mercoledì 19 ottobre 2011
Il presidente della Repubblica ha richiamato l'urgenza di dare segnali alla comunità internazionale su crescita e riequilibrio dei conti pubblici, con misure largamente condivise. «Mi rifiuto di credere che possa serpeggiare in qualsiasi ambiente l'idea che l'euro sia per noi come una camicia di forza».
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L'Europa "guarda con preoccupazione alle difficoltà" del nostro Paese, "in attesa dell'attuazione e di ogni necessaria integrazione delle decisioni già adottate e di impellenti scelte di riforma strutturale e di stimolo alla crescita: è un momento in cui si richiede una forte, netta assunzione di responsabilità largamente condivisa perché risulti più credibile, più garantita nella sua efficacia realizzativa". Lo dice il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il Capo dello Stato, mentre in platea sono presenti il premier, Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta, e il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, ha esordito sottolineando le sfide che il Paese è chiamato a fronteggiare e ha posto l'accento sulle "potenzialità su cui oggi possiamo contare: la consapevolezza della necessità di una straordinaria mobilitazione e tensione di tutte le nostre energie per liberarci da antiche insufficienze e far fronte a momenti di estrema difficoltà". Napolitano ha ribadito che "stiamo vivendo uno di quei momenti sotto la pressione di una crisi finanziaria, che ha colpito, partendo dagli Stati Uniti, in particolar modo l'Europa" ed ha aggiunto che "l'Italia è molto esposta ai venti di questa crisi: molto esposta - ha ripetuto il Presidente della Repubblica - per l'abnorme dimensione del rapporto tra debito e pil che ci ha reso bersaglio di una crisi di fiducia e anche di attacchi speculativi dei mercati finanziari e che preoccupa i nostri partner europei".Dopo aver invitato ad "abbattere il muro del debito pubblico", Napolitano ha esortato le forze politiche ha "creare le condizioni per una nuova fase di crescita dell'economia e della società italiana", perché è "il nostro interesse nazionale, è nostro dovere come Paese fondatore dell'Europa Unita aderente tra i primi alla zona euro". Dunque, è l'appello del Capo dello Stato, "deve fare la sua decisiva parte la classe politica, l'insieme delle forze politiche innanzitutto il governo e la maggioranza di governo: le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti e a queste difficoltà guarda con preoccupazione l'Europa - ha concluso - in attesa dell'attuazione di ogni necessaria integrazione delle impellenti scelte di riforma strutturale e di stimolo alla crescita. È un momento in cui si richiede una forte, netta assunzione di responsabilità largamente condivisa".

L'EURO: CINTURA DI PROTEZIONE, NON CAMICIA DI FORZA"Mi rifiuto di credere che possa serpeggiare in qualsiasi ambiente l'idea che l'Euro, la nostra appartenenza all'Eurozona, sia per noi come una camicia di forza. Essa è piuttosto una cintura di protezione ed un propulsore insostituibile di sviluppo competitivo per la nostra economia nazionale, in sinergia con le altre economie europee". Lo ha detto sempre Napolitano.

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