera – fra Maria Grazia Cucinotta, attrice e regista, presidente della giuria del «contest»; Francesca Cassani di «Giardini d’Inverno»; Laura Zagordi, direttore della Civica Scuola di cinema «Luchino Visconti» di Milano; Marilena Adamo, presidente di Fondazione Milano-Scuole Civiche; Aldo Bonomi, sociologo, fondatore e direttore del consorzio Aaster; monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano.

I tre video vincitori del concorso

Ha scandito il dibattito la proiezione dei video vincitori: il primo classificato, «Tutti gli altri colori», diretto da Riccardo Petrillo e scritto da Susanna Rizzi;

il secondo, «Jacqueline» di Fulvio Testaverde, co-autori Andrea Angaroni e Francesco Gori (allievi del 1° anno della Civica Scuola di cinema «Luchino Visconti») (il video è all'inizio dell'articolo); il terzo, «Milan. Signs of change» di Richard Duckett.

Li ha preceduti «Il Futuro di Milano», il cortometraggio realizzato con i migliori corti selezionati tra tutte le opere inviate al concorso. Maria Grazia Cucinotta ha supervisionato la regia e Paco Capaldi il montaggio del video finale, che ha la regia di Michele Cardano.

Ora un «contest» per il Fondo famiglia lavoro ambrosiano

«Crediamo nei giovani, vogliamo ascoltarli e dare loro opportunità. Questo lavoro chiede ora di essere ascoltato da chi guida e progetta il futuro di una metropoli come Milano», ha dichiarato monsignor Davide Milani, annunciando una nuova iniziativa promossa dalla Fondazione Ente dello Spettacolo: un concorso per lo spot della fase tre del Fondo famiglia lavoro della diocesi di Milano. La Fondazione ha vinto un bando Siae che permetterà di realizzare questo nuovo «contest».


Fra smart city e social city, sfide e incanto della metropoli

Quindi il via al confronto. «Questi video portano un’immagine troppo euforica di Milano. C’è il rischio che la città ci dia alla testa – ha esordito Aldo Bonomi –. Io, la "Milano da bere", l’ho già vissuta. Che fine ha fatto, in questi "corti", la Milano delle periferie, della disoccupazione giovanile, del precariato, degli immigrati? La Milano dell’Expo e dei nuovi grattaciali, in lotta per ospitare la sede dell’Agenzia europea del farmaco, è dentro una transizione dolce e una competizione feroce. Ma questo, nei video, non c’è. Manca il "sociale". Mancano le contraddizioni. Che fanno di Milano, nel contempo, la "ruota della fortuna" e la "ruota del criceto". C’è certamente una grande "poesia di futuro" in questi "corti". Attenzione, però – scandisce il sociologo –: non c’è smart city senza social city. La città eco-chic non basta. Dobbiamo portare dentro anche la città sociale».
Maria Grazia Cucinotta ha subito preso le difese delle nuove generazioni e del loro sguardo. «Ai nostri giovani continuiamo a dire che non c’è lavoro, non c’è futuro, li massacriamo con notizie e previsioni negative. Con questi video – ha affermato l’attrice – i giovani ci stanno dicendo che hanno sogni e speranze, uno sguardo originale, una sete di futuro. Il cinema serve a dare speranza, a far sognare. E a farlo capire a chi ha il potere».

«Questi video sono riusciti a far sognare anche un "vecchio" come me», ha confessato monsignor Luca Bressan, riprendendo le categorie di «incanto» e «disincanto» da Max Weber, uno dei padri fondatori della sociologia. «Al centro di questa capacità d’incanto – restituita dallo sguardo dei giovani videomaker – non c’è la tecnica, ma l’uomo, la natura, le relazioni. Vie, piazze e navigli come luoghi di incontro, il cibo stesso – come ricorda l’esperienza del Refettorio Ambrosiano, citata nello spot del concorso – diventa via di relazione e di incontro. Milano può diventare nuovamente il motore del sogno se saprà mettere al centro del suo incanto gli uomini, le donne, le relazioni. La sfida? Partire dalle contraddizioni – quelle messe in risalto da Bonomi – per accendere, vivere, realizzare il sogno», ha concluso il vicario episcopale.
«Chi ha visto tutti i video, non solo quelli dei vincitori, vi trova anche le realtà della periferia e del sociale – ha aggiunto Laura Zagordi –. Ma anche di fronte alla contraddizione, non c’è mai uno sguardo preoccupato, ma positivo, fiducioso».


I promotori del «contest» sul «Futuro di Milano»

Sono due i promotori del contest «Il futuro di Milano». La Fondazione Ente dello Spettacolo, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, è impegnata nella diffusione, promozione e valorizzazione della cultura cinematografica in Italia. Si offre come riferimento nel campo della cultura cinematografica, per i privati e per le istituzioni e gli operatori del settore. Collabora attivamente con tutte le principali realtà artistiche e industriali del panorama cinematografico italiano e internazionale. È presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con un proprio spazio, collabora con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e pubblica, dal 1928, la «Rivista del cinematografo».
Giardini d’Inverno è il nome di un edificio di quindici piani promosso dalla società italo-cinese China Investment presieduta da Jiaying Cai e Maurizio Del Tenno. Progettato dallo Studio Caputo Partnership International l’immobile si trova in via Pirelli a Milano nell’area di Porta Nuova e si inserirà nel nuovo skyline della città. «Edificio di ultima generazione – spiegano a China Investment – si caratterizza per 110 serre di pertinenza di ogni appartamento».

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