mercoledì 23 giugno 2010
Nelle prime ore di questa mattina i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in Calabria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Il provvedimento è stato emesso su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 42 affiliati alle più importanti cosche della 'ndrangheta di Reggio Calabria e dei comuni limitrofi. I carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di cento milioni di euro.
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Maxi operazione dei carabinieri in Calabria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, che hanno eseguito una serie di arresti emessi su richiesta della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 42 affiliati alle più importanti cosche della 'ndrangheta del capoluogo e dei comuni limitrofi. Sono indagati per  associazione mafiosa, estorsioni, turbata libertà degli incanti ed altri reati. Le indagini hanno ricostruito gli assetti criminali del capoluogo calabrese, documentando gli accordi tra le cosche Condello e De Stefano-Libri, un tempo sanguinosamente contrapposte ed oggi alleate per il perseguimento di comuni interessi.Accertata anche la costituzione di un organismo decisionale, al vertice del quale figurano Pasquale Condello, detto "il supremo" e Giuseppe De Stefano. Sequestrati alle cosche beni per un valore di oltre 100 milioni di euro. «Si tratta di un'operazione di eccezionale importanza perchè, oltre all'arresto di più di 40 affiliati a importanti famiglie della 'ndrangheta di Reggio Calabria, sono stati sequestrati in un colpo solo beni per un valore di oltre cento milioni di euro». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si è congratulato con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, LeonardoGallitelli, per l'operazione condotta dal Ros di Reggio Calabria e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. «Questo dimostra, ancora una volta - ha aggiunto Maroni - l'efficacia dell'azione che Governo, forze dell'ordine e magistratura, tutti insieme, svolgono ogni giorno per ripristinare la legalità in territori storicamente oppressi dalla criminalità organizzata».«Stiamo facendo un lavoro progressivo che ci porterà, alla fine, a scoprire anche i collegamenti esterni delle cosche reggine, compresi quelli politici». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, illustrando i risultati dell'operazione "Meta". «Il nostro lavoro - ha aggiunto Pignatone - è come un film. Al momento abbiamo montato alcune scene che ci forniscono un quadro che speriamo di completare col prosieguo del nostro lavoro. I risultati sinora acquisiti rappresentano la base per impostare il lavoro futuro e giungere ai livelli superiori».Gli arresti eseguiti stamani dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria nei confronti di affiliati alle cosche di Reggio Calabria, scaturiscono dalle indagini del Ros che già nel 2006 avevano portato all'arresto di 34 persone, colpendo, in particolare il circuito di riferimento dell'allora latitante Pasquale Condello, il "supremo", arrestato dai carabinieri nel febbraio 2008.Le indagini hanno permesso di accertare l'acquisizione, diretta o per interposta persona, di imprese attive in diversi settori economici, quali l'edilizia, la ristorazione, gli stabilimenti balneari e centri sportivi; la capillare pressione estorsiva esercitata su imprenditori e commercianti nell'area del capoluogo; la capacità di condizionare il libero esercizio del voto in occasione delle recenti consultazioni elettorali comunali; l'ingente disponibilità di armi ed esplosivi.Sul versante patrimoniale, gli accertamenti hanno portato ad individuare i cospicui beni intestati a prestanome, ma nella disponibilità di esponenti delle cosche. In particolare, sono state sequestrate 18 imprese attive nei settori dell'edilizia e della ristorazione, stabilimenti balneari e centri sportivi, 26 appezzamenti di terreno, 22 appartamenti, 12 unità immobiliari a uso commerciale situati a Reggio e provincia, nonchè 26 autovetture, anche di lusso e sei motocicli, per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, è soddisfatto del lavoro compiuto dall'ufficio da quando ne è il responsabile. «In due anni - ha detto Pignatone - abbiamo  sequestrato beni per un miliardo di euro smantellando i patrimoni di molte cosche e incidendo, così, concretamente sul loro assetto». Un altro dato significativo è quello sui latitanti arrestati, che sono stati 54  «tra cui molti boss come Giovanni Tegano, Giuseppe Pelle e Giuseppe De Stefano», ha aggiunto Pignattone.Tra le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Meta" figura anche un avvocato, accusato di essersi adoperato, nel corso di alcune aste giudiziarie, per conto delle cosche al fine di consentire loro di rientare in possesso dei beni sequestrati. Si tratta di Vitaliano Grillo Brancati. Tra le persone ricercate, figura il sindaco di San Procopio (Reggio Calabria), Rocco Palermo, a dimostrazione che la cosca Alvaro, secondo l'accusa, era  riuscita a far eleggere un proprio referente alla guida del Comune. Ma il clan avrebbe sostenuto anche esponenti dell'opposizione.
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